Dopo l’iniziativa “La Libertà è difficile e fa soffrire”, ospitata dalle nostre pagine in occasione della Festa della Liberazione, pubblichiamo ora le lettere inviateci dai lettori che hanno deciso di aderire all’appello lanciato nelle settimane scorse dalla presidente provinciale Anna Cocchi e da Mattia Fontanella
di Franca Antonia Mariani, nipote
Mi piace scrivervi. Dopo una vita nella quale siete stati sempre i martiri irraggiungibili, non più conoscibili, lo scrivervi vi concretizza. In questi anni avrete sentito, anche lì dove siete, quanto amore trattenuto è stato riversato su di voi da tutti, dai vostri genitori, da vostro fratello e sorella, divenuti in un attimo cognato e cognata, dai vostri nipoti.
Io sono la prima nipote, quella che porta i vostri nomi, Antonio e Franco. E, visto che dopo tanti anni posso parlarvi un attimo con un po’ di coraggio, mi piace dirvi che sono stata sempre orgogliosa di voi, addolorata per voi, disperata per voi, per non sapere come vi hanno ammazzato, che strazio è stato farsi uccidere e perdere tutto, oltre alla vita. Perché non avete neppure saputo, mentre morivate, che i vostri assassini avrebbero perso la guerra, che il resto della famiglia si sarebbe salvato, che sarei nata e avrei, in me, condensato le vostre vite.
Ciao, ragazzi. La mia mamma vi chiamava sempre così: i ragazzi.
Ci ho messo 78 anni per parlare con voi.
Ciao, ragazzi. A presto, ormai.
Franca Antonia, come voi

Davvero commovente, ha sapore di verità