Una mostra alle Serre rilancia Bologna tra le capitali del Design

Si è un po’ assopita la città di Gavina e di Kenzo Tange, delle pensiline dei bus pensate da Takahama, dell’iconica sedia Plia celebrata pure al MoMa. Ai Giardini Margherita dal 9 al 12 settembre Design Antidoto presenta una serie di proposte e di progetti mostrando come la città possa tornare a dare al mondo segnali di stile e modernità, e al contempo dimostrare che si può costruire bene combattendo gli sprechi e aiutando l’ambiente

di Caterina Capelli, curatrice di Design Antidoto


In un passato non lontano Bologna ha rappresentato una meta importante per il Design internazionale e molte delle personalità che ha ospitato sono entrate nella storia dell’architettura e del disegno industriale.

Per esempio, le pensiline e le sedute delle fermate dei bus nell’area metropolitana sono state progettate da Kazuhide Takahama, designer giapponese e collaboratore di Dino Gavina negli anni ’90; la sede di Gavina – l’attività imprenditoriale il cui catalogo era degno di un museo del Design – era stata progettata a San Lazzaro dai Fratelli Castiglioni, che sempre con Dino Gavina realizzarono la poltrona SanLuca proprio per celebrare la Basilica. Giancarlo Piretti, bolognese doc, è l’inventore della sedia pieghevole più famosa al mondo, la super iconica Plia, esposta al MoMA di New York. Per non dire della Fiera, realizzata dall’archistar giapponese Kenzo Tange nei primi anni ’80.

Grazie a questi e ad altri contributi la città ha mostrato negli anni lungimiranza e capacità di innovare, guardare al futuro e arricchire il panorama progettuale internazionale. Una lungimiranza oggi un po’ assopita.

Noi bolognesi siamo ancora abituati ad “avere la bellezza negli occhi” ma, ora che anche l’esperienza di Bologna Design Week si è conclusa da ormai due anni, abbiamo smesso di parlare di Design e del bene che può fare. Perché non tornare a considerare questa disciplina come una risorsa utile a disposizione della cittadinanza?

Con questo intento è nato il progetto Design Antidoto, quattro giornate dedicate alla rivalutazione del Design come strumento di innovazione culturale e sociale e come veicolo di sostenibilità ambientale, tema sempre più attuale per una crisi climatica che ci costringe a fare i conti con uno stile di vita ormai insostenibile.

Design Antidoto, di cui sono curatrice insieme a quattro giovani colleghi designer, avrà luogo dal 9 al 12 settembre in occasione di Resilienze Festival dedicato ai temi ambientali, ogni anno alle Serre dei Giardini Margherita che sono uno dei posti più belli della città. E proprio in una serra, rigenerata con l’aiuto dello studio di architettura Baustudio, verranno esposte le proposte e i progetti di dieci realtà, tra start-up e designer emergenti, selezionate per l’alto valore innovativo e di sostenibilità. 

Le proposte raccolte all’interno della Serra di Design Antidoto rappresentano gli “antidoti” a problematiche scottanti con cui ci siamo dovuti scontrare nella pandemia: dal tema dei rifiuti a quello del verde, dalla reclusione domestica nel lockdown alla vita nelle carceri.

Il Design fornisce gli strumenti per affrontare alcune di queste tematiche: Revibe Upcycling, per esempio, è il primo negozio online dedicato alla moda upcycled e aiuta designer indipendenti a realizzare capi unici a partire dai rifiuti tessili, contrastando il pericoloso fenomeno della fast-fashion; Officine 27 esporrà prodotti realizzati nel carcere di La Spezia, mostrando come il Design possa essere uno strumento abilitante e di progresso sociale; MAIS Project proporrà un’alternativa alla plastica monouso con i bicchieri ecologici BicèBio; PlayWoodstartup di Reggio Emilia con approccio sostenibile all’arredo usa e getta – presenterà una proposta dedicata all’autocostruzione domestica. Il designer romano Gianmarco Guarascio esporrà invece il progetto Hestia che rivaluta il potere del fuoco nello spazio abitativo come antidoto al malessere dei periodi di isolamento. 

La Serra ospiterà anche The Mosshelter, che riesce a far crescere vegetazione e muschi ovunque (anche sul cotone di una t-shirt), e Ismaele Bonomi con una proposta tecnologica innovativa per “visualizzare” la voce degli alberi. 

Infine Andrea Sebastianelli, designer espatriato a Rotterdam, ha riattivato col progetto Piume Vellutate il patrimonio degli archivi storici dei musei tessili d’Europa. Design Antidoto prevede anche una programmazione di talk dedicate al tema.

Vogliamo mostrare il Design non più sotto una luce elitaria e “commerciale”, bensì come segmento di cultura che noi professionisti del settore abbiamo il dovere di rendere comprensibile e fruibile da tutta la comunità. Riacquisire il gusto del Design e la curiosità verso il patrimonio progettuale può fare davvero bene a Bologna.

Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a consultare la pagina dell’evento su Facebook (qui)


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