di Moni Ovadia, attore, regista, scrittore
Fratello Partigiano, pensandoti mi ritornano alla mente le parole di una canzone di Italo Calvino e Sergio Liberovici, “oltre il ponte”, di cui hanno inciso una versione anche i “Modena City Ramblers” e alla quale ho partecipato anche io. Rammemoro a braccio alcuni versi per te:
«Avevamo vent'anni e oltre il ponte oltre il ponte ch'è in mano nemica vedevamo l'altra riva, la vita tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte tutto il bene avevamo nel cuore a vent'anni la vita è oltre il ponte oltre il fuoco comincia l'amore».
Le vostre scelte i vostri sacrifici, il vostro magistero Ci hanno dato tutto il bene di cui abbiamo goduto, avete tracciato per noi il cammino per l’edificazione di una società di giustizia. Voi “ribelli per amore” ci avete donato la straordinaria Costituzione che ci ha permesso di riconoscerci come autentica comunità nazionale liberandoci dalla peste nera che ci aveva trascinato in una guerra assassina e distruttrice, nell’infamia del colonialismo, nella vergogna delle leggi razziste, del genocidio che aveva sbranato il tessuto umano del nostro Paese, ridotto il cittadino al ruolo di suddito sottomesso, ristretto le donne a un ruolo servile o peggio, impedite a esercitare un ruolo attivo nella società.
Il male lo abbiamo avuto da tutti coloro che si sono accaniti a ricacciare indietro le vostre e le nostre conquiste, a comprimere lo straordinario orizzonte che voi avete inaugurato con perverso spirito reazionario e revisionismo revanscista, con attentati, con trame sotterranee praticate nell’intento di demolire le conquiste democratiche sociali e civili per renderci vassalli dei potenti, ma noi non abbiamo ceduto e non cederemo. Noi partigiani di oggi terremo sempre davanti a noi l’eredità che ci avete trasmesso ora e sempre. Ed è perché lo dobbiamo a voi che lo dobbiamo a noi stessi.
Un abbraccio antifascista.