Mentre si dovrebbe discutere di programmi e alleanze, i due autocandidati in pectore del Pd continuano ad accanirsi l’uno sull’altro, tenaci nella loro personale partita a Risiko. Tra spifferi (fasulli?) che chissà da quali fonti arrivano ai poveri giornali e tecniche di propaganda politica da ante guerra, va in scena una commedia che non fa ridere e che rischia seriamente di compromettere la corsa del centro sinistra alle prossime comunali
di Pier Francesco Di Biase, studente
Ah che noia, che barba, che barba, che noia! A leggere in questi giorni le sezioni politiche dei principali quotidiani cittadini, l’unica cosa che viene in mente è il cavallo di battaglia di Sandra Mondaini. Ai più stupidi come me sembrava infatti che dopo la sbornia iniziale di nomi (e i diversi tentativi di imbucarsi alla festa) fosse finalmente arrivato il momento di discutere dei programmi sui quali impostare una qualche “alleanza organica di centro sinistra”. E invece no… Perché la materia all’ordine del giorno è sempre organica, ma non molto piacevole da trattare.
Queste le cronache dal sottosuolo, per chi avesse ancora la fortuna di non conoscerle: qualcun* interloquisce con il Corriere, forse è in vena di scherzi e sostiene con convinzione che oramai i giochi interni al Pd per le prossime comunali siano chiusi. Tutti d’accordo, si punta su Lepore. Ma non passa qualche ora che Aitini, l’altro autocandidato, sbotta: “Lepore candidato? Ha capito male”. E ancora: “In passato qualcuno ha stretto accordi con alcuni centri sociali che andavano a occupare, invece che rispettare le regole. Se questo è nell’agenda politica di qualche candidato sicuramente non posso essere dalla stessa parte” (Salvini? Sei tu?).
Solidarietà agli amici del Corriere, presi per il naso (?) da qualche bombarolo leporiano, e solidarietà a quanti, come me, vengono a sapere di queste vicende e immediatamente sentono gli zebedei frullare vorticosi. E poi sarebbero i giornali che confezionano fake news…
Ma la controffensiva dell’assessore alla sicurezza non si ferma qui. A sera, sui social e nelle chat di partito vengono infatti sguinzagliati i terribili Giovani Democratici, a mio parere l’unica baby gang di cui dovrebbe davvero preoccuparsi la cittadinanza (naturalmente si scherza eh). L’ordine è chiaro: rivendicare “il grande lavoro sulla sicurezza fatto in questi anni”, sostenere “la pericolosità delle primarie durante una pandemia” e “la necessità di una candidatura unitaria che guardi anche agli interessi dei commercianti”. Infine proporre “a titolo personale il nome dell’assessore Alberto Aitini, il candidato ideale per vincere al primo turno”. Sicurezza, sicurezza, primavera di bellezza! (Ribadiamo, si scherza, non vi ingastrite).
Ora, è del tutto legittimo che i migliori boys del Pd sostengano con i loro metodi la candidatura del loro ex affiliato nonché ex segretario provinciale. Ma le primarie, di grazia, perché no? Davvero vogliamo aggrapparci al Covid-19? Suvvia…
Non è passato nemmeno un mese dal referendum e dalle elezioni amministrative, a cui io stesso ho partecipato come scrutatore, e non mi risulta che i seggi si siano trasformati in lazzaretti o in focolai. Qualcuno oggi sostiene addirittura che le primarie svolte in corso di pandemia sarebbero “antidemocratiche”, ma a questo punto perché non spingere il ragionamento ancora più in là? Si potrebbe infatti abolire direttamente la Repubblica e risvegliare dal letargo Emanuele Filiberto, oppure chiedere ad Alessandra Mussolini di sostituire Mattarella usurpando la Legge Salica. Sia quel che sia, ho telefonato ai miei compagni di seggio per sincerarmi delle loro condizioni di salute e a quanto pare stanno tutti bene. Stai a vedere che la democrazia è antisettica…
Francamente, il tema vero mi pare un pochino più terra-terra. Il fatto è che, nella contesa tra i due “giovani bastardi”, uno ha i voti ma non ha il partito, l’altro ha il partito ma non ha i voti. Per risolvere queste due debolezze forse bisognerebbe discutere di progetti, lasciando stare i nomi, e soprattutto bisognerebbe non aver paura del giudizio degli elettori. Tutto il resto non è altro che commedia, materiale da sitcom pomeridiana sulla tv commerciale. Forse fa audience, ma di certo non è politica.
E dunque nemmeno il tempo di sventare l’assalto di quelli di destra che guardano a sinistra (a proposito, Tonelli e Salvini sono tornati a parlarsi, ma chi lo avrebbe mai detto!?), che è già ripartito lo scazzo con quelli di sinistra che guardano a destra. Spettatori non paganti Coalizione Civica e Elisabetta Gualmini, che è una donna, una madre e forse è cristiana, ma per grazia di Dio non si chiama Giorgia. Chissà cosa ne pensa lei delle litigate tra i pargoli di Palazzo d’Accursio… Che sia il caso di fare intervenire da Roma il genitore 1?
Ah che vita uguale, che uguale vita…
Grazie Pier Francesco per questo articolo chiaro, ironico e che non fa sconti a nessuno. Ci vuole sempre una voce fuori dal coro che però enuncia il sentire di molti cittadini e cittadine di questa città che trovano poco spazio nelle così dette assemblee di Quartiere…