Critica della ragion spuria

Perché il tafazzismo ormai diffuso non diventi del tutto egemone occorrerà forse chiedersi, prima di lamentarsi, se come cittadini siamo effettivamente titolati a criticare le scelte che non ci piacciono. E soprattutto, se c’è una vera coerenza tra i nostri comportamenti privati e il rigore che pretendiamo dagli altri, siano i membri della giunta comunale o il resto dei nostri concittadini

di Pier Francesco Di Biase, caporedattore cB


«Per critica» – ci ripeteva spesso la professoressa Cocci al liceo, descrivendoci il pensiero kantiano – «si intende l’analisi razionale dei limiti e delle possibilità di un determinato oggetto di studio». Parole che chissà perché ho sempre ricordato, e che mi tornano in mente ogni volta che, per un motivo o per un altro, mi trovo a discutere con altri di questa città.

L’ultima occasione è stata mercoledì scorso, in piazza della Pioggia, a margine di un’intervista-confronto con Simone Borsari – assessore ai lavori pubblici, manutenzione e pulizia del Comune di Bologna – che il circolo Pd Passepartout mi aveva gentilmente chiesto di moderare.

Arrivati al terribile momento delle “domande dal pubblico”, infatti, si prendevano la scena due coniugi, proprietari di un B&B in zona, che lamentavano una qualche imprecisata scarsità di parcheggi e la sporcizia diffusa: «Tutti i nostri ospiti – riferivano, paragonando curiosamente Bologna a Malmö – si stupiscono di quanto siano sporche le nostre strade. Vorremmo sapere quando torneranno pulite!». E a nulla serviva, per convincerli, il lungo elenco di misure che l’assessore portava alla loro attenzione, a dimostrazione dell’impegno profuso in questi due anni sul tema.

Ora, posto che dovremmo finirla tutti con questa esterofilia d’accatto – non foss’altro perché è evidentemente superficiale – la domanda che mi è sorta spontanea in quel frangente, e che non ho potuto fare a meno di porre ai presenti, è quali siano le differenze tra le utenze delle due città. Perché Malmö avrà pure una popolazione comparabile con la nostra, ma di certo non ha lo stesso numero di studenti e nemmeno di turisti. E questo, soprattutto chi affitta, lo dovrebbe sempre tenere a mente…

È certamente vero che, nell’analisi critica di quanto accade in una città, la sua amministrazione è naturalmente portata a vedere le possibilità. Lo è altrettanto, tuttavia, che a Bologna lo sport preferito dal resto della cittadinanza è concentrarsi quasi esclusivamente sui limiti. Un ottimo indicatore di quanto diffuso sia il benessere da queste parti, e al contempo un pericoloso segnale di un tafazzismo che ormai si è fatto cultura locale.

Perché quest’ultimo non diventi del tutto egemone occorrerà forse chiedersi, prima di lamentarsi, se come cittadini siamo effettivamente titolati a criticare le scelte che non ci piacciono. E soprattutto, se c’è una vera coerenza tra i nostri comportamenti privati e il rigore che pretendiamo dagli altri, siano i membri della giunta comunale o il resto dei nostri concittadini.

Se qualcuno, turisti compresi, utilizza i nuovi cassonetti della differenziata come discarica abusiva, la colpa è del suo scarso senso civico o di Hera? E la crisi abitativa, con conseguente impennata dei prezzi, è da imputarsi alla speculazione privata o ad Acer e al Piano Casa da 200 milioni del Comune di Bologna? E ancora: gli ottocento e più comitard del centro storico (qui) sono tutti veri filantropi come Otello Ciavatti? E i benaltristi dei trenta all’ora sono sempre impeccabili alla guida?

Con questo, senz’altro, non vorrei passare come apologeta dell’amministrazione, che su ognuno di questi dossier ha responsabilità ben precise e ineludibili. Ma se davanti ai problemi della nostra città cominciassimo tutti – giornalisti compresi – a farci anche questo genere di domande, sono sicuro che a giovarsene sarebbe soprattutto la qualità del dibattito pubblico, e dunque la capacità di dare risposte razionali a questioni indubbiamente complesse.

Diversamente, continueremo a scontrarci su piani falsificati dalle nostre percezioni, quando non totalmente stravolti da interessi di parte. Con buona pace del trionfo della ragione, che lascerebbe irrimediabilmente il posto al dominio del pregiudizio.


Un pensiero riguardo “Critica della ragion spuria

  1. da quanto tempo un giornalista non analizza con onestà la situazione di bologna perché non vediamo la città perfetta che vedete voi .

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