Città 30, Bologna “accelera” nella giusta direzione

«Siamo consapevoli che tutta la città trarrà giovamento dall’introduzione delle nuove norme, come è già successo in tutte le città europee che l’hanno adottata prima di noi. E, quando diciamo “tutta la città”, ci riferiamo davvero a ogni persona»

di Direttivo SalvaiCiclisti Bologna


L’associazione Salvaiciclisti Bologna, attiva da oltre dieci anni, ha la democrazia degli spazi urbani nel proprio Dna: ha fondato la velostazione Dynamo (il cui rinnovo totale si avvia ormai a conclusione) e promuove la ciclabilità urbana a Bologna a tutti i livelli, dai flash mob in strada alla partecipazione attiva ai lavori della Consulta della Bicicletta, per ottenere che tutte le persone siano messe nelle condizioni di potersi muovere in sicurezza in città. Troppo spesso, ancora oggi, vengono da noi donne e uomini, ragazze e anziani che vorrebbero utilizzare di più la bici ma hanno paura a farlo, perché temono il traffico.

In poche parole, la campagna Bologna30 era già nel nostro cuore prima ancora che nascesse.

Viviamo con ottimismo queste settimane in cui la stampa locale racconta (e talvolta alimenta) un clima di paura collettiva, perché siamo consapevoli che tutta la città trarrà giovamento dall’introduzione della Città 30, come è già successo in tutte le città europee che l’hanno adottata prima di noi. E, quando diciamo “tutta la città”, ci riferiamo davvero a ogni persona.

Se per chi si sposta in bici o a piedi è evidente che l’aumento di sicurezza in strada è un miglioramento diretto della propria vita, lo è anche per chi si dovrà continuare a spostare in macchina, magari per necessità lavorative o per difficoltà di movimento. In primis perché le collisioni stradali sono, ahinoi, molto democratiche: uccidono e feriscono anche chi si trova in auto, non solo pedoni e ciclisti. In secondo luogo, perché una città dove sempre più persone possono lasciare il mezzo motorizzato a casa e spostarsi in altro modo è una città dove anche chi non può rinunciare all’auto trova meno traffico e si stressa meno. Non è un caso che gli automobilisti più felici del mondo siano quelli che vivono in Olanda, la patria delle biciclette.

Naturalmente la Città 30 è un processo graduale, che non si esaurirà con l’installazione di un paio di nuovi cartelli per strada. Come Salvaiciclisti, ciò che attendiamo con più ansia sono le nuove infrastrutture ciclabili e le campagne educative che sono state promesse. Rispetto alle infrastrutture, osserviamo che, ancora oggi, su assi viari fondamentali per la mobilità (come via Mazzini, via Massarenti, via Andrea Costa), non ci sono spazi dedicati a chi si sposta in bicicletta; e purtroppo, anche laddove sono state create corsie dedicate (per esempio in via Saragozza), il malcostume di utilizzarle come parcheggio abusivo non è ancora passato di moda.

I dati ci confermano che già da anni Bologna si muove verso la giusta direzione: l’aumento di ciclisti su tutte le tratte monitorate è costante, e un’infrastruttura come la tangenziale delle biciclette, che al momento della realizzazione fu definita da alcuni «uno spreco di denaro pubblico», ha registrato l’anno scorso oltre un milione di transiti al contabici di Porta San Vitale.

Grazie alla Città 30, siamo certe che questo progresso verso una mobilità più sostenibile per il pianeta e per le persone non potrà che – ironia della sorte – accelerare.


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