Bittini: la dignità comincia dal diritto a casa e lavoro

Consigliera comunale al secondo mandato, al Congresso dem sosterrà Stefano Bonaccini poiché «rappresenta la speranza concreta». E sull’iscrizione al partito di Mattia Santori dice: «Il Pd è un partito accogliente, apre le sue porte ma chiede rispetto»

di Barbara Beghelli, giornalista


È un presente dalle radici antiche quello di Loretta Bittini, consigliera comunale del Pd a Bologna al suo secondo mandato. Storia bella e tutta politica che si perde nel ricordo degli esordi di ragazzina. Fotogrammi di un tempo che fu, così diverso, e di un grande partito, il Pci, che ha ceduto il testimone per divenire, infine, Pd. Vita vissuta e storia di donna politicamente impegnata, quando studiare era un lusso per poche, ma sognare era un diritto di tutte.

Di origini bolognesi, Bittini è anche segretaria del Circolo Pd Cirenaica; porta con sé una convinzione: «Ritengo che agli abitanti di Bologna si debba garantire una condizione di vita dignitosa che permetta almeno l’accesso alla casa e al lavoro. È necessario, altresì, che non si ostacolino i ragazzi nelle loro idee e si incentivino le nuove propensioni culturali e lavorative».

Cominciamo da qui, dai giovani.

A quanti anni ha iniziato a fare politica?

Mi sono iscritta molto giovane al Pci. Avevo 16 anni. Dovevo lavorare e mi sono diplomata ragioniera alle serali, come tanti in quel periodo. Lavoravo come impiegata in un’azienda commerciale, in seguito ho vinto un concorso pubblico come dattilografa.

Ha vissuto il periodo delle grandi battaglie per i diritti delle donne.

Sì, ma ahimè non ho potuto votare per il divorzio. Comunque ho sostenuto con il mio impegno quelle donne e quegli uomini che tanto hanno sofferto, costretti a vivere nell’illegalità.

Dopo molti anni mi sono presa una pausa dal partito, pur sempre votando Pci: avevo bisogno di studiare, riflettere. Poi mi sono nuovamente iscritta, giurando a me stessa che mai mi sarei mossa da lì.

Il momento è molto complicato per l’attuale Pd, ma all’ombra delle Due Torri pare viva felicemente.

A Bologna non abbiamo perso neppure un collegio. Poi in questa città, seppure meno organizzati rispetto a ieri, ci sono i circoli che sono a contatto diretto con il territorio, hanno una stretta relazione con gli abitanti e, certo, c’è una buona amministrazione oltre a un ottimo governo della Regione, che nel periodo della pandemia ha investito tanto per salvare la vita delle persone.

Come vede la disputa per le Primarie con i tre emiliani in corsa? Cosa voterà?

Gli emiliano-romagnoli sono abituati bene: buoni servizi, il lavoro c’è (il Patto per il lavoro è nato qui). Insomma abbiamo capito che si vive meglio se stiamo tutti meglio, per questo sostengo Bonaccini; per ciò che ha dimostrato e dimostra oggi, che siamo in mare aperto: e lui rema con noi.

Bonaccini è in vantaggio nella corsa alla guida del Pd. Il nuovo sondaggio Emg lo dà a 20 punti di distacco su Schlein. In percentuali si parla del 45% di consensi contro il 25% per Schlein. Più staccata ancora la terza competitor, Paola De Micheli, accreditata del 9%. 

Bonaccini per molti che stanno vivendo nella tempesta rappresenta la speranza concreta, dimostra che ce la possiamo fare. Dicono che è troppo concreto e poco ideologico? Meglio, va bene così. Ci servono buone scuole e buoni ospedali, sono già queste grandi conquiste. Lui ha dimostrato di poter governare e poter realizzare un sogno di benessere diffuso. Non solo. Ha in mente l’idea di comunità in cui crescere e far crescere. Paola De Micheli ha avuto coraggio, non c’è dubbio.

Tra i nuovi iscritti al Pd c’è il suo collega in Consiglio, Mattia Santori. 

Il Pd è un partito accogliente, apre le sue porte ma chiede rispetto, e a ogni modo quando qualcuno/a si iscrive per noi è una gioia.

Cosa conta nel partito?

L’organizzazione. E la nostra è molto importante. Vorremmo migliorarla, ma ciò che conta di più è far capire l’esempio, perché dove c’è una organizzazione che ha radici la democrazia vince sempre. Oggi dobbiamo confrontarci e discutere con tutti per ricostruire il Pd, in particolare con iscritti e volontari cui va il merito di aver tenuto in vita un partito grazie alla loro determinazione, che è forza politica.

Le donne?

Personalmente penso di essere un’emancipata, ho fatto tante battaglie. Le donne oggi devono portare avanti i loro valori confrontandosi; certo io vorrei che avessero più tempo da dedicare ai loro pensieri e alla loro identità (e meno ai fornelli…), ci lavoreremo su.


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