Sara Accorsi: «Con Schlein per la svolta»

La consigliera comunale Pd a San Giovanni e consigliera delegata in Città metropolitana spiega a Cantiere perché al Congresso ha deciso di schierarsi con la deputata ed ex europarlamentare

di Barbara Beghelli, giornalista


Non è delusa dalla fase costituente del Pd, anzi. Né da come sta andando la campagna pro-Schlein: «A Bologna si sta lavorando parecchio per dare un contributo fattivo ai contenuti della sua mozione, con incontri e laboratori attorno a cui partecipano tante persone che hanno a cuore la lotta alle disparità sociali, la parità e l’uguaglianza di genere».

Così Sara Accorsi, consigliera comunale Pd a San Giovanni, consigliera delegata in Città metropolitana a welfare metropolitano e lotta alla povertà, politiche per la casa, politiche per la pianura bolognese, che qui sul Cantiere spiega per filo e per segno cosa l’ha spinta a schierarsi da questa parte.

Qual è il valore aggiunto di questa candidata?

Parto da un punto imprescindibile: sono lieta di essere iscritta a un partito che, nel decidere chi lo guiderà, vede concorrere quattro persone competenti e preparate. In questa prospettiva credo che il plus della mozione Schlein stia nel fatto che è mozione di contenuti guidata da una donna appassionata, che ha avviato nei diversi comitati laboratori di pensiero aperti a persone già iscritte al Pd e non, per elaborare soluzioni per l’oggi e il domani. Ho partecipato a tre iniziative in cui Elly Schlein per impegni concomitanti non era né presente né collegata ma c’erano le persone e i temi, e credo che un congresso serva a questo: determinante certo la guida ma del tutto inutile senza tutta la squadra.

Schlein è in grado di guidare un partito complesso come il Pd?

Considerando la storia recente del Pd, i cambi di segretari, le parole pronunciate sul partito dai segretari nei loro saluti, è chiaro che scegliere di guidare una comunità politica è un rischio. Restiamo l’unico partito che si mette in discussione con un congresso pubblico, che elabora proposte diverse attorno a cui stimolare un dibattito. Se il cuore della mozione è che la vitalità del partito parte da noi, è altrettanto vero che sarà responsabilità di tutti tenere unita la comunità una volta eletta la persona che ci guiderà.

La De Micheli ha detto che Schlein ha poca esperienza.

Considerando la sua età, le cariche che ha ricoperto, le battaglie e le scelte affrontate, credo che questa caratteristica non sia in discussione. Poi direi che l’esperienza delle elezioni regionali del 2020 abbia evidenziato che è ben capace di guidare un movimento. Aggiungo che l’incarico amministrativo ricoperto in Regione le ha permesso di avere ben chiaro cosa significa amministrare e cosa fare politica. Sono due linee che si devono autoalimentare, non omologare. Il risultato delle Politiche ci ha dimostrato che non possiamo più congelare questo vicendevole sollecito, come troppo spesso abbiamo fatto durante i governi di unità nazionale.

Ci racconti il programma in pillole.

La mozione Schlein sta definendo la linea nel dialogo con le persone perché se la rigenerazione del Pd non parte dalla gente, anche nella costruzione dei temi-chiave, allora parliamo di nulla. Centrale il tema della svolta, che non significa cancellare la storia e le anime del Pd, ma fare un nuovo passo deciso verso la lotta alle diseguaglianze intesa come battaglia centrale attorno a cui tutto si innesta. Servono politiche di sostegno al lavoro con retribuzioni eque e tutele certe e di contrasto alla precarietà, politiche ambientali che mettano al centro le risorse naturali senza sfruttarle al servizio di processi ormai datati, politiche in cui i diritti sociali e civili siano garanzia per le scelte di vita di tutte le persone, di fiscalità equa per una redistribuzione delle risorse da reinvestire a sostegno di scuola, sociale, sanità, lavoro e ambiente.

Secondo lei perché i “capi” di alcune correnti del Pd si sono via via accodati (Franceschini, Orlando, Provenzano)? Proprio a lei che di correnti ha sempre detto che non ne vuole sentire parlare?

Le diverse istanze che questi tre nomi che cita hanno portato nel partito sono parte della natura del Partito democratico, nato dalla sinistra e dal cattolicesimo democratico. Quando le istanze portano discussione e ampliano le prospettive arricchiscono i risultati e di questo Elly Schlein è ben consapevole: correnti di pensiero e istanze sì, correnti di personalità e di interessi di categorie no.


Un pensiero riguardo “Sara Accorsi: «Con Schlein per la svolta»

  1. Non vedo alcun accenno alla crisi della democrazia basata unicamente sulla rappresentanza; dovremmo porci al dimanda: quale ruolo dei cittadini in una democrazia all’altezza delle difficili -e conflittuali-decisioni che siamo chiamati a prendere in una società complessa. a risposta per affrontare insieme crisi della democrazia e crisi climatica é l’Assemblea Cittadina: già messa in atto non solo a livello locale ma regionale e nazionale in molti Paesi europei e extra-europei: Francia, Germania, Scozia, Spagna…. e ora in corso a Milano; prevista dal regolamento su pressione di XR anche a Bologna (ma doveva partire a settembre, poi a gennaio, ora non si hanno notizie…). Questa mi pare un’idea realmente innovativa, che dovrebbe essere al centro della proposta della sinistra alla ricerca di un’identità

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