Le università europee oltre l’Erasmus. L’alleanza Una Europa, e in generale la European University Initiative, si inserisce tra le strategie per la trasformazione delle università europee in campus inter-universitari. «Dobbiamo soprattutto far comprendere meglio le opportunità di Una Europa, che non si riconducono soltanto ad un’alleanza tra Atenei utile per gli studenti. Sono aperte a tutti, sia studenti, sia docenti, sia personale tecnico amministrativo», le parole della prof.ssa Silvia Bianconcini, delegata dell’Università di Bologna a Una Europa, appena rientrata dal board of directors svoltosi a Edimburgo
di Francesca Montuschi, dipendente Unibo
È di grande attualità il tema della centralità dell’Europa affinché i singoli Stati membri possano, sul piano internazionale, affrontare in modo sinergico e maggiormente efficace i numerosi problemi e sfide del nostro tempo. Si inserisce in quest’ottica anche il sostegno da parte della Commissione europea, volto a costruire l’Università europea del futuro. In questo preciso e delicato momento storico gli Stati membri europei hanno bisogno del contributo degli atenei per rimodellare le proprie società nella direzione della sostenibilità e della resilienza e per rendere l’Unione Europea più verde, inclusiva, digitale e soprattutto più unita.
In questo contesto, assume particolare rilievo il sistema delle alleanze tra atenei europei, al quale ha dato impulso a partire dal 2019 la stessa Commissione europea, attraverso bandi che stanziano fondi dedicati. L’Università di Bologna ha dato vita tre anni fa, assieme agli atenei di Parigi 1, Complutense di Madrid, Berlino, Lovanio, Edimburgo, Cracovia e Helsinki, all’alleanza denominata “Una Europa”.
Di questi temi abbiamo parlato con la prof.ssa Silvia Bianconcini, delegata di Ateneo a Una Europa, da poco rientrata da Edimburgo, dove si è svolto un incontro del board of directors dell’alleanza, per fare il punto sulle azioni legate ai finanziamenti ricevuti per il triennio 2019-22 e per ragionare sulle future iniziative legate al prossimo triennio 2023-26.
«La Commissione europea ha risposto in maniera attiva a un discorso che Macron fece nel 2017 all’Università della Sorbona – ricorda la prof.ssa Bianconcini – in cui si auspicava la creazione di veri e propri campus europei. Questo si è tradotto in un bando dedicato alle Alleanze e volto a finanziare, per il periodo 2019-2022, lo sviluppo di Joint innovative format per la didattica e la mobilità, che ha visto il nostro Ateneo svolgere un ruolo cardine nello sviluppo dei formati innovativi di mobilità. Nel 2021 fondi sono stati dedicati alla creazione di sinergie e attività di ricerca, tramite il progetto Una Resin. In questo ambito, il nostro Ateneo è leader di un work package legato alla mappatura delle infrastrutture di ricerca presenti all’interno dell’alleanza, con l’obiettivo di fornire una strategia per la loro condivisione nell’utilizzazione».
L’approccio specificamente sperimentato da Una Europa per realizzare le proprie attività può essere definito come Project Team. Da un lato vi sono gli accademici, organizzati attraverso Self-Steering Committees, con riferimento a sei focus area interdisciplinari (Data Science & Artificial Intelligence; Cultural Heritage; Sustainability; European Studies; One Health, Future Materials). Dall’altro lato vi sono i Clusters, ossia gruppi di tecnici amministrativi, afferenti a ciascuna università partner, che contribuiscono al sostegno dei vari progetti dando vita ai cosiddetti Flexible Support Services (attualmente se ne contano otto: Teaching and Learning; Mobility; IT for Education; Student Administration; Quality Assurance; Legal Affairs; Doctoral Training; Research Coordination).
«Stiamo anche ragionando con il direttore generale dott.ssa Luccarini – rivela la delegata di Ateneo a Una Europa – nell’ambito di una revisione del supporto assicurato dall’amministrazione centrale, per capire come strutturare al meglio il core team a sostegno di Una Europa, in modo da riconoscere e valorizzare maggiormente il lavoro svolto».
Rispetto al triennio concluso, nel 2023- 2026 è prevista anche una rafforzata sinergia del personale amministrativo: «Unibo coordinerà giustappunto un work package denominato Empowering the professional staff – precisa Bianconcini – Di conseguenza, si darà vita a corsi di formazione, staff weeks e iniziative di job shadowing. Insomma ad una serie di attività che erano in parte già in essere e che verranno cadenzate con regolarità all’interno dell’alleanza, proprio perché si vuole che i Clusters possano costituirne più compiutamente la spina dorsale».
Oltre alla già richiamata riflessione su come strutturare al meglio il supporto amministrativo, si sta valutando come integrare i Self-Steering Committees in modo che siano più rappresentativi di tutte le anime dell’Ateneo e dei suoi diversi dipartimenti. Inoltre, è in fase avanzata di messa a punto un piano di comunicazione sulla disseminazione dei risultati di tutte le attività svolte, in modo tale che Una Europa sia conosciuta il più possibile da tutta la comunità Alma Mater. «Dobbiamo soprattutto far comprendere meglio le opportunità di Una Europa, che non si riconducono soltanto a un’alleanza tra atenei utile per gli studenti – termina la prof.ssa Bianconcini – ma comprendono anche iniziative aperte a tutti, sia studenti, sia docenti, sia personale tecnico amministrativo».
L’articolo è stato realizzato per la rivista di CUBo – Circolo Università di Bologna, diretta da Massimiliano Cordeddu. In copertina: il board of directors di Una Europa al termine dell’ultimo incontro a Edimburgo.