Contro lo sgombero della “Vivaia” intervenga l’amministrazione

Da qualche giorno, un ex vivaio di proprietà privata e in stato di abbandono nei dintorni del cimitero monumentale della Certosa si è popolato e rivitalizzato grazie a un’occupazione. Dopo la denuncia della proprietà, la Questura si è già detta disponibile a eseguire lo sgombero. Comune e Quartiere si facciano mediatori tra le parti, in nome del bene collettivo

di Sergio Palombarini, avvocato


Da molti mesi – non ne ho tenuto il conto – per andare verso lo stadio Dall’Ara, venendo dal centro, percorro via Valdossola e imbocco un piccolo tratto pedonale di via della Certosa che, passando a fianco a un tratto di canale a cielo aperto, arriva all’accesso alla camera mortuaria, e poi prosegue verso via Andrea
Costa.

Da quel tratto pedonale si vede a sinistra il giardino Giacomo Bulgarelli, e a destra una vasta area verde abbandonata, ridotta a discarica, costellata da piccoli manufatti distrutti, dentro i quali si scorgono materassi marci, pattume, vetri rotti, e così via. Un tempo – se non ho capito male fino a circa 15 anni fa – era un vivaio. L’impressione ora (da anni) è quella di una delle tante aree abbandonate e degradate, improvvisati dormitori notturni per povera gente, pattumiere a cielo aperto. L’immagine dell’incuria, dell’abbandono, della solitudine: un angolo triste della città.

Nei giorni scorsi ho avuto la sorpresa di vedere che l’area era popolata da giovani, musica, aria di festa. È la “Vivaia”. Il terreno è stato occupato da gruppi di giovani che da subito intendono farne una zona di incontro, di attività per persone di tutte le età, di socializzazione, di cultura, e di divertimento.

La trovo una idea meravigliosa. Le persone agiscono nel concreto e decidono di rompere una situazione di stallo che da anni preclude ai cittadini l’uso di una ampia zona di verde, e in prima persona diventano attori politici, sociali e culturali: avanzano proposte, progetti, li mettono in pratica in prima persona e sotto la propria responsabilità. Invitano la cittadinanza a unirsi. E da quello che ho potuto capire i cittadini accorrono: mi è stato riferito di tanti attestati anche concreti di solidarietà e partecipazione; molte persone vogliono unirsi e agire assieme, sono previste iniziative di vario genere.

Sul Corriere di Bologna del 13 aprile veniva riferita (in modo molto sintetico) la posizione della Questura di Bologna: dopo la denuncia presentata dalla proprietà dell’area siamo pronti a sgomberare. Posto che la Questura fa il proprio lavoro, e fortunatamente Bologna ha un Questore molto sensibile alle esigenze dei cittadini, il Comune e il Quartiere cosa pensano? Da quello che si può immaginare, la “Vivaia” potrebbe essere spazzata via, messi i catenacci all’entrata, e tutto tornerebbe come prima, forse ancora per anni, in attesa che il proprietario dell’area e il Comune decidano se e cosa fare.

Credo che ciò sarebbe profondamente sbagliato. Il Comune e il Quartiere devono prendere posizione, e far sapere ai cittadini come si pongono di fronte ai decine di cittadine e cittadini che agiscono per il bene collettivo, e intervengono su una situazione priva di governo e abbandonata a sé stessa. E non ci si venga a dire che l’area è di un privato che può fare quello che vuole, non è vero, lo dice la Costituzione al suo articolo 41 comma 2:

«[1] L’iniziativa economica privata è libera. [2] Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. [3] La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali»

Quindi: l’iniziativa economica, e così pure la proprietà privata inerte, non possono porsi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Il Comune e il Quartiere tutelino chi sta valorizzando l’aerea dell’ex vivaio, li supportino nelle iniziative intraprese, nel contempo facciano da mediatori con la proprietà contemperando le diverse esigenze; si assicurino che non avvengano danneggiamenti e abusi: in definitiva agiscano tenendo presente che la città, i suoi spazi di verde, le sue aree aperte, sono prima di tutto un bene comune.

Photo credits: Ansa.it


4 pensieri riguardo “Contro lo sgombero della “Vivaia” intervenga l’amministrazione

  1. Articolo molto utile e serio;spero che venga meditato da chi e’ pro tempore titolare di funzioni pubbliche di rappresentanza

  2. Ottima considerazione valida anche per altre situazioni, la ricerca di una mediazione evitando lo scontro è strada innovativa e moderna

  3. Non so se sia mai stato applicato ma l’art.838 del codice civile prevede che “quando il proprietario abbandona la conservazione, la coltivazione o l’esercizio di beni che interessano la produzione nazionale, in modo da nuocere gravemente alle esigenze della produzione stessa, puo’ farsi luogo all’ESPROPRIAZIONE dei beni da parte dell’autorita’ amministrativa, premesso il pagamento di una giusta indennita’. La stessa disposizione si applica se il deperimento dei beni ha per effetto di nuocere gravemente al DECORO delle città o alle ragioni dell’arte, della storia o della sanita’ pubblica”. Se tra le persone coinvolte nella valorizzazione dell’are ci sono esponenti di enti del terzo settore potrebbero presentare una proposta di coprogettazione al Comune per chiedere di gestire l’area assicurando i bisogni del quartiere e garantendo il decoro di spazi adiacenti alla nostra magnifica Certosa…

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