Negli ultimi anni le adozioni di cani, gatti e furetti sono aumentate in tutta l’area metropolitana. Un tema dagli ampi risvolti sociali, con i Comuni chiamati a uno sforzo di attenzione sempre maggiore verso i diritti degli animali e i doveri dei proprietari
di Barbara Beghelli, giornalista
Secondo i dati rilasciati dal Comune di Bologna a febbraio di quest’anno, in città ci sono quasi 49mila animali da compagnia. Di questi, 40mila sono cani iscritti all’anagrafe canina: su una popolazione di circa 393mila abitanti, più o meno un cane ogni nove famiglie. Nel Comune più grande dell’area metropolitana, Casalecchio con più di 36mila abitanti, risultano 8mila cani registrati su 18mila famiglie.
Numeri importanti, questi, destinati a salire. Ma dietro questo mondo di adozioni ci sono delle regole che la popolazione spesso ignora e che però vanno rispettate, normative ben sviscerate al convegno dal titolo emblematico: “Benessere animale e benessere sociale” (la seconda sessione, per chi fosse interessato, sarà venerdi 21). Organizzato dalle Acli provinciali e patrocinato dall’Ordine dei Medici Veterinari di Bologna, con tanto di introduzione del consigliere comunale Davide Celli, ha visto tra i relatori anche Arianna Giordano, una delle (rare) esperte di diritti animali e normative degli enti locali.

«Non c’è dubbio che il primo riferimento normativo regionale da considerare sia l’anagrafe canina: il nostro amico a quattro zampe segue infatti il proprietario che ha deciso di accudirlo nel cambio di residenza con una pratica parallela in anagrafe», dice la dottoressa Giordano. Stessa cosa succederà in caso di rinuncia al cane, cessione o morte.
Secondo, gli amici a quattrozampe vanno microchippati e, per chi non lo sapesse, le spese veterinarie sono detraibili con una franchigia e fino a un tetto massimo; naturalmente tutti i pagamenti devono essere tracciabili.
Ma quel che va detto e di cui tanto si è parlato al convegno si riassume in due parole chiave: consapevolezza (del comportamento del proprietario nei confronti del cane) e comunicazione, ovvero come rendere edotto chi prende in affido un cane.
Altro tema affrontato, il rapporto terapico necessario e le capacità di reddito del proprietario, importanti per affrontare tali spese, sempre più onerose: il veterinario deve comprendere lo stato economico e finanziario del cliente anche per evitare, come a volte succede, che il proprietario non mangi per curare il proporio amatissimo cane.
Arianna Giordano, ci spieghi il concetto di benessere animale.
Non è un concetto statico ma dinamico, che sta evolvendo nel tempo per via del crescente numero di animali da compagnia che i cittadini detengono. Numerose sono le definizioni di benessere animale scientificamente accreditate, ma tutte convergono su uno stato di salute completa, sia fisica che mentale, dell’animale. Che naturalmente deve essere in armonia con il suo essere e con l’ambiente circostante. La sua capacità di esprimere i suoi comportamenti naturali è già una buona qualità della vita, proprio come per gli umani.
I Comuni hanno intensificato azioni e progetti per creare proprietari consapevoli?
Sì, ma solo negli ultimi dieci anni. Corsi, incontri o, come avviene a Casalecchio, istituendo un ufficio preposto ai diritti degli animali, ma soprattutto alle loro relazioni con il territorio. Educare e informare i proprietari su normative e approccio con l’ambiente urbano è fondamentale.
I cittadini spesso lamentano mancate realizzazioni di aree di sgambo e la mancanza di raccolta delle deiezioni.
Questo è un tema caldo, come peraltro il fatto che nonostante i divieti di legge e i regolamenti comunali, molti proprietari ancora portino a passeggio i cani senza guinzaglio. Molto spesso l’ignoranza e la trasgressione di norme e regolamenti creano problemi di convivenza.
Si adottano sempre più animali, anche in città.
Confermo. Si assiste a un progressivo incremento di cani, gatti e furetti iscritti nelle anagrafi. Questo fatto determina sempre più che i Comuni debbano attrezzarsi per dare ambienti idonei e che sia prioritario conoscere, oltre che i diritti, i propri doveri.
I Comuni devono poi fare campagne informative circa un’adozione consapevole, perché avere un animale da compagnia comporta benefici ma anche costi, tempo e pazienza per educare l’animale, cucciolo o adulto che sia.
Infine bisogna accelerare sugli incontri pubblici, affinché i cittadini siano edotti sulla parte normativa, troppo spesso sconosciuta e disattesa da molti. Perché ricordiamolo, i diritti degli animali devono sempre accompagnarsi con i doveri dei proprietari.