La Cna chiede una moratoria sui tributi locali, l’assessore Conte replica che senza riforme la riduzione del carico fiscale ha il fiato corto. La politica italiana ha sbagliato nel non saper scegliere gli interventi immediati e accompagnarli con soluzioni di progetto e prospettiva efficaci. Bologna potrebbe dare un esempio: sospendere i tributi poi avviare due cantieri, per il patto metropolitano per lo sviluppo e per il rilancio del commercio e dei mestieri del centro e dei quartieri limitrofi
di Maurizio Morini, Innovation manager MISE, direttore di DataLab
Un recente scambio indiretto di proposte e prese di posizione tra il direttore della Cna Bologna, Claudio Pazzaglia, e l’assessore al Bilancio del Comune, Davide Conte, tramite interviste apparse su Il Resto del Carlino Bologna rispettivamente il 20 ed il 21 agosto, ha riposto al centro del confronto attuale la relazione tra le diverse anime capaci di imprimere una svolta alla situazione di stallo post-Covid 19 che attanaglia la nostra città e tutto il territorio metropolitano.
Il direttore Pazzaglia tra l’altro nella sua intervista riprende in sostanza gli assunti di sviluppo esposti nel mio precedente articolo apparso su Cantiere Bologna mercoledì 12 agosto (qui il testo), in merito alla rivalorizzazione del commercio cittadino.
E anche l’assessore Conte condivide la sollecitazione, posta da Pazzaglia, di un patto per lo sviluppo a livello metropolitano, in seguito enfatizzando, forse eccessivamente, le virtù delle componenti imprenditoriale, sociale ed istituzionale bolognesi. La differenza vera la ritroviamo nel contesto della causa/effetto e nei tempi indicati per le prossime azioni.
Pazzaglia richiede intanto un segnale istituzionale con una moratoria sui tributi locali che consenta alle imprese di poter disporre di maggior liquidità temporanea per far fronte alla prima necessità di una situazione di necessario rilancio in fase di assoluta incertezza, ovvero per potersi concentrare nella creazione di valore aggiunto industriale-commerciale.
Conte ribatte sostenendo che “senza riforme, la sola riduzione del carico fiscale, per quanto giusta, rischia di avere il fiato corto” e che “fra sei mesi rischiamo di trovarci ad affrontare nuovi problemi insieme ai vecchi, che sono solo sospesi” (cit.).
Questa ultima duplice affermazione è alla base di un’effettiva incomprensione di fondo di quanto, a mio avviso correttamente, sostiene il direttore di Cna Bologna (penso in accordo, se non di forma, di sostanza, con i rappresentanti delle altre associazioni): ovvero che serve una scelta politica capace intanto di non essere finalizzata solo ai prossimi 15 gg, ma di respiro più lungo, che dia modo alle imprese di potersi concentrare sulla soluzione delle questioni strategiche e soprattutto operative immediate.
La politica italiana in generale in questo periodo iperdrammatico ha sbagliato proprio in questo: nel non essere capace di scegliere gli interventi immediati (effettivamente realizzati) e nel contempo accompagnarli con soluzioni di progetto e di prospettiva efficaci. Mentre alcuni di noi, incluso chi vi scrive, già a fine marzo avevano indicato le sei aree di investimento per il rilancio nazionale, il governo solo a inizio maggio ha dato il via a un percorso di progetto sfociato in un gruppo di esperti che ha prodotto in tre settimane un documento programmatico facilmente costruibile in pochi giorni e poi rimasto fine a se stesso (avete più notizie di quel gruppo di lavoro?)
A Bologna possiamo e a mio avviso dovremmo dare un esempio diverso. Dovremmo stabilire una soluzione di sospensione sui tributi locali come misura immediata per un periodo congruo (almeno fino a gennaio 2021) e contestualmente definire un percorso e due cantieri:
- Il percorso è quello dello snellimento burocratico immediato: procedere con le azioni sui tributi in maniera davvero “agile” (con metodo, non come slogan) semplificando immediatamente le procedure relative
- Il primo cantiere è quello del patto metropolitano per lo sviluppo, con una task force globale e interdisciplinare che parta subito ad inizio settembre e in 20 giorni di calendario, secondo la metodologia dell’innovazione esponenziale, produca tutte le linee guida necessarie per un rilancio basato su processi multimpresa, formazione collettiva e sostenibilità (si potrebbe benissimo affiancare al lavoro sulla Bologna del futuro in corso dalla primavera e con finalizzazione entro settembre, ma con tempi e modi tutt’affatto differenti)
- Il secondo cantiere riprende quello enunciato nel mio precedente articolo, ovvero un progetto di rilancio del commercio e dei mestieri a livello di centro cittadino, e anche di quartieri limitrofi e di unioni comunali, con la stessa metodologia sopra indicata.
Bisogna decidere subito e con una visione. Non è tempo di stare a disquisire tra l’uovo oggi e la gallina domani. Prendiamo l’uovo per sfamarci ora, alleviamo (in maniera significativamente biologica e sostenibile) la gallina perché cresca sana e robusta, e magari più strutturalmente innovativa di quanto non sia stata finora.