Piove, governo ladro? No, improvvido

In Regione governa il centrosinistra, come a Bologna e in vari Comuni della Romagna. A Roma governa la destra. Entrambi, però, hanno un unico faro: lo sviluppo. Ma è proprio questo che va cambiato. Se continuiamo ad attrezzare vaste aree di terreno fertile a piattaforme cementificate e asfaltate non facciamo che perseverare in una direzione che porterà solo danni. Costruire nuove strade, edificare – con tutto il patrimonio edilizio abbandonato che già esiste – è folle

di Pier Giorgio Ardeni, economista dello sviluppo


Non sarò certamente l’unico a scriverne – come ha già fatto Paolo Soglia su Facebook (qui), ad esempio – ed è facile, forse, lamentarsi quando ci si trova di fronte al dramma. Ma il disastro cui stiamo assistendo, lo sappiamo, non è solo colpa del destino.

Una pioggia intensa, una precipitazione, un ciclone, possono accadere. Ma, e questa è la prima domanda, eravamo preparati? Certo, non si può prevenire tutto, le calamità sono così. E, però, non lo sapevano i nostri amministratori e governanti che i fiumi vanno ripuliti e mantenuti, che le piogge percolano a valle quando le pendici di monti e colline sono state erose e private di vegetazione? Quanti e quali investimenti strutturali non sono stati fatti per rimettere in ordine i nostri fiumi e i nostri canali, anche per contenere i danni causati da eventuali eventi eccezionali? I quali, per inciso, sono sempre più frequenti, come ci ricorda chi studia il cambiamento climatico.

La Regione Emilia-Romagna è la terza in Italia per consumo di suolo e la prima per consumo di suolo in aree alluvionabili. Tra le province che hanno più cementificato negli ultimi anni, quattro sono nella nostra regione e Ravenna è seconda solo a Roma. La capacità di assorbimento dell’acqua nei nostri territori è stata sistematicamente ridotta, rendendo il suolo impermeabile – se su un campo cadono 10 mm d’acqua in superficie ne rimane 1, se cadono su un parcheggio o su un’area asfaltata ne rimangono 6. Così, enormi masse d’acqua non sono più smaltibili e assorbibili dalla rete fluviale e dei canali, e quando si hanno eventi atmosferici anomali assumono la dimensione del disastro, fiumi e torrenti esondano e le città vanno sott’acqua.

Del dissesto idrogeologico ci ricordiamo quando c’è una catastrofe – com’è stato a Ischia – per poi dimenticarlo. Noi cittadini ce ne dimentichiamo. Ma chi ci amministra, e ha promesso di farlo, non dovrebbe dimenticarsene. E anche su questo piano, del rischio idrogeologico, secondo quanto dicono i dati, la regione Emilia-Romagna primeggia.

Abbiamo Leggi Regionali che permettono incrementi d’uso del suolo tra i più alti d’Italia, cui si aggiungono gli interessi dei Comuni a espandere (per gli oneri di urbanizzazione che ne ricavano), dei privati e delle imprese a cementificare, in nome, sempre, dello sviluppo, che sapientemente i nostri politici coniugano con le paroline che piacciono, come occupazione e benessere.

In Regione governa il centrosinistra, come a Bologna e in vari altri Comuni della Romagna. A Roma, governa la destra. Entrambi, però, hanno un unico faro: lo sviluppo. Ma è proprio questo sviluppo che va cambiato. Se continuiamo ad attrezzare vaste aree di terreno fertile a piattaforme cementificate e asfaltate per la logistica, le industrie, le strade, non facciamo che perseverare in una direzione che porterà solo danni. Costruire nuove strade, edificare – con tutto il patrimonio edilizio abitativo e commerciale inutilizzato o abbandonato che già esiste – è folle.

Ora, abbiamo in programma una bella grande arteria viaria a 18 corsie. Una bella, enorme colata di cemento e asfalto. Con gli annessi piazzali per i distributori di benzina e tutto il resto. Certo, si dice, sarà per fluidificare il traffico. Che ovviamente si concentrerà e aumenterà, data la possibilità che gli si offre, invece di diminuire. Aumentando l’emissione di gas nocivi, diminuendo ulteriormente la superficie di suolo naturale e libero. Invece di potenziare il trasporto passeggeri pubblico. Perché non investire in 10mila navette e autobus? Perché non potenziare il trasporto su rotaia?

La collina e la montagna sono state abbandonate. Rimboschimenti fasulli – conifere ovunque, dove non cresce il sottobosco –, terreni argillosi lasciati scivolare – tamponati con cemento –, la montagna disabitata, con nessuno a presidiare il territorio. Certo la Regione incentiva le giovani coppie ad accedere ai mutui per stabilirsi in Comuni di montagna. E perché solo le coppie giovani (che fanno fatica ad avere un lavoro fisso, perché le banche un mutuo non te lo danno, se non ce l’hai)? E come si fa a risiedere dove non c’è più un ospedale, un ufficio postale, e tutto intorno è deserto?

Forse che nei programmi di chi è stato eletto non vi fosse una sincera vocazione ambientalista? Non sia mai! A Bologna come in Regione il “verde” è sempre stato in cima alle priorità. Il fatto è che l’ambientalismo è ormai divenuto un’etichetta che nessuna forza politica rinuncia ad avere. Ma poi, sotto la vernice verde, sopravvive il buon vecchio sano modello di sviluppo industrialista. Che rende felice il consumatore, l’automobilista, il buon cittadino medio che vuole arrivare con la propria auto ovunque, che vuole vedersi arrivare a casa il pacco. Salvo poi piangere se la città gli si allaga.

Cambiare modello di sviluppo non dovrebbe voler dire solo cambiare stili di vita e consumi. Dovrebbe voler dire prendersi cura diversa del territorio e della natura. Spendendo per prevenire, tutelare e curare, non intervenendo solo nell’emergenza. Smettendola di mangiarsi suolo e terreni per farne ciò che ci pare, perché, come vediamo, la natura risponde e ormai la stiamo pagando (cara).

Photo credits: Ansa.it


6 pensieri riguardo “Piove, governo ladro? No, improvvido

  1. E’ una analisi perfetta che dovrebbe essere discussa con urgenza in segreteria regionale; se me la mandi in mail la giro a Cuperlo;il tre giugno c”e ‘ un convegno nazionale e questo e’ un tema importantissimo

  2. E che dire degli investimenti per l’edilizia scolastica decisi dal Comune di Bologna, che prevedono di costruire le nuove scuole accanto a quelle esistenti, al posto del parco attiguo, cementificando quindi il terreno, per poi distruggere quella esistente, su terreno già consumato? Come nel caso della nuova scuola media Besta, che si prevede di costruire accanto all’esistente, al posto di un parco di 15.000 mq. con alberi di alto fusto, per poi distruggere quella attuale. Lo stesso destino è previsto per la scuola media Dozza. Mentre per la scuola Guercino, pressoché identica alle prime due, è in corso la riqualificazione, con 1/5 della spesa (3 milioni di € invece di 15 mil €) e del tempo di realizzazione, senza problemi per il parco circostante.

    1. E che dire del nido Cavazzoni che prevede la cementificazione del parco Acerbi con costi assurdi e la costruzione in tre anni togliendo un polmone verde che viene vissuto da giovani e soprattutto anziani, creando una enorme bomba di calore?

  3. molto interessante ed emblematico e’ vedere quello che e’ successo a Rastignano-parco del Paleotto , piu’ precisamente dove e’ stato posizionato il cantiere del cosiddetto Nodo di Rastignano:
    Premessa:
    il 17 maggio 2023 il cantiere del Nodo di Rastignano *”è stato spazzato via dalle acque del fiume del Savena”.* Un’opera pensata venti anni fa: una strada ad alto scorrimento proprio sulla riva del fiume, tra il comune di Bologna e quello di Pianoro. Paletti, transenne, sponde arancioni plastificate, persino l’asfalto della strada: tutto è stato fagocitato e trascinato via dalla potenza delle acque. Il fiume si è ripreso il suo spazio.
    A questo punto mi chiedo: avranno ancora il coraggio i ns amministratori della citta’ metropolitana di insistere col progetto del passante di Rastignano dopo questa “punizione di giove pluvio” e dopo che l’acqua si sara’ ritirata e lasciato il posto ad un mare di fango??? vorrei fare un parallelo con gli antichi costruttori della “TORRE DI BABELE” VOLEVANO SALIRE SEMPRE PIU’ IN ALTO SFIDANDO LE LEGGI DELLA NATURA , (e della gravità) ,FINCHE’ ARRIVO’ LA GISTA PUNIZONE DIVINA … orami anche in questo caso non ci siamo cosi’ lontani…..

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