Dal 2015, l’amministrazione cittadina ha messo in campo diverse strategie con il medesimo obiettivo: adattare il tessuto urbano ai cambiamenti climatici migliorando sensibilmente la sua “impronta verde”
di Giacomo Pizzardi, ingegnere edile/architetto
Tra le strategie di adattamento maggiormente significative adottate dal Comune di Bologna, per il contrasto alle ondate di calore in ambito urbano, si segnalano quelle afferenti a:
- La Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici – Progetto Blueap (2015)
- La Strategia del verde per il clima urbano – (2022)
- Il Progetto “Impronta Verde” – (2023 in corso di definizione)
Tutte queste strategie fissano obiettivi quantitativi per lo sviluppo delle aree verdi e delle alberature pubbliche in città, in particolare:
La Strategia adattamento ai cambiamenti climatici – Progetto Blueap (2015) per la riduzione dei rischi di vulnerabilità legati alle ondate di calore in ambiente urbano, fissa i seguenti obiettivi quantitativi:
- Incremento delle superfici verdi e delle alberature all’interno del territorio strutturato pari a + 5.000 alberi al 2025;
- Incremento delle aree destinate a orti urbani pari a 5 ettari;
- Interventi di greening su 10 edifici pubblici e in 4 spazi pubblici del centro;
La Strategia del verde per il clima urbano – Svcu (2022): tra i suoi punti chiave vi è quello che mira a incrementare il numero di alberi sia pubblici che privati e i metri quadrati di aree verdi pubbliche, attraverso l’obiettivo quantitativo di aumentare il numero di alberi pubblici di 1.300 alberi/anno e le aree verdi pubbliche di 30.000 mq/anno (obiettivi Piano del Verde – Pug e Paesc).
Il Progetto “Impronta Verde” (2023 in corso di definizione): si configura come una strategia sul verde urbano di Bologna che punta alla realizzazione di una grande infrastruttura ecologica per la mitigazione del clima, la salute delle persone e la biodiversità, che consenta a ogni persona di raggiungere a piedi, in bicicletta o con un mezzo pubblico, entro 10 minuti, un grande polmone verde della Città.
A livello quantitativo il Comune si propone di incrementare il rinverdimento della città in termini di aree verdi fruibili, di aree a vocazione naturalistica e a libera evoluzione, di alberature pubbliche (arrivando a 100mila alberature di proprietà comunale) e anche attraverso il rinverdimento delle costruzioni con lo sviluppo dei tetti verdi, verde pensile e pareti verdi.
A seguito di questa rassegna, per poter offrire una lettura sull’incidenza di tali strategie sull’ambiente urbanizzato occorre innanzitutto partire dalla condizione di partenza, e capire quella che è a oggi la consistenza delle aree verdi comunali e soprattutto il numero e la consistenza delle alberature presenti.
«Il verde pubblico di Bologna è costituito per la maggior parte da aree in gestione al Comune che, su un totale di superficie territoriale complessiva pari a 140,86 Kmq, ammontano a circa 10 Kmq ( 1.010 ettari per la precisione!): i parchi e giardini veri e propri sono 250, per una superficie complessiva di 749 ettari, ai quali si aggiungono il verde di arredo stradale, quello dei centri sportivi, il verde scolastico, quello legato ad altri edifici pubblici o a insediamenti abitativi e varie aree marginali, e quello legato all’ombreggiamento dei parcheggi. A queste quantità, solo nel territorio urbanizzato, si aggiungono altri 1.325 ettari di verde non gestito dall’Amministrazione comunale, di cui 292 ettari afferenti ad altre gestioni pubbliche (tra cui 30 ettari di orti, 24 ettari di verde cimiteriale, 7 ettari nell’ippodromo, 18 ettari di verde ospedaliero) e 1.033 ettari di altre aree verdi private a permeabilità profonda» (Svcu Comune di Bologna – 2022).
Il verde pubblico come dotazione territoriale è pari a 22,74 mq per abitante (dato Pug 2019), dato che pone Bologna al 60imo posto su 105 città capoluogo di Provincia, del rapporto “Ecosistema Urbano 2022” di Legambiente.
Volendo offrire una prima chiave di lettura l’obiettivo strategico di aumentare le aree verdi pubbliche di 30.000 mq/anno (obiettivi Piano del Verde – Pug e Paesc) risulta quanto mai auspicabile e necessario.
Per quanto riguarda gli alberi pubblici, ovvero quelli censiti e presi in carico dal servizio di manutenzione del Comune di Bologna, attualmente se ne contano 86.346 (Open Data Comune di Bologna). In relazione agli obiettivi fissati dalla Strategia del verde per il clima urbano e dal Progetto Blueap, in cui si prevede di impiantare 1.300 alberi aggiuntivi all’anno, per passare dagli attuali 86.346 alla quota di 100mila alberi pubblici, occorrerebbero almeno 10 anni a decorrere da oggi.
Tuttavia, se si prendono i numeri effettivi d’impianto, secondo gli Open Data rilasciati dal Comune di Bologna, nel triennio 2021-23 (quest’ultimo ancora in corso) gli alberi messi a dimora risultano essere 6.118, pari a circa 2.000 esemplari all’anno di media, ampiamente sopra l’obiettivo fissato. Ragionevolmente, si può quindi ipotizzare di raggiungere l’obiettivo di 100mila alberi pubblici in un tempo inferiore, e ciò rappresenterebbe sicuramente un valore aggiunto ai fini ecosistemici.
Ora, più che sui tempi, converrebbe provare a comprendere se l’obiettivo strategico di avere un patrimonio arboreo di 100mila alberi pubblici può risultare sufficiente o meno per offrire le risposte necessarie in termini di mitigazione e adattamento secondo gli scenari futuri.
Come detto in precedenza, gli alberi pubblici, ovvero quelli presi in carico dal servizio di manutenzione del Comune di Bologna, risultano essere pari a circa 86mila. Questo dato sale a circa 120mila alberi se si considerano anche quelli compresi all’interno di macchie forestali, boschi, parchi urbani, parchi collinari e aree lungo fiume (Bilancio Arboreo 2021 Comune di Bologna).
Con il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti, il numero di alberi presenti su area pubblica arriverebbe a circa 135mila esemplari (100mila pubblici e altri 35mila tra macchie forestali, boschi, parchi urbani, parchi collinari e aree lungo fiume). Questo significherebbe che, stante la popolazione attualmente residente a Bologna (388mila abitanti – Istat), e volendo offrire un indicatore omogeneo, tale dato corrisponderebbe a una dotazione di circa 35 alberi/100 abitanti.
Se si volesse raggiungere lo standard delle prime 20 città italiane, secondo i dati del rapporto “Ecosistema Urbano 2022” di Legambiente, la dotazione arborea su area pubblica dovrebbe passare da 35 ad almeno 40 alberi/100 abitanti. Ecco quindi che si renderebbe necessario nel medio termine prevedere ulteriori 20mila alberi da mettere a dimora, giungendo quindi alla quota complessiva di 155mila.
Oltre ai tempi di impianto delle nuove alberature, e alla quantità di alberi componenti il patrimonio arboreo pubblico, l’altro tema centrale da indagare è l’effettiva collocazione delle nuove alberature.
Nelle azioni di adattamento alle ondate di calore previste dal Progetto Blueap gli interventi di incremento delle alberature ricadono in forma prevalente nelle aree già sistemate a verde, e in forma minoritaria nelle aree urbanizzate caratterizzate da fragilità microclimatica.
A questo si aggiunge il fatto che, a oggi, l’86% degli alberi pubblici (circa 74mila) sono collocati su prato o terra e solamente il 14% (circa 12mila) su formelle sagomate in ambiente antropizzato (Open Data Comune di Bologna). Inoltre, secondo i dati del Bilancio Arboreo del Comune di Bologna, gli esemplari posti in alberata stradale sono circa 18mila (dati 2016), ovvero meno di ¼ del totale.
Uno sforzo che andrebbe quindi fatto è quello di andare a impiantare sempre più alberature nelle zone a maggiore fragilità microclimatica del territorio urbanizzato della città. Piantare nuovi alberi lungo le strade, i viali, i parcheggi, dove più alta è la concentrazione di smog e polveri inquinanti pericolose per la salute, e dove è maggiore la necessità di contrastare le isole di calore urbane generate dall’asfalto e dalla mancanza di ombreggiamento.
Di estrema utilità può risultare quindi un’analisi spaziale approfondita dedicata a identificare vie, strade e parcheggi pubblici nel territorio urbanizzato disponibili e idonei a ospitare nuove alberature, partendo dalle zone/quartieri dove è maggiore la necessità di presenza arborea.
Questi primi elementi di riflessione, di carattere sicuramente non esaustivo, possono offrire una chiave di lettura utile per lo sviluppo degli interventi e delle soluzioni che andranno messi a terra in chiave futura.
(continua…)
Photo credits: Oleksandr Kinshov