«Servizio bus stravolto dai TDays, vanno riviste le tariffe»

«I weekend a piedi in centro sono una riduzione permanente del servizio, oltre 110 giorni all’anno: non si configurano due servizi distinti di trasporto pubblico locale? Per quale ragione un abbonato dovrebbe pagare lo stesso prezzo? Benissimo la chiusura del centro: ma che sia sette giorni su sette, con una rete identica dal lunedì alla domenica. Nell’attesa siano messi a disposizione due abbonamenti: uno per i giorni normali, l’altro per i sabato, le domeniche e i festivi»

di Ugo Mazza, già dirigente politico


Domenica 20 Agosto: due bus e l’intero centro a piedi per andare da nord a sud di Bologna; circa un’ora per andare e una per tornare. L’incastro tra la riduzione del servizio pubblico e i TDays è devastante. Inoltre, la scelta sciagurata di interrompere il passaggio dei bus anche in via de’ Carbonesi ha ulteriormente peggiorato la situazione stravolgendo il senso stesso del servizio.

Quale servizio privato a Bologna subisce un trattamento simile? Questa domanda me la sono posta, esasperato dalla scarsa attenzione verso gli utenti del bus, bolognesi o turisti che essi siano.

Inoltre mi chiedo: essendo questa dei TDays una riduzione permanente del servizio, oltre 110 giorni all’anno, non si configurano due servizi distinti di trasporto pubblico locale (Tpl), con quello che ne consegue? I soldi degli abbonati perdono di valore al sabato, alla domenica e nei giorni estivi? Per quale ragione un abbonato dovrebbe pagare lo stesso prezzo per due servizi così diversi?

Penso sia doveroso che, fin quando sarà così, il costo dell’abbonamento annuale venga ridotto di 1/3 circa, escludendo i TDays; in quei giorni si useranno i biglietti normali.

Per evitare banali risposte, preciso che io sono per l’espansione delle aree pedonali sette giorni su sette, così come pretendo un servizio bus che funzioni nello steso modo, sette giorni su sette. Inoltre, preciso che sono un sostenitore del Tpl, che ben conosco, e sono convinto che la rete del Tpl sia uno dei parametri della qualità urbana; perciò ritengo che la rete sia da ridisegnare scaricando il centro e favorendo l’interscambio dei passeggeri/bus in altre zone della città, anche nella fase di attesa del tram che sostengo fin della giunta Vitali.

La qualità del Tpl è basata sulla sua affidabilità, cioè sul passaggio allo stesso orario per 365 giorni l’anno e penso che l’uso da parte delle persone sia un segno del reciproco rispetto tra pubblica amministrazione e cittadini, oltre che condizione primaria della riduzione del caos urbano. Perché a Bologna questo parametro non viene più considerato come un elemento della sua qualità?

Inoltre penso che la scarsa informazione sul servizio di Tpl sia un segno della sua decadenza:

– Come si potrà conoscere la valutazione degli utenti senza indagini in vettura?

– Perché la nomina del “comitato Utenti”, pensato come uno “strumento” di partecipazione degli abbonati, è stato ridotto a un ufficio in Tper invece che essere assunto dall’Agenzia Pubblica come uno degli strumenti di controllo della qualità del servizio che ha dato in appalto a Consorzi privati?

– Gli autisti sono “ascoltati” sul reale andamento del servizio? Sulle reazioni dei cittadini? Sullo stato dei bus e dei loro ammortizzatori che impongono sussulti inimmaginabili?

– Qual è il bilancio annuale, economico e sociale, del sistema di trasporto pubblico metropolitano?

– Qual è la quota delle entrate dalle varie tariffe bus rispetto al contributo pubblico?

La ricerca sul web non dà grandi risultati, la trasparenza sembra appannata. Non parlo del Bilancio di Tper e del suo utile, quello riguarda un insieme di diverse società. Parlo del Bilancio, cioè incassi da tariffe e contributi pubblici a fronte delle spese complessive di esercizio, del Consorzio che ha vinto nel l’appalto bandito da Srm, l’agenzia pubblica metropolitana. Quindi parlo di Tpb, Trasporto Pubblico Bolognese, che oggi sembra scomparso, sostituito da Tpb Sscral definito come “Società soggetta a direzione e coordinamento di Tper spa”.

Poco importa: resta il fatto che senza conoscere il bilancio annuale e il contributo socialmente equilibrato delle tariffe come potranno i cittadini essere consapevoli del valore del servizio stesso e della necessità di tutelarlo, anche pagando il biglietto?


Rispondi