A “lezione” da Cucine Popolari

Gli studenti della facoltà di Agraria, insieme ai docenti Andrea Segrè, Luca Falasconi e Matteo Vittuari, sono venuti in via del Battiferro per vedere con i propri occhi uno straordinario laboratorio vivente di innovazione e relazione sociale

di Cucine Popolari


Poco prima di Natale le Cucine Popolari di via Battiferro si sono trasformate per qualche ora in un living lab. Oddio, qualcuno dei lettori si chiederà cos’è successo. Magari si potrebbe pensare a una nuova ricetta inventata dai fantasiosi chef degli avanzi…

Niente di tutto questo. In realtà gli studenti della facoltà di Agraria, insieme ai docenti Andrea Segrè, Luca Falasconi e Matteo Vittuari, sono venuti a vedere con i propri occhi uno straordinario laboratorio vivente di innovazione e relazione sociale. E sì, ci voleva perchè agli studenti non basta la teoria: l’insicurezza alimentare e il diritto al cibo, l’esclusione sociale e la povertà, le disuguaglianze e la salute… Tante belle parole con cui si riempiono bocche già piene. I ragazzi hanno bisogno di pratica, di vedere come stanno le cose, toccare con mano, capire cosa si può fare concretamente, esaminare dei casi.

Allora è sceso in cattedra, dove di solito sale, il prof. Roberto Morgantini. Molto autorevole con la sua barba bianca, con la sua saggezza sorniona ha illustrato ai ragazzi, che venivano da ogni parte del mondo, la “filosofia” delle Cucine Popolari. Si sono messi tutti in cerchio e nell’aula accanto alla mensa hanno ascoltato una storia che insegna molto più di un libro, che fa toccare con mano i valori più profondi della nostra società, a partire proprio da quello del cibo: il loro oggetto di studio.

Poi tutti a tavola, assieme. Stupiti dalla bontà delle pietanze di alimenti raccolti da ogni dove. Una “biodiversità” di menù che fa bene alla salute e alla mente, perché la diversità è una grande ricchezza.

Esperienza unica, da ripetere – c’era scritto nei loro commenti alle lezioni a fine anno. Bello pensare che a casa, nei loro paesi, si siano portati un po’ di Alma Mater, un po’ delle Cucine Popolari, un po’ di Bologna, comunità dotta e accogliente.


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