Il Caldo come la Pandemia (per la vita delle persone in città)

Obiettivo da perseguire è quello di rendere Bologna climaticamente meno fragile e più ospitale. L’Urbanistica e soprattutto la Natura possono offrire Strumenti, Strategie e Soluzioni come “cura” a questa “malattia” che mette duramente alla prova la vita delle persone in città

di Giacomo Pizzardi, ingegnere edile/architetto


Prendendo a prestito il titolo di apertura di Repubblica di sabato 22 luglio, “Il Caldo come il Covid” in cui si faceva riferimento alla necessità manifestata da aziende e sindacati di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per proteggere i lavoratori dai picchi di calore estremi di queste settimane, ci si rende conto che il parallelismo con il Covid, trova pieno fondamento, in quanto l’aumento delle temperature e le ondate di calore che viviamo in città, necessitano già oggi di interventi d’urgenza (come ai tempi dell’emergenza pandemica), per tutelare le persone che lavorano e vivono nelle città.

Nel futuro le cose potrebbero addirittura assumere contorni più preoccupanti, a causa di un combinato disposto fatto di un trend climatico segnato da un costante aumento delle temperature – che diventerà sempre più rapido, intenso e perdurante, come recentemente ribadito dalla comunità scientifica internazionale e dall’organizzazione delle nazioni unite – unito a una tendenziale inerzia ad affrontare con determinazione e incisività la crisi climatica.

In questo scenario le città, per le loro conformazioni urbanistiche figlie dei recenti sviluppi urbani prettamente funzionali e poco attenti alle questioni climatico-ambientali, saranno messe sempre più duramente in crisi dalla pressione esercitata dai mutamenti climatici, e in particolare dalle future ondate di calore.

Bologna non fa eccezione, essendo anch’essa un hotspot climatico, tra le città italiane maggiormente coinvolte in questo scenario di crisi.

Secondo gli studi del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc) che nel 2021 ha pubblicato il più accurato studio sul cambiamento climatico e i suoi impatti in sei città italiane, Bologna dal 2014 è in una serie ininterrotta di anni più caldi, toccando +0,9 °C rispetto alla media proprio nel 2020. La città funge da vera e propria isola di calore, i cui effetti si riverberano anche sui territori circostanti. Oggi, la temperatura minima dell’area urbana di Bologna è 3,5 °C più alta che nelle aree rurali.

Una conseguenza importante dell’aumento delle temperature medie è il corrispondente aumento di giorni molto caldi e delle notti calde o tropicali.

Come riportato dal rapporto di vivibilità climatica del Corriere della Sera – Fonte dati climatici: Ecmwf, elaborati da iLMeteo.it – Bologna già oggi (anno 2022) presenta i seguenti dati sostanziali:

  • Indice di calore – 93 (giorni con temperatura percepita >=30°c) 
  • Notti tropicali – 63 (notti nell’anno con temperatura minima >=20°C ) 
  • Ondate di calore – 38 (almeno 4 giorni consecutivi in cui la media giornaliera della temperatura è maggiore della media del periodo) 

Tornando agli studi del Cmcc, le proiezioni future relative alle temperature (temperatura minima e massima, durata delle ondate di calore estive, notti tropicali estive) per il periodo 2021-2050, evidenziano un probabile incremento medio delle temperature minime e massime compreso tra 1.2°C e 3°C stimando un aumento della durata delle ondate di calore e delle notti tropicali estive di circa due volte rispetto al periodo di riferimento climatico 1961-1990.

In questo scenario di “ebollizione globale” – così definito dal Segretario dell’Onu Antonio Gutierres, commentando i dati del Wmo (Organizzazione meteorologica mondiale) in cui luglio 2023 si accingerà a essere il mese più caldo di sempre – per le città più esposte al rischio climatico, si prospettano due scenari:

quello della “malattia”, assimilabile a una crisi pandemica, dovuta all’inerzia e all’incapacità di trovare soluzioni efficaci, contribuendo a rendere, nei fatti, le città sempre più invivibili e inospitali. 
quello della “cura”, assimilabile ad un vaccino, dovuto all’azione e alla capacità di mettere in campo soluzioni di mitigazione degli effetti climatici e adattamento delle città alle nuove condizioni climatiche.
Obiettivo da perseguire è quello di rendere le città climaticamente meno fragili e più ospitali, per preservare la salute delle persone e la vita stessa delle città, fatta di luoghi, persone, scambi, relazioni, desideri, aspettative e opportunità.

(continua…)


Un pensiero riguardo “Il Caldo come la Pandemia (per la vita delle persone in città)

  1. PECCATO CHE FINORA LE POLITICHE FALLIMENTARI DI COMUNE, PROVINCIA E REGIONE siano andate in tutt’altra direzione rispetto a quelle che sono queste ottime linee guida:
    cioe’ consumo di suolo forsennato, cambi di destinazione d’uso di terreni da agricoli a commerciali-edificabili per poter poi rilasciare permessi di costruzioni di torri e palazzoni ben oltre il limite dei 5 piani (negli anni scorsi sempre rispettato); bretelle e passanti autostradali “a balus” e TAGLIO INDISCIMINATO DI ALBERI come se non ci fosse un domani , tanto chissenefrega dell’ossigeno mancante e della CO2 alle stelle.
    Continnuando di questo passo Bologna e circondario fara’ un ottima concerrenza al deserto del sahara.

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