Lettera 9 – L’invenzione della Libertà

di Enzo Pellegrino, già docente, scrittore, pittore


La Storia è un banco da macellaio dove spesso vittima e carnefice si scambiano i ruoli, come tante volte è accaduto nelle rivoluzioni finite poi nella discarica della tirannide.

Non così per La Resistenza che nei decenni ha mantenuto integri i valori di libertà e giustizia sociale, riportati tutti nella Carta Costituzionale non sempre, ahinoi, rispettata.

Caro Partigiano, ora che nere ombre s’addensano all’orizzonte e uragani di guerra devastano i corpi e le coscienze, il tuo esempio di eroismo, mai esibito ma praticato, ci è d’aiuto e conforto, ché la libertà dei diritti ma anche quella dal bisogno non può essere soppressa.

Ora che la coscienza del gregge, manipolata ad arte dai media e dai mestatori di ogni risma – quel fascismo strisciante già denunciato da Pasolini- sembra avere obnubilata la ragione, la tua rivolta per il riscatto, caro Partigiano, è un vivo canto di libertà: Bella ciao!

La Resistenza appartiene a tutti e non è in esclusiva di nessuno perché è stata una lotta di Liberazione contro l’occupazione nazista favorita e aizzata dai vili fascisti nostrani che, per un piatto di lenticchie, hanno svenduto la Patria.

Ecco perché è stata anche una lotta patriottica contro l’invasore (Bella ciao!) per riscattare la dignità di un popolo e restituirgli la libertà sequestrata dalla tirannide.

A te, caro Partigiano, s’addice la massima dell’imperativo kantiano che noi ci impegniamo a onorare: «Rispetta l’umanità che è in te e negli altri sempre come fine e mai come mezzo». Che trasferita ai giorni nostri vuol dire spostare la lotta su nuove frontiere: la salvazione del pianeta, l’accoglienza dei dannati della terra, il diritto alla dignità del lavoro, la protezione del debole e soprattutto la pace, perché senza questa tutto si corrompe e muore, perché gli esseri umani non possono trovar posto su un banco da macellaio.

Ora e sempre Resistenza affinché nel mondo ci sia ancora Umanità!


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