Passante, il simbolo della finzione ecologica

«Recinzioni, allestimenti di cantieri e abbattimenti di alberi sono la parte visibile dei lavori appena iniziati. Poi c’è una parte invisibile di cui non si sa nulla, e che fa pensare che chi amministra Comune e Regione non ritenga così importante informare la cittadinanza»

di Luca Tassinari, cittadino


Sono iniziati i lavori preliminari per il “Passante di Bologna” o “Passante di Mezzo”, l’allargamento fino a 18 corsie di tangenziale e autostrada che il sindaco e la maggioranza che lo sostiene considerano il “simbolo della transizione ecologica”. Lo è a tal punto che i primi lavori visibili sono la recinzione di ampie zone verdi, compresi diversi parchi pubblici interdetti alla libera fruizione della cittadinanza, e l’abbattimento di centinaia di alberi, ahimè non protetti dalla solerzia degli amministratori pubblici che poco tempo fa hanno gridato contro altri abbattimenti lungo la ciclovia del Sole, minacciando azioni giudiziarie contro i responsabili (azioni delle quali, per inciso, non si sa nulla). Nella fattoria del governo locale tutti gli alberi sono uguali ma alcuni alberi sono più uguali degli altri.

Recinzioni, allestimenti di cantieri e abbattimenti di alberi sono la parte visibile dei lavori. Poi c’è una parte invisibile di cui non si sa nulla, e che fa pensare che chi amministra Comune e Regione non ritenga così importante informare la cittadinanza. C’è per esempio un Osservatorio Ambientale attivo ormai da un anno, che fin qui si è occupato per lo più di verifiche di ottemperanza. Quanti cittadini sono al corrente della sua esistenza? Quanti sono stati informati delle sue attività? Eppure l’Osservatorio Ambientale sul Passante fu uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione comunale, che lo presentò già in campagna elettorale come baluardo di vigilanza a tutela della salute di persone e ambiente.

Infatti, notizia di questi giorni, Autostrade ha chiesto due deroghe al Comune per eseguire lavori notturni e per superare le soglie di emissioni acustiche previste per legge. Per Autostrade e per il Comune, che si è subito mosso per approvare le deroghe, i danni alla salute umana provocati dal rumore e dai disturbi al sonno, certificati da decenni di studi scientifici, sono derogabili. Possiamo già immaginare schiere coraggiose ed ecologiste di governanti locali insorgere contro questo attentato alla salute pubblica. Possiamo immaginare, appunto. Possiamo invece scommettere a colpo sicuro che queste prime deroghe non saranno le ultime, e che anche le prossime passeranno senza che né il Comune né l’Osservatorio Ambientale abbiano alcunché da ridire.

Un altro oggetto misterioso di questo inizio lavori sono le centraline per il rilevamento della qualità dell’aria, spuntate qua e là tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, quasi di soppiatto, senza che qualcuno sentisse la necessità di informare la comunità. Sono attive quelle centraline? Non è un dettaglio da poco perché in base al Piano di Monitoraggio Ambientale del progetto, dalla loro attivazione scatta il timer di 12 mesi che definisce la fase ante operam, ovvero un anno intero in cui non possono essere avviati i lavori veri e propri di allargamento. Quel timer è scattato? E i dati dove sono?

Una delle prescrizioni ambientali definite dalla Regione recita: «Il Proponente dovrà concordare con Arpae il posizionamento delle centraline fisse/mobili per il monitoraggio atmosferico sia in fase ante operam, che in corso d’opera, che post operam. Al monitoraggio ambientale dovrà essere connesso un idoneo sistema informativo e di comunicazione, oltre che di archiviazione, prevedendo opportuni punti informativi nella logica di un sistema di community engagement». Qualcuno in Comune o in Regione si spenderà per tradurre quella previsione in realtà? Come si pensa di coinvolgere la comunità, se i dati di monitoraggio ambientale non sono resi pubblici e fruibili fin dall’inizio?

Infine, un mese fa è passato l’anniversario della richiesta di Valutazione di Impatto Sanitario del Passante, inviata a Regione e Comune il 27 febbraio 2022 da diverse associazioni cittadine e regionali. È uno studio che può essere fatto in sei-otto mesi con dati e strumenti ampiamente noti e utilizzati dagli uffici tecnici di Regione, Arpae e Ausl.

Se chi governa Comune e Regione si fosse preso la briga di fare propria questa richiesta, a quest’ora ci sarebbero già i risultati, ovvero un elemento in più per valutare i costi dell’opera in capo alla collettività e per mettere in campo i dovuti rimedi. Purtroppo nessuna risposta è arrivata, lasciando il sospetto che a qualunque livello di governo la tutela della salute umana e dell’ambiente sia l’ultimo dei pensieri.

C’è però anche qualche segnale positivo. Il 21 marzo nell’area di cantiere adiacente alle scuole Scandellara, sono spuntati due nuovi alberi che testimoniano il dissenso crescente della popolazione contro quest’opera inutile e antistorica. I due alberi hanno anche un nome: Albero Lepore (Pavonia bituminosa) e Albero Bonaccini (Ficus autostradalis), e sono addobbati con cartellini che dicono «non ho cura della salute dei bolognesi» e «non ho fatto la valutazione di impatto sanitario». È auspicabile che questi segnali di resistenza popolare si moltiplichino man mano che avanzeranno i cantieri con il loro portato di devastazione di diritti e beni comuni non adeguatamente tutelati da chi ha il dovere di farlo.

Photo credits: Ansa.it


12 pensieri riguardo “Passante, il simbolo della finzione ecologica

  1. Vorrei sommessamente ricordare che c’è una gran massa di persone, che forse non scrivono articoli sui giornali, che non ne può più di una mobilità strozzata come quella di Bologna, parlo soprattutto ma non solo di autostrada e tangenziale. Non si può oggi continuare con le infrastrutture degli anni 70. C’è anche qualcuno che lavora e che ha bisogno di muoversi, accanto alla tutela dell’ambiente, che non gode sicuramente di code chilometriche di auto ferme. Non tiratemi fuori poi i mezzi pubblici, nel mio quartiere San Ruffillo il bus 13 da sempre doppio è diventato singolo, stessa frequenza, ovvero servizio al 50%:
    carro bestiame accomodatevi prego ! Per snellire il tutto la bella trovata del limite 30 sulle strade di scorrimento come Viale Cavina. Bene il limite 30 ma sulle strade interne. Non parliamo poi dei parcheggi, ogni volta che vedo la Staveco o altri complessi militari in abbandono non utilizzati viene mal di stomaco. La città non è solo dei turisti o delle anime belle che ogni tanto, per passare il tempo, fanno un giro in bicicletta.

      1. Bella battuta ! Tu devi essere uno da ZTL; c’è anche chi vive in periferia e deve spostare per svariate decine di chilometri, magari anche con materiali appresso.

    1. Allora goditi i tuoi 5 anni di code infernali per i lavori, seguiti da una bella autostrada a 18 corsie degli anni 60 che non risolverà al un problema, attirando più traffico (vedi dati di progetto) e aumentando anziché ridurre i colli di bottiglia, vera causa degli ingorghi (es. Riduzione da 4 a 3 corsie cella carreggiata nella zona più critica, eliminazione dell’accesso in autostrada da san lazzaro, ..)
      Nel resto del mondo, addirittura nella disastrata Roma, le autostrade urbane si interrano…
      Ma a Bologna adorate le infrastrutture anni 60, magari 70..

    2. Quindi, ti riducono il trasporto pubblico, e tu invece di rivendicare un trasporto pubblico efficiente, preferisci una colata di cemento che costa più di due miliardi di euro (quanto trasporto pubblico si farebbe?) e che ti costringerà alle code, all’inquinamento, al traffico. Ah, e pure a continuare a spendere migliaia di euro all’anno per muoverti in automobile. Contento tu.

      1. Il trasporto pubblico è in peggioramento da tanti anni e non credo proprio che Autostrade che finanzierebbe il passante farebbe la donazione, in alternativa al trasporto pubblico: sono cose su piani diversi. Bologna è un’area di passaggio fra nord e sud est ed ovest, su questo non c’è autobus o tram o bici che tenga. Ci poteva essere un passante in luogo diverso, forse si, ma non è stato voluto purtroppo e mi sembrava meglio il primo progetto. Comunque “contento tu” bisogna capire i contesti, altrimenti si fa un gran confusione. O demagogia. Perchè le code, ti informo, ci sono già, l’inquinamento anche, perchè la rete non regge più.

  2. Purtroppo nel caso del famigerato passante si e’ configurata un mefitica congiunzione astrale assai negativa ndfra i partiti di “sinistra” (diciamo cosi’ per usare un aggettivo identificativo NON perche’ lo siano veramente) ,i partiti cosiddetti finti ecologisti (verdi, sinistra ecologica ecc) e quelli di destra che prima delle elezioni protestavano e sbandieravano a tutto spiano le loro contrarieta’ al progetto, poi una volta rientrati nelle stanze del potere, hanno virato a 180° ed hanno abbracciato completamente la causa delle lobbies autostradali, societa’ e coop asfaltatrici e infrastrutturali ecc ecc.
    La colpa come al solito e’ della cittadinanza che non vigila abbastanza e quando viene chiamata al voto , vota con la pancia e NON CON LA TESTA, altrimenti il problema del passante sarebbe gia’ stato abbondantemente risolto.
    termino il mio intervento con questa massima, che molto si addice…
    spesso l’ Italiano NON CAPISCE COSA LEGGE,
    NON CAPISCE COSA E’ LEGGE
    NON CAPISCE COSA ELEGGE
    ANDREA

    1. Mi sembra un commento, molto da “puzza sotto il naso”, “gli altri” non capiscono niente solo io ho la verità in tasca. Non mi sembra un buon metodo di confronto. Forse non ci si deve meravigliare dove sta finendo la sinistra: la politica dovrebbe seguire l’interesse dei cittadini, altrimenti questi ignorantoni, si rivolgono ad altri. Vedi la classe operaia che è finita per votare lega (sic!)

      1. sinceramente di dove possa andare a finire la sinistra o la destra non me ne puo’ importare di meno ,continuando con queste scelte impopolari, quando la gente aprirà gli occhi, esauriranno la loro spinta e finiranno nel dimenticatoio della storia e come diceva un famoso attore: “sinceramente me ne frego”

  3. E perchè non si fa un referendum ?
    Così ci si misura sui fatti.

    Ah, ma è vero “gli altri” non capiscono nulla…

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