Allo stato attuale a Bologna il servizio è gestito da un solo operatore economico. Il monopolio può comportare delle distorsioni che solo la concorrenza può abbattere
di Andrea Femia, consulente digitale cB
Non è mai comodissimo scrivere senza avere la certezza dei dati a dare conforto, e allo stesso tempo non è mai da dare per scontato il fatto che la propria sensazione e la propria bolla sociale diano un quadro completo di una situazione complessa. Fatto questo preambolo dovuto, che mi aiuta nel caso di inesattezza più o meno evidente, c’è un dato di abitudine crescente che mi pare evincersi in città: sempre più persone utilizzano il bike-sharing per muoversi. Per chi non lo sapesse, il bike-sharing è quel servizio per il quale l’utente può cercare una bicicletta in qualunque punto della città e, finita la propria corsa, lasciarla nel punto di destinazione, pagando una tariffa decisa da chi gestisce il servizio.
A Bologna chi gestisce il servizio è Ridemovi, e avrete visto sicuramente le loro bici in giro per la città. Utilizzo il servizio da anni, nel corso del tempo questa cosa è diventata di uso comune per molti e mi pare di poter dire che questo abbia soltanto benefici. In primis perché ci sono tariffe molto più competitive per le bici di quanto avvenga per le automobili, e chi vive a Bologna sa che molto spesso in termini di tempo non è detto che un percorso in auto impieghi meno tempo rispetto al corrispettivo a pedali. In seconda battuta perché consente di unire ogni punto della città abbattendo le distanze tra quartieri, e in questo – giova ricordarlo – un ottimo aiuto arriva dalla tangenziale delle biciclette che, senza tanti giri di parole, è una manna dal cielo per chi vuole evitare il traffico cittadino. Soprattutto sui viali, prendere la bici dà molte più garanzie sui tempi di quante possano derivarne dallo stesso percorso fatto in auto o in bus.
Ovviamente il vantaggio più rilevante tra tutti è che non devi avere paura che ti rubino la bici. Un dettaglio non esattamente da poco in una città che è certamente la più progressista d’Italia ma anche quella con la più grande fama di ladra di biciclette.
Tutto bello, tutto giusto e apparentemente senza difetti. Però c’è un però, e non me ne vorranno in Ridemovi, spero. Allo stato attuale in città c’è un solo operatore, e questa situazione non è mai conveniente per nessuno. Lasciare il monopolio di quello che è – in una definizione allargata – un servizio pubblico a un solo operatore rischia delle distorsioni che solo la concorrenza può abbattere.
La flotta delle bici sarebbe più ampia. O, di certo, lo sarebbe quella delle bici funzionanti. Probabilmente migliorerebbe il sistema del contrappeso su alcune scelte discutibili, come quella attuata negli ultimi tempi da Ridemovi. Provando a spiegare il meccanismo a chi non usa questo servizio, bisogna sapere che non è sempre facile trovare subito una bici funzionante. Può capitare che la bici abbia la batteria praticamente scarica, o che ci sia qualche difetto per cui il motore non assista affatto, o che addirittura la bici sia completamente ferma. Insomma, cose normalissime che fino a poco tempo fa si risolvevano così: Porre fine alla corsa entro un minuto per evitare l’addebito sulla propria carta di credito.
A oggi questa cosa non funziona più così. Se sblocchi una bici non funzionante, ti accolli il rischio statistico e paghi la corsa completa anche se non puoi utilizzare il servizio. Diventa un problema perché può capitare che prima di utilizzare una bici funzionante uno ne sblocchi tre non funzionanti e sia costretto a pagare, quindi, quattro corse complete per farne una (è una cosa già successa).
Ma non è solo un problema di costi per l’utente. Un altro aspetto decisivo è quello della distribuzione delle posizioni economiche di rilievo in un sistema cittadino evoluto. Aumentare il numero di operatori del mercato spinge a migliorare il servizio, offre un quadro di gestione più chiaro e aiuta il cittadino ad avere sempre meno problemi in quello che sembra essere un bisogno in espansione, anche in virtù di quelle che sono le politiche di quest’amministrazione.
Photo credits: Ansa.it
Consigli e proposta molto utili
Giustissima osservazione e la riflessione successiva porta a considerare subito il tema taxi e a seguire le concessioni balneari. Meglio pensarci subito
Credo anch’io che la concorrenza sia l’unica soluzione per ottenere un servizio migliore, paragonabile a quello di altre città: da utente saltuario ho fatto il possibile per segnalare i problemi del servizio, ma con scarsi risultati.
In primis la condizione dei mezzi, ma anche la carente distribuzione degli hub di parcheggio al di fuori dell’area operativa: (non ci sono hub al Marco Polo, nè al Meraville, nè al cinema The Space, solo per fare qualche esempio)