Secondo il candidato Dem Matteo Lepore i moderati devono orbitare all’ombra del Pd. Secondo Emily Clancy (Coalizione civica) il centro semplicemente “non esiste”
di Massimo Gagliardi, giornalista
Domenica scorsa ho letto due frasi piuttosto impressionanti. La prima, di Matteo Lepore (Pd) su Repubblica: “Ci sono realtà disponibili a lavorare con noi. Alcune sono più al centro, altre più a sinistra, ma vogliono discutere”. La seconda di Emily Clancy (Coalizione civica) sul Carlino: “Il centro non esiste. C’è già nel Pd”.
La frase di Lepore impressiona perché appartiene a quella cultura politica che vede il Pd (o lo stesso Lepore?) come il Motore immobile attorno al quale ruotano i satelliti. Vi ricordate i “cespugli” cattolici all’ombra della Quercia? Siamo ancora lì. In un Pd che fino a due giorni fa aveva paura di presentarsi con il suo stesso simbolo, ci vuole una bella dose di sicurezza (se non di arroganza) per impostarla così.
Lepore, nella stessa intervista, ripropone un altro vecchio schema, quello manicheo, o di qua o di là. Rileggiamo: “Due idee di politica e di città. Una è democratica e profondamente bolognese: antifascismo, solidarietà, libertà, civismo, lavoro degno e buona impresa”. Dove per “democratica” s’intende ovviamente di sinistra. Peccato che gli stessi valori potrebbero appartenere, in egual misura o ancora di più, a un cittadino moderato e magari anche cattolico.
“L’altra è un’idea di città che tende a portare avanti interessi particolari o per pochi”, aggiunge Lepore. Lasciando intendere che in questa seconda idea di città, quella cattiva, potrebbe rientrare Tonelli, direttore di Ascom che ha lanciato “Bologna civica”, se non dovesse fare il satellite orbitante attorno al Pd.
E se fosse Tonelli a chiedere al Pd di spostarsi verso il centro? Ma questa è una variabile che Lepore neanche prende in considerazione.
E parliamo di interessi. Lepore getta lì un sospetto: se Tonelli non va a sinistra, allora va con le destre e quindi, è la logica conclusione, ricadrebbe nel campo dei cattivi. Significa cioè che Tonelli difende “interessi particolari o per pochi”.
Ci aspetteremmo che Tonelli difendesse gli interessi delle 16mila aziende associate ad Ascom; non sappiamo invece quali interessi particolari potrebbe rappresentare. Se Lepore li conosce, sarebbe meglio lo dicesse. E soprattutto: il Pci-Ds-Pds-Pd non ha forse creato in settanta anni di governo di questa città una trama fittissima di interessi, anche particolari?
Moltissimi moderati, anche cattolici, alle ultime regionali avevano scelto Bonaccini per non votare Lega. Ma se ne erano già pentiti pochi giorni dopo, vista la nessuna considerazione in cui il Governatore li ha tenuti nel formare la sua giunta. Ora lo schema del Motore immobile si ripropone ma non c’è più Salvini alle porte e neanche le Sardine si sentono tanto bene. Della frase di Emily Clancy (“il centro non esiste. C’è già nel Pd”) non varrebbe la pena parlare se non fosse che è questa sinistra cui il Pd e Lepore si aggrappano per vincere le elezioni.
Un pensiero riguardo “Il Motore immobile e i suoi satelliti”