La consigliera comunale e iscritta al circolo della Bolognina è la coordinatrice del comitato Navile “Bologna per Cuperlo”, che sostiene la corsa del deputato triestino al Congresso nazionale Pd
di Barbara Beghelli, giornalista
Serve anche la gara per crederci, nel nuovo Pd. E Antonella Di Pietro, consigliera Pd del Comune di Bologna iscritta al circolo della Bolognina e sostenitrice accorata di Gianni Cuperlo, lo sa bene. Responsabile di progettazione sociale all’Auser, suo principale mestiere, è parte super-attiva del gruppo di politici locali che sostiene ‘Bologna per Cuperlo’ coordinandone il comitato del Navile.
Qual è il valore aggiunto dell’unico in corsa extra-emiliano, pur avendo studiato qui? Cosa rappresenta?
È un candidato di spessore con un profilo di altissimo valore, eleva il livello della discussione, ha visione e concretezza. Rappresenta la coerenza nel partito e l’impegno per la collettività, due aspetti fondamentali per superare correntismi, logiche individualistiche e costruire un’alternativa credibile. Molte persone stanno partecipando grazie alla sua scesa in campo.
Sondaggi e previsioni si rincorrono, i primi in classifica sono a oggi Bonaccini e Schlein, segue a grande distanza Cuperlo. Come mai ha deciso all’ultimo di partecipare alla competizione? Quale la sua piattaforma programmatica?
Gianni ha sperato che questa fase non si riducesse a una corsa sui nomi e che fosse l’occasione per riflettere sugli errori e per ricostruire il partito. La sua piattaforma collega l’impronta umanistica alla scienza e all’innovazione, pone al centro la persona, il lavoro, l’ambiente, dà voce e potere agli iscritti e propone i comitati per l’alternativa, con le parti economiche e sociali.
È stato votato dall’Assemblea Costituente il Manifesto, in pratica la base politica del nuovo partito. È soddisfatta di come è andata?
Sì, mi riconosco nel Manifesto e penso come Cuperlo che il percorso costituente debba proseguire anche dopo il 26 febbraio e che abbiamo di fronte l’avvio del congresso più importante della storia del Pd perché ci giochiamo l’ultima carta per ricostruire un partito solido e credibile, capace di creare alleanze e di tornare a essere riferimento con una strategia rinnovata.
Secondo lei Letta era inadeguato, come diversi hanno detto?
Credo non sia corretto giudicare l’adeguatezza o l’inadeguatezza di Letta, del resto siamo un partito che ha cambiato nove segretari e che ha alle spalle tre scissioni. Basti pensare allo sfogo dell’ultimo segretario eletto con le primarie, Zingaretti, nel momento in cui si è dimesso, per capire che è il partito che va ricostruito nella sua idealità, identità e autenticità.
Il nuovo Pd dovrebbe abrogare il vecchio datato 2007?
No. La fase di crisi che stiamo vivendo e affrontando è importante per riscattare una storia originaria del Partito e per ricollocarla nel presente e nel futuro, con un pensiero capace di stare al passo con i cambiamenti e con un’analisi aggiornata. Lo ha spiegato bene anche Letta.
E il nome? Deve cambiare, come suggeriscono il sindaco di Bologna e la candidata Schlein?
Secondo me è il partito che deve cambiare, non il nome. Ho apprezzato molto Cuperlo quando ha ricondotto la questione al senso ‘democratico’, ricordando che è nelle corde della nostra identità, questa “parolina”, e che oggi ancor di più questo aggettivo va confermato perché la battaglia dei prossimi anni sarà proprio la tutela della democrazia, è così.
Cosa sta facendo il comitato bolognese e cosa c’è in programma per far conoscere il candidato?
Si sta organizzando con gruppi diffusi in città e sul territorio, realizzando momenti di confronto sulla sua candidatura e iniziative aperte anche ad altri candidati. Nel mio territorio, con il comitato Navile abbiamo già organizzato almeno tre iniziative. La prossima sarà il 29 gennaio al Centro Montanari, in via Saliceto, alle 17.
Una nuova casa comune, dunque, è possibile? E come deve essere?
Sì, è possibile e necessaria. Deve essere aperta, accogliente, per poter dar voce e potere agli iscritti, creare alleanze e legami sociali. Deve ricostruire una cultura popolare condivisa e orientare a un senso collettivo. Deve prendersi cura della sua comunità e generare fiducia e energie. Deve lottare per la pace e contro le ingiustizie sociali.
Sono d’accordo con Antonella Di Pietro : la partecipazione di Cuperlo all’ incarico di Segretario del Partito che uscirà dal Congresso, è importante come segnale di continuità delle idee e delle lotte politiche sostenute dalla classe popolare e dai suoi dirigenti.
Le esperienze di partecipazione a esperienze di governo degli ultimi anni- partecipazione spesso di emergenza- hanno avvilito è alterato i principi fondativi del partito : è adesso l’occasione di ritrovare quei valori e il comune sentire con la nostra base di lavoratori e intellettuali. Uniti si lotta per i diritti di libertà e dignità esistenziali e materiali.