Centri giovanili: un modello partecipativo è possibile

Continua la nostra riflessione sugli spazi giovanili: dopo avervi raccontato del lavoro che il Comune di Bologna sta mettendo in campo tramite il Piano Adolescenti e l’Istruttoria sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (qui), ci spostiamo di qualche km per parlarvi di una bella esperienza che sta crescendo e che forse può dare qualche spunto a tanti altri Comuni

di Fabrizio Dondi, assessore alle Politiche per i giovani e Cultura di Castel San Pietro Terme


Ha ancora senso l’esperienza dei centri giovanili? Sì, se sono strutturati per offrire spazi e opportunità all’aggregazione giovanile e se vengono utilizzati in maniera polifunzionale da un’ampia rete di soggetti.

L’assessorato ai Giovani di Castel San Pietro Terme ha seguito queste linee nel declinare le politiche rivolte alla fascia 11-34, con l’obiettivo di trasformare gli spazi di aggregazione in luoghi di socialità e scoperta in cui ragazzi e ragazze possano incontrarsi liberamente e dare corpo ai loro progetti, partendo dalla ricognizione dei bisogni espressi. Il risultato è a oggi soddisfacente, ma non bisogna smettere di investire e sperimentare.

Il nostro Comune (21mila abitanti) ha due spazi di aggregazione, uno del capoluogo e uno in frazione. Mentre quello in frazione ha una sede consolidata, quello nel capoluogo ha cambiato più volte indirizzo, fino a trovare una sede definitiva solo due anni fa, all’interno di un complesso scolastico attualmente in disuso. Gli spazi sono stati gradualmente arredati con mobilia di recupero, giochi tradizionali tipo ping-pong, biliardino, subbuteo; sono stati realizzati spazi relax con poltrone e tavolini, altri per la condivisione con tavoli lunghi. È stato anche realizzato un laboratorio musicale dotato del necessario per esibirsi dal vivo e registrare musica o podcast. Completano la dotazione alcune decine di giochi da tavolo e di carte, librerie e libri.

In questi due anni gli spazi sono stati concessi a una pluralità di soggetti, reperiti attraverso bandi, convenzioni, manifestazioni d’interesse, iniziative dell’amministrazione comunale, indicazioni del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze e della Commissione giovani.

Una settimana tipo si svolge così: per tre pomeriggi ci sono attività rivolte alla fascia 11-18, affidate alla cooperativa che ha in appalto la gestione dei centri di aggregazione nel Circondario imolese; gli altri pomeriggi (o anche nei medesimi, sfruttando i due ambienti in contemporanea) e la mattina del sabato operano associazioni diverse che fanno corsi di musica, laboratori radiofonici, aiuto compiti in specie per ragazzi di seconda generazione; una sera è per le attività della Commissione giovani, in genere giochi di società o musica; una tantum per iniziative del Comune come gli incontri rivolti ai genitori affidati a psicologi esperti; i sabati e le domeniche il centro è disponibile per feste di compleanno private e festeggiamenti di ragazzi dai 9 ai 15; una volta al mese si incontra il Ccrr.

In estate il centro è aperto con laboratori mattutini per la fascia 11-18 (cortometraggi, lab creativi, corsi di fotografia e make up) mentre in alcune sere ha ospitato gli incontri di un progetto di valorizzazione del protagonismo giovanile che è partito dalla ricognizione dei bisogni degli adolescenti e che dal 2021 mette in rete e fa crescere le esperienze aggregative dei giovani dei dieci Comuni del territorio.

Domenica 16 luglio nel nostro centro c’è stato l’evento di lancio organizzato e curato dal gruppo di giovani che fa rete attorno a questo progetto, con un open mic che ha visto avvicendarsi liberamente sul palco giovani dei diversi Comuni coinvolti. Il gruppo è al lavoro anche su un progetto teso più nello specifico a dare un’identità serale al centro, con la proposta di un nome, di nuovi arredi e dipinti murari e di un calendario di attività bisettimanali (di gioco, di confronto, di musica e di studio) che riprenderanno da settembre.

Negli ultimi mesi il centro ha spesso ricevuto la visita di un antropologo che sta conducendo, per una convenzione stipulata tra Comune e Unibo, un’indagine sui nuovi bisogni della fascia giovanile. Quello che emerge è che più si è in grado di ascoltare e mettere in atto le proposte che arrivano dai giovani, valorizzandone il protagonismo con atteggiamento laterale e non giudicante, più gli spazi di aggregazione giovanile saranno frequentati e funzionanti.

Sono le linee che stiamo mantenendo, continuando a investire e a sperimentare nuovi modi di abitare questi spazi.

Photo credits: Comune di Castel San Pietro Terme


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