Marcantonio Lunardi in anteprima nazionale al DamsLab

Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni nazionali e internazionali come il National Art Center di Tokyo, la Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca, il Video Tage Center di Hong Kong, il Museum on the Seam di Gerusalemme e il Videoart Yearbook del Dipartimento di Arti Visive dell’Università di Bologna. Il prossimo 30 marzo, alle 17 nelle sale di Piazzetta Pasolini, il debutto italiano del suo ultimo lavoro videoartistico “Pietas”

di Sara Papini, operatrice della comunicazione


Quando mi sono approcciata per la prima volta alla videoarte italiana, uno dei miei primi amori è stato senz’altro il lavoro di Marcantonio Lunardi. Politico, sociale ma anche pittorico, fotografico, minuzioso e spesso anacronistico. Marcantonio Lunardi è tutto questo e anche di più.

Per chi non conoscesse l’artista possiamo dire brevemente che vive e lavora a Bagni di Lucca. Diplomato in regia documentaristica, si è occupato di documentazione sociale e politica lavorando a installazioni, documentari e opere di videoarte. Dopo i master al Festival dei Popoli di Firenze, ha iniziato un percorso nel settore delle immagini in movimento, sperimentando linguaggi al confine tra il cinema del reale e la videoarte. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni nazionali e internazionali come il National Art Center di Tokyo, la Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca, il Video Tage Center di Hong Kong, il Museum on the Seam di Gerusalemme e il Videoart Yearbook del Dipartimento di Arti Visive dell’Università degli Studi di Bologna.

Che dire di più? Inutile ammettere che è stata per me una grande emozione poter visionare in anteprima il suo ultimo progetto videoartistico. Ad alcuni mesi dal suo ultimo lavoro, infatti, l’artista torna con una nuova e disarmante opera dal titolo Pietas. Un’opera di videoarte estremamente complessa, poetica e al contempo politica.  

E quale migliore occasione se non quella di presentarla in anteprima nazionale a Bologna? Durante una nostra chiacchierata, infatti, Marcantonio mi ha confessato l’amore per questa città e l’estrema felicità di poter presentare il suo lavoro in anteprima nazionale proprio qui:

«Bologna è la mia seconda patria. Agli inizi della mia carriera, in Italia, nel 2011, i festival italiani allora numerosi rifiutarono la mia prima opera Laboratoire Italie. Nessuno mi rispose tranne un festival la cui responsabile mi disse che non lo riteneva adatto perché ormai il tema del berlusconismo era passato. Venivo dal documentario e un risultato così pessimo mi aveva convinto che il mio lavoro non funzionava. Inaspettatamente il comitato di selezione del Videoart Yearbook 2011, l’annuario della videoarte italiana dell’Università di Bologna, mi sorprese: ero stato selezionato per quell’anno proprio per questo mio lavoro. Di lì in poi il mio lavoro ha cominciato a circolare all’estero, ma fu la partecipazione al Videoart Yearbook che mi ridette l’energia per continuare il percorso appena intrapreso e così iniziai a partecipare alle selezioni in Europa e in Asia. Si può ben capire l’effetto straniante di ritornare in Italia dopo tre anni di lavoro in tutto il mondo, quando alcuni curatori videro i miei lavori nei festival europei ed extraeuropei. Ma ancora oggi, se non in casi come il Dams o Ibrida Festival, cui sono legato per motivi artistici, preferisco far uscire le mie opere tenendo presente un panorama internazionale. Oggi, presentare in prima nazionale il mio lavoro al DAMSLab mi fa sentire umanamente e artisticamente a mio agio».

Ed esattamente nello stesso mese della XVI open call di Videoart Yearbook, Marcantonio Lunardi decide di presentare il suo ultimo lavoro presso il DamsLab. Ci vediamo quindi il 30 marzo, ore 17. Appuntatelo in agenda, perché non potete perdervelo!


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