La scena che educa: il racconto di una pratica tra scuola e teatro

Dal novembre 2022, una rete di scopo porta avanti le diverse identità teatrali già presenti sul territorio bolognese, andando insieme a corroborare un contesto capace di far fiorire la cultura teatrale in nove scuole nelle sue più ampie declinazioni

di Agnese Doria, Altre Velocità


Un grosso asino con orecchie ritte, occhi dolci e sorriso sornione è l’immagine scelta per La scena che educa, la Rete di scopo teatrale che unisce nove scuole di Bologna: due Istituti comprensivi, l’Ic8 (che ne anche il capofila) e l’Ic17 del Quartiere Porto-Saragozza, l’Iiss Crescenzi Pacinotti Sirani e il Liceo scientifico E. Fermi. La Rete di scopo teatrale è stata presentata ufficialmente nel novembre del 2022.

Siamo arrivati alla presentazione con alle spalle e sotto ai piedi un cammino: era il 2016 quando Altre Velocità, varcando la soglia delle scuole medie Guinizelli ed entrando in dialogo con la Prof.ssa Giovanna Renzi, notò che nella scuola alcune professoresse vedevano nel teatro un valido alleato nella crescita armonica dei giovanissimi. Tuttavia il loro impegno si esprimeva singolarmente: qualche docente sceglieva per la propria classe di fare il laboratorio teatrale, qualcun’altra optava per i percorsi di educazione allo sguardo, tante classi andavano a teatro. Mancava forse una percezione che abbracciasse un “noi”, la condivisione di un modo di fare scuola al cui interno il teatro potesse rappresentare un tassello fondativo.

Il progetto (anch’esso si chiamava La scena che educa) venne assorbito nel Ptof dell’Ic8, a legittimarne l’esistenza e a convalidarne l’importanza. Le azioni teatrali che venivano offerte erano plurime proprio per valorizzare le molteplici forme che il teatro e la cultura teatrale possono assumere. Queste azioni vennero introdotte in orario curricolare e sistematizzate, per chi lo desiderasse. Non è un ossimoro: si voleva dare la possibilità a tutti i prof che ritenevano, nell’ambito della loro libertà di insegnamento, di trovare nel teatro un linguaggio artistico sfaccettato a un costo iper-calmierato (le famiglie infatti contribuivano con €10 a fronte di un progetto dedicato a più di una ventina di classi e valorizzato circa €30mila). Per anni dunque Altre Velocità, come ente del terzo settore, si è messa al servizio della scuola per trovare le risorse economiche che permettessero questa azione trasversale alla quale aderivano ventisei classi tra elementari e medie.

Negli anni, grazie all’incessante dialogo con professoresse e Dirigente scolastica, abbiamo pensato fosse giusto provare ad allargare questa forma di ricerca e sperimentazione ad altre scuole, non per “colonizzare” o esportare modalità, bensì per avere l’occasione di rimettere in circolo energie, rimettersi in gioco, porre a verifica e arricchire questo modello. Avendo dunque Altre Velocità la possibilità di entrare in molte classi e avere quindi una mappatura ampia dello stato dell’arte teatrale nelle scuole di ogni ordine e grado, abbiamo invitato e coinvolto inizialmente quelle scuole che erano mature per poter affrontare un discorso culturale sul teatro.

Si è così deciso di unirsi in una rete di scopo per portare avanti le diverse identità teatrali già presenti, andando insieme a corroborare un contesto capace di far fiorire la cultura teatrale nelle scuole nelle sue più ampie declinazioni. Ogni scuola preserva dunque un approccio al teatro un po’ diverso dalle altre, determinato da tanti fattori tra i quali l’ordine e il grado scolastico, il tipo di utenza che frequenta la scuola, il territorio entro cui sorge e l’offerta formativa delineata nelle maglie dei singoli Ptof.

Della rete fanno parte elementari, medie e superiori. Proprio questa eterogeneità rappresenta forse la sua più grande ricchezza: ci piaceva abbracciare in un unico progetto età, contesti, territori diversi. Un progetto capace di custodire questa varietà grazie a un patto comune che testimoniasse nel concreto e grazie a delle pratiche teatrali che la complessità che abbiamo davanti necessita di esercizi di immaginazione: il teatro questi li sa allenare.

L’a.s. 2022/2023 è stato il primo anno della Rete di scopo. Si è trattato quest’anno di iniziare a sentirsi “noi” con tutte le differenze di cui siamo portatori e portatrici. Una costruzione identitaria che potesse condividere in rete discorsi e azioni e sentirsi al contempo libera di differenziarsi scegliendo percorsi ad hoc.

Nel concreto siamo riusciti a costruire degli intrecci e siamo desiderosi per l’anno a venire di fare entrare in risonanza le materie studiate a scuola con il teatro. Non ci sono ricette, solo voglia di metterci in gioco e sperimentare rimanendo agganciati ai contesti, nutrendo discorsi e dialoghi, alimentando incontri e terreni di confronto. Osservando bene quell’asino dell’illustrazione in copertina non si capisce se proceda in avanti o se faccia dei passi indietro, l’interpretazione è incerta.


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