Sandra Focci: «Vorrei una sinistra chiara e coerente»

L’ex sindaca di Vergato, iscritta ad Articolo 1, spiega le ragioni che l’hanno portata a partecipare al congresso Pd e a sostenere Elly Schlein

di Barbara Beghelli, giornalista


Sandra Focci, ex sindaca di Vergato, su proposta di Articolo 1, suo attuale partito è entrata a far parte della Commissione provinciale per il congresso Pd (15 membri di cui 8 donne e 7 uomini). Nulla di strano poiché, come è stato stabilito recentemente, Articolo 1 fa parte della costituente del nuovo Pd, e chi ha deciso di farne parte si è formalmente impegnata/o a iscriversi al Partito democratico entro il 2023.

Appassionata di sport, è da sempre attiva nel volontariato sportivo. Diplomata ragioniera, nel 1990 fa la sua prima esperienza nella commissione cultura di Vergato, e da quel momento ha masticato politica a tutto spiano. Nel 1995 viene eletta per la prima volta in Consiglio comunale con il ruolo di capogruppo. Nel 1999 è nominata assessore alla cultura e allo sport, contemporaneamente fa parte della segreteria dei Democratici di Sinistra. Nel 2004 diventa Prima Cittadina fino al 2014. Nel corso dei due mandati ha anche ricoperto i ruoli di Presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese e di Presidente del Distretto socio- sanitario. È dipendente di Hera dal 1990 e in merito alla politica di sinistra degli ultimi anni ha le idee chiare: «Si è allontanata dai problemi reali delle persone».

Successe parecchi anni fa ma dal Pd passò ad Articolo 1: come mai?

Dopo il 2014 non mi sono più iscritta al Partito democratico in quanto non condividevo la politica portata avanti sia a livello locale che nazionale. Ho aderito ad Articolo 1 fin dalla sua nascita nel 2017 ma quest’anno, dopo quasi 10 anni, ho deciso di seguire il percorso della costituente del nuovo Partito democratico portata avanti da Letta e Speranza. Dopo l’esperienza maturata sono profondamente convinta che sia giunto il momento di provare a far nascere un partito nuovo con una visione più di sinistra e rivolta al futuro; soprattutto con la destra al governo, ritengo che dobbiamo contribuire tutti a provare di riformare un partito della sinistra italiana ed europea.

Domenica si è concluso il Congresso, che idea si è fatta, da membro della Commissione?

Dal mio punto di vista sarebbe stato meglio avere il coraggio di partire dai contenuti, da quale identità si deve dare un nuovo partito che parte da una costituente, dall’approvazione del manifesto dei valori, tutti passaggi che purtroppo non hanno avuto il coraggio di fare. Quindi un congresso che al momento si è ridotto a una conta, per l’ennesima volta, fra candidati. Mi auguro solo che dopo il 26 febbraio si apra davvero una vera discussione e si avvii una rinascita vera.

Per chi ha votato?

Ho scelto la Schlein perché, in questo momento, è la candidatura in cui ho riconosciuto di più i contenuti e le politiche in cui credo e che vorrei venissero portate avanti con chiarezza e nettezza. Alcune proposte di Elly mi hanno convinto, come quella sulla dignità e qualità del lavoro, giustizia sociale e climatica. Per me a oggi è sicuramente la persona più preparata per provare finalmente a passare dalle parole ai fatti con coraggio e competenza. Inoltre, avendo io avuto un’esperienza amministrativa durata molti anni, ritengo profondamente sbagliata l’idea dei doppi incarichi.

Come giudica il grande risultato ottenuto da Schlein a Bologna? Nell’area metropolitana però ha prevalso Bonaccini…

Mi fa molto piacere, si consolida il grande lavoro che abbiamo fatto per sostenere il sindaco Lepore: una sinistra unita che lavora quotidianamente sul territorio e a contatto diretto con i cittadini. Purtroppo nei nostri comuni della Provincia ha invece prevalso la paura del cambiamento, del nuovo. Anche se il voto degli iscritti nei circoli secondo me è molto basso.

È stata deludente la politica del Pd di questi ultimi dieci anni?

Molto, sì. In generale. I rappresentanti politici si sono allontanati dalla realtà e dai problemi dei cittadini, si potrebbero fare tanti esempi: le sempre minori risorse nella sanità pubblica, una vera riforma fiscale mai affrontata, il riordino istituzionale lasciato a metà, sempre meno risorse alla scuola pubblica, gli errori del Jobs Act.

Come dovrebbe cambiare la sinistra?

Innanzitutto deve darsi un’identità chiara, comprensibile dalle persone e soprattutto coerente. Valorizzare e difendere i valori della Costituzione nata dalla Resistenza ed essere antifascista non solo a parole, ma anche nei fatti.

Photo credits: Vergato News 24


3 pensieri riguardo “Sandra Focci: «Vorrei una sinistra chiara e coerente»

  1. Concordo completamento in ciò che ha scritto Sandra Focci. Soprattutto nel sostenere che i doppi incarichi non sono compatibili con il lavoro che ci sarà da fare per dare un nuovo volto al PD che ritorni un vero partito di sinistra, che torni finalmente tra la gente per capire i problemi che ci sono e che purtroppo con il nuovo Governo ci saranno che vogliono stravolgere la nostra Costituzione che è sicuramente la più bella e soprattutto la più giusta.

  2. Ciao Sandra, sono D’accordo con te e ho fatto scelte analoghe.
    Vorrei aggiungere, senza ripetere, che il voto a Elly è importante perché abbiamo bisogno di avere una sinistra che esca dal ghetto della incapacità di implementare un nuovo mondo. Con i valori nostri di sempre uguaglianza, diritti, solidarietà. Con Collaborazione internazionale utile reciprocamente, in un mondo contro la guerra che punisce sempre in larghissima maggioranza i più poveri e umili delle due parti in causa.
    Le guerre le fanno sempre fare agli ultimi, gli “elevati” muovono le bandierine sopra le mappe e fanno i pistolotti nei discorsi.
    Trovo compagni e cittadini, che, riguardo a Elly, mi dicono che occorre una capacità amministrativa. Rispondo che certo non guasta, ma il lavoro del partito è diverso.
    Nella parte fondamentale è rappresentare i bisogni e indicare le strade ideali e pratiche con i valori sopra indicati, che si incarnano nel lavoro, che è ciò di tutto quello di costruito, di alimentare, di conoscenza che ci circonda, di ciò che ci fa sognare e divertire. Di tutto insomma.
    Costruire e gestire poi queste idealità diviene conseguenza costruttiva e amministrativa. Il lavoro del politico è quello di un architetto sociale che sa unire partendo dai valori le diversità che si raccolgono nelle idee e sentimenti di fondo dandogli una forma condivisa e funzionale alla causa, portando alla conquista democratica il progresso per tutti, e soprattutto per le parti deboli che sono più in difficoltà dei forti.
    In questi tempi di grandi cambiamenti: digitali, ambientali, globali, Geopolitici siamo rimasti indietro nella capacità potente di usare i nuovi strumenti che chi, per conoscenza, possibilità, potere e ricchezza, ha saputo e potuto usare creando differenze enormi e intollerabili.
    È ora che la sinistra, nel mondo, maturi la capacità di realizzare una nuova politica ambientale, sostenibile e giusta, con strumenti vecchi e nuovi che garantisca a tutti, giacché viviamo in in mondo interconnesso, un sistema, la possibilita’ di una vita dignitosa e al meglio possibile. Basta inseguire anche noi liberismo assassini curandone magari con aspirine.
    E’ possibile una nuova fase, ed è una conquista primariamente culturale che determinera’ positive conseguenze.
    Questa la necessità, a fronte della quale dobbiamo fare la nostra parte. Ogni miglioramento o peggioramento determinerà conseguenze per tutti nel sistema Umano nel quale viviamo che è chiuso e definito.
    Buon lavoro a Elly, a tutti noi che ci riconosciamo in questi valori, a tutti coloro che arriveranno e aiuteranno verso questi traguardi di pace e di progresso.

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