Svolte a sinistra e equilibrismi elettorali

Il “campo largo” di Matteo Lepore sembra più l’incubatore per una svolta radicale a sinistra. Per sua fortuna Salvini sembra aver scelto per l’ennesima volta un cavallo perdente. A restare con il cerino in mano sono i moderati, sospesi tra una sinistra e una destra che non li rappresentano

di Angelo Rambaldi, “ Bologna al Centro – L’Officina delle idee”


Caro Giampiero Moscato, nel tuo appassionato rivendicare  di essere “di parte” nei riguardi di Matteo Lepore candidato sindaco di Bologna, c’è tutta la sincerità – sempre al limite dell’autolesionismo – di personaggi come te e come i tuoi compagni di avventura “politica”, come Aldo Balzanelli ed altri.

Persone che ho sempre molto stimato, sia come professionisti sia come soggetti politicamente impegnati, anche quando sono stato – ed oggi lo sono – in disaccordo con le loro scelte. Non può essere questa la sede per spiegare in modo esauriente il perché, tuttavia proverò a farlo cercando la sintesi con due esempi.

Non ho mai avuto il piacere nemmeno di parlare con Matteo Lepore, tuttavia mi è da qualche tempo chiaro quali sono le sue scelte culturali, sul senso della città che vogliamo. Io ad esempio non ritengo la “modernità” un valore di per sé. Mentre il vostro candidato sindaco, non solo per attitudine personale ma per il milieu in cui si ritrova, è un esponente di quello che io definisco con un termine volutamente provocatorio il “futurismo alla pasta e fagioli”.

In questo decennio la gestione degli spazi comunali per la cultura da parte dell’assessorato competente si è dispiegata da un lato privilegiando il rapporto con la realtà di soggetti privati “social”, dall’altro strizzando l’occhio a una certa sinistra “al cachemire”. Dimostrando a mio avviso che, vista dall’assessorato alla cultura, la ricca e vasta platea dei soggetti impegnati nel sociale e nella cultura va suddivisa come nella Fattoria degli animali di Orwell: sono tutti uguali, ma c’è sempre qualcuno da privilegiare, più uguale degli altri.

Ma vi è un aspetto ancor più serio. In questi giorni si svolge a Bologna la festa “unitaria” di Articolo Uno (Bersani, Errani e a Bologna Elly Schlein). Una festa che pare suggellare un cammino di unificazione fra questo soggetto politico e la sinistra a sinistra della sinistra di Fratoianni, che a Bologna ha come leader Emily Clancy. Tra gli altri, è stato annunciato anche il probabile arrivo dell’ex premier Giuseppe Conte. Ma, ancor più interessante, come presenza di alto prestigio sarà presente alla festa Marco Travaglio, la grande firma e direttore del Fatto quotidiano.

Da tempo Travaglio e il suo giornale – senza che, come è stato osservato da altri autorevoli media, i Cinque stelle se ne dissociassero – hanno in corso un tiro al bersaglio alzo zero contro il Governo Draghi, dal premier alla ministra della giustizia Marta Cartabia. Travaglio invoca e sprona perché dai Cinque stelle e dalla sinistra si arrivi pure al voto di sfiducia. E del resto a Bologna già Clancy, seguita da Bugani, ha auspicato che dalla nostra città possa partire l’offensiva politica contro Draghi, considerato evidentemente alla stregua di un usurpatore.

Purtroppo è questo e non qualcosa d’altro il “campo largo” di Matteo Lepore. Ma state tranquilli, Lepore ha un formidabile alleato in Matteo Salvini. Il quale, anche questa volta, ha sbagliato candidato sindaco. Ed io e quelli come me? Cosa faremo?  Al momento non saprei, vedremo.

Photo credits: Nick Fewings


3 pensieri riguardo “Svolte a sinistra e equilibrismi elettorali

  1. Caro Angelo Rambaldi, ti conosco da decenni e da sempre ti stimo e ti voglio bene, essendo lusingato che anche tu abbia sentimenti analoghi verso di me. Sei quella figura di democristiano per bene e addentro alla politica che non smetto di apprezzare, anche se capita (non troppo spesso, devo dire, e non me lo spiego razionalmente) di avere visioni del mondo diverse dalle tue. Sei quel “vecchio stile” che ha insegnato a tanti di noi che si può dissentire senza disprezzare o addirittura odiare, che sembra purtroppo l’attitudine più in voga di questi tempi: appena qualcuno dice o scrive qualcosa ci sono commenti oltre il limite della decenza e basta pensarla diversamente per essere trattati come criminali.
    Capisco la tua difficoltà di centrista. Da quando il centro non è più il “centro” del mondo politico italiano come è stato per tanti decenni, ma piuttosto quel movimento dell’ago della bilancia che pende a destra o a sinistra a seconda delle circostanze (quando non delle convenienze), immagino che chi era abituato a scegliersi gli alleati di destra o di sinistra, e non ad accodarsi, si trovi piuttosto a disagio. Il sistema politico porta ora a scelte più nette, fatto che non è proprio nel Dna di chi è abituato alla moderazione.
    In questa estate bolognese il panorama mette di fronte due persone per bene. Un assessore di lungo corso, Matteo Lepore, una delle teste pensanti e più attive del decennio a traino Merola. E un imprenditore capace, Fabio Battistini, “civico” spuntato effettivamente dal mondo esterno a quello dei partiti. Il primo ha dovuto battersi duramente per ottenere l’appoggio del suo partito, il Pd (che si è addirittura spaccato sul suo nome) e poi con un’avversaria dal grande appeal come Isabella Conti, capace di raccogliere su di sé un grande consenso trasversale e addirittura l’appoggio di grossi nomi Dem. Lepore in questo momento sembra capace di mettere insieme più di quanto tu sia disposto ad ammettere anime apparentemente conflittuali della nostra comunità.
    C’è infatti molta parte del tuo centro che sembra più a suo agio all’idea di una giunta a traino progressista, magari con forti componenti social, piuttosto che alla prospettiva di un sindaco che sarà pure civico e perbene e democratico e rispettoso della Costituzione come Battistini (che non gira con la pistola nella cintura e non ne possiede nemmeno una) e che però è lì che concorre non perché lo abbia voluto fortemente quella parte della città ma perché sul suo nome alla fine ha deciso di puntare un personaggio ingombrante per l’imprenditore come quello di Salvini (quando ci si mettono i Matteo nazionali non fanno un gran servizio a chi appoggiano, basta chiedere all’”Isabelliana” Isabella Conti). Anche se non fossi convinto di Lepore, di fronte all’idea che possa essere la Bestia a dettare legge in città, neppure se mi chiamassi Angelo Rambaldi avrei dei dubbi. Con quei valori lì, con quel disprezzo proclamato dei valori della nostra Costituzione credo che lo stesso Battistini finirà per trovarsi molto a disagio. Figurarsi tu, vecchio cristiano democratico per bene che non sei altro

  2. bravissimo Moscato! condivido tutte le tue osservazioni in risposta a Rambaldi. Non bisogna avere dubbi sofistici, è il momento di schierarsi.
    Maria Chiara Lista

Rispondi