“Pedonabili” per godere il verde della collina

Sarebbe necessaria da parte del Comune una nuova progettualità volta alla creazione di nuovi percorsi pedonali con un rinnovato impegno di accordi con le proprietà per ricostituire la rete di sentieri percorribili in assoluta tranquillità

di Giorgio Forni, notaio


Prendo spunto dall’articolo di Ilaro Ghiselli apparso recentemente su questo giornale a proposito del verde pubblico a Bologna. La nostra è una città che pure con notevoli carenze di verde pubblico nel centro storico ha la fortuna, per una lungimirante politica di eccellenti urbanisti, di avere una straordinaria fascia di verde collinare che partendo da San Michele in Bosco prosegue fino a Villa Ghigi ai Parchi di Forte Bandiera e del Paleotto, al Parco di monte Paderno, fino al Parco Cavaioni, per ridiscendere in via di Casaglia al Parco S.Pellegrino, al Parco di Villa Spada e a Villa delle Rose per un totale di 173 ettari di splendido paesaggio naturalistico. Credo che poche città possano vantare un tale polmone di verde salvato dalla speculazione edilizia e destinato ad uso e servizio della cittadinanza.

Il problema è l’accesso a queste meraviglie, qualora non si voglia usare l’auto o i mezzi pubblici che fortunatamente collegano gran parte di questi luoghi. I ciclisti, o peggio ancora i pedoni sono costretti a percorrere la rete stradale correndo il rischio di essere travolti da auto che spesso scambiano le strade collinari per autodromi o da automezzi di grandi dimensioni che sempre più spesso utilizzano i percorsi collinari quali scorciatoie per evitare il traffico rallentato delle arterie principali. E se già il percorso solitario è pericoloso e certamente poco rilassante inducendo il viandante, costretto a rasentare il bordo della strada, a una continua e spasmodica attenzione al rumore degli automezzi in arrivo per stringersi ancora di più di lato per evitare di essere travolto, è addirittura distruttivo ed angosciante qualora lo si faccia in compagnia di bambini per il timore che sfuggano ad uno strettissimo controllo, o anche di cani che vanno tenuti con guinzaglio cortissimo.

Purtroppo il reticolo di percorsi e sentieri che collegavano le chiese, le ville e le case coloniche si è perso inglobato in proprietà private, trasformato in giardini, arato o trasformato ed ampliato in viabilità pubblica. Alcuni progetti volti alla creazione di percorsi escursionistici e promossi dal Comune di Bologna, Fondazione Villa Ghigi e Consulta dell’Escursionismo sono meritoriamente arrivati alla definizione di alcuni sentieri che dalla città permettono di percorrere alcuni tratti della collina bolognese, ma purtroppo sono ancora troppo pochi e sarebbe necessaria da parte del Comune una nuova progettualità volta alla creazione di nuovi percorsi pedonali con un rinnovato impegno di accordi con le proprietà per ricostituire la rete di sentieri percorribili in assoluta tranquillità.

Certamente meritoria è stata la campagna per la creazione di una grande rete di piste ciclabili, ma perché penalizzare i pedoni i quali già insidiati da molti indisciplinati ciclisti che spesso sfrecciano sotto i portici, non riescono a trovare sollievo in una tranquilla passeggiata collinare? Si è visto, in questi mesi di forzato isolamento, quanto importante sia una camminata all’aria aperta a contatto con la natura, e in questo momento nel quale sta rinascendo il piacere di lasciare l’auto per andare in bicicletta o camminare sarebbe essenziale la creazione di una rete destinata a questo scopo.

In Inghilterra praticamente tutto il territorio agreste è percorribile a piedi in meravigliosi sentieri che entrano nelle proprietà private con ingegnosi meccanismi che impediscono l’ingresso o l’uscita degli animali e che costeggiano i confini o addirittura attraversano le proprietà stesse con un grande rispetto per il territorio ed una grande discrezione da parte dei fruitori. Ma forse in Italia è un chiedere troppo: la  generosità e la disponibilità da parte delle proprietà ed il massimo rispetto da parte degli utilizzatori sono  forse un’utopia, ma mi piace credere nei sogni.


2 pensieri riguardo ““Pedonabili” per godere il verde della collina

  1. Grazie, bellissimo intervento!
    Anche a noi piace credere nei sogni, e forse il lockdown ci ha fatto capire quanto sia importante avere dei meravigliosi sentieri da percorrere!

  2. Dibattito sempre interessante . Me ne sono occupata dal 2004 al 2015 presso il Consiglio di Quartiere Saragozza. Come ben descritto dall’ articolo si é pazientemente tessuta la trama e percorse tutte le strade. Ci sono stati alcuni successi ma in altri casi il muro é sempre stato più forte di tutto : il caso più eclatante da Villa Spada al Parco del Pellegrino (ma anche via Ravone ecc.ecc.). Temo tuttavia che almeno in questo caso il difetto non sia il rinnovato impegno del Comune , ma l’assoluta assenza del famoso sentimento di comunità e la preponderanza della intangibilità della propria “roba”. Per fortuna non riguarda tutti, ma sicuramente diversi proprietari. È questo uno dei pochi casi in cui neanche necessita una lobby. Basta che uno dinieghi e tutto diviene impossibile. Se a questo aggiungiamo il sentimento di “paura dello straniero clandestino” il triste gioco è fatto. Mi scuso per lo sfogo ma è stato uno dei motivi che mi ha allontanato dal mio impegno.
    Mariarosa (Doda)Pancaldi

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