Quarantatré anni da Ustica, quarantatré anni senza completa verità

Il prossimo 27 giugno ricorre l’anniversario dell’abbattimento del Dc9 Itavia che, anche quest’anno, vede il mondo della cultura, dell’arte e della ricerca collaborare per dare sempre più forza alla richiesta di completa verità che purtroppo ancora attende

di Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica


Nel corso della 19ma edizione del Biografilm Festival è stato presentato al Cinema Lumière Luci per Ustica del regista Luciano Manuzzi, prodotto per Rai Documentari da Sonne Film con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna.

Si tratta di un “percorso” che, partendo dall’opera di Christian Boltanski, collega il Museo per la Memoria di Ustica con la vicenda della Strage e, più in generale, con il tessuto sociale, politico e umano di Bologna.

Il film, soggetto e sceneggiatura di Luciano Manuzzi e Luigi Riva, è argomentato dalle interviste di Walter Veltroni, Romano Prodi e del Cardinale di Bologna Matteo Zuppi, e porta le testimonianze – tra gli altri – di Luigi Manconi, Marco Damilano e dell’ex sindaco Walter Vitali, che individuò il luogo per la sistemazione del relitto del DC9 Itavia, sede futura del Museo.  La vicenda è scandita dai racconti di Daria Bonfietti, Alessandro Gamberini (da sempre avvocato dell’Associazione) e Danilo Eccher, che ha curato tutte le mostre di Boltanski a Bologna, e si chiude con un intervento poetico di Mariangela Gualtieri.

In questi giorni è anche a disposizione del pubblico il volume Ustica e gli anni ’80 a cura di Luca Alessandrini per l’editore Manni. Si tratta della raccolta degli atti di un convegno tenutosi a Bologna, organizzato dall’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica in collaborazione con l’Istituto Parri e l’Università: una riflessione sul contesto storico visto, diciamo così, nell’ottica della politica interna, mentre in un precedente Convegno si era fatto il punto sulla situazione internazionale. Gli storici cercano di rispondere alla domanda: «Che Italia era quella degli Anni ’80, che Paese, che nazione e quale società?». Tra i contributi al dibattito anche quelli di Fulvio Cammarano, Gianfranco Pasquino, Alberto Melloni, Marianna Biral, Giovanni Scirocco.

Mi piace anche aggiungere che, sempre grazie alla collaborazione tra Istituto Parri e la nostra Associazione, si sta già mettendo al lavoro un Comitato Scientifico per l’elaborazione di un altro percorso di ricerca, specificatamente dedicato al tragico evento del 27 giugno 1980. Per approfondirne le dinamiche e le difficoltà nel percorso della verità tra indagini e perizie, e fare dei risultati di questo comitato l’oggetto di un prossimo Convegno. 

Così, con queste realizzazioni, ci avviciniamo al 27 giugno per ricordare il 43° anniversario della strage. E anche questi percorsi tra storia, memoria e arte ci saranno di aiuto per dare più forza alla richiesta di completa verità, che ancora attende.

Come infatti abbiamo saputo dalla sentenza del giudice Priore, «il Dc9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra non dichiarata che ha colpito i confini e i diritti della Nazione». Il presidente Cossiga, con una deposizione davanti ai giudici, incolpò i francesi e così, nel 2008, si sono riaperte le indagini. Aspettiamo dalla Procura della Repubblica di Roma parole definitive, i nomi dei Paesi responsabili dell’abbattimento di un aereo civile e/o la denuncia dei motivi che non permettono alla verità di essere totalmente svelata.


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