Il “campo largo” del centrosinistra è un’illusione ottica

Ascoltando, leggendo buona parte delle voci dei nuovi eletti dell’alleanza larga di Matteo Lepore si capisce benissimo perché una fetta di elettorato di centro e di sinistra riformista, che non vuole votare a destra, sia rimasta a casa e perché il “campo largo” non ha attratto mezzo voto oltre al suo elettorato di riferimento

di Angelo Rambaldi, Bologna al Centro – L’Officina delle Idee


Molto bene il contributo di Pier Giorgio Ardeni sul Cantiere “Il centro sinistra vince ma non attrae nuovi elettori”, anche se non mi ritrovo del tutto nelle sue conclusioni che un po’ tradiscono il titolo. Per questo mando queste mie osservazioni.

Complimenti dunque ad Ardeni per la sua analisi “scientifica” del presunto successo elettorale bolognese del Pd nel “campo largo” dell’alleanza. Anche se devo dire che ultimamente, compreso quest’ultimo sabato, Matteo Lepore dà l’impressione di voler cambiare campo di gioco rispetto al suo slogan iniziale di “Bologna città più di sinistra d’Italia”. Adesso dice “progressista“. Staremo a vedere. Pure riguardo al piano nazionale e al Governo Draghi, il nuovo sindaco dà l’impressione di essersi positivamente discostato dall’assist dato a Giuseppe Conte alla Festa dell’Unità: “… sarò con te nel 2023”.

Pier Giorgio Ardeni ha ragione, per questo non ho ben compreso le sue conclusioni. Se si segue quello che succede sia nella città dove il Pd ha vinto al primo turno (Milano, Napoli e Bologna) sia dove è arrivato al ballottaggio (Torino e Roma) e se si leggono le varie dichiarazioni degli eletti, non si può non notare che Bologna è una sorta di “modernariato” rispetto alle priorità che a livello locale i candidati del Pd si pongono.

A Bologna ha votato poco più delle metà degli aventi diritto. Ascoltando, leggendo buona parte delle voci dei nuovi eletti dell’alleanza larga di Matteo Lepore si capisce benissimo perché una fetta di elettorato di centro e di sinistra riformista, che non vuole votare a destra, sia rimasta a casa e perché il “campo largo” non ha attratto mezzo voto oltre al suo elettorato di riferimento.

Leggiamo il rosario, ovviamente laico, delle priorità di quella sinistra radical liberal movimentista, capace solo di conoscere, ascoltare e fare proprie le sue rispettabili priorità di nicchia.

Oggi anche Lepore rivaluta la presenza del movimento della Conti, nelle Primarie, ma pure dopo, sempre bollata, anche dai media, con il quasi epiteto di “renziana”. Pure il movimento della Conti non può pensare di stare cinque anni in un limbo.

E viste alcune scelte che Lepore ha già fatto e, se confermate, altre novità che si annunciano per la Giunta (a parte la cacciata non solo dei “traditori riformisti”, ma pure, sempre rispetto alla Giunta precedente, la cancellazione di assolute eccellenze) non si tratta di mettere in discussione la totale libertà di scelta del Sindaco, si tratta semplicemente di trarne le conclusioni politiche.


2 pensieri riguardo “Il “campo largo” del centrosinistra è un’illusione ottica

  1. È certo possibile che anche parte dell’elettorato moderato e di centro si sia astenuto. Ciò non toglie che i 5 Stelle abbiano perso 23 mila voti e che il centrosinistra non ne abbia guadagnati. Da cui ho tratto le conclusioni di cui sopra.

  2. A livello nazionale basta confrontare sondaggi e risultati per capire che molti elettori moderati sono stati a casa. A meno di pensare che questi abbiano repentinamente cambiato idea e che gli elettori storici di sinistra non abbiano votato. Credo che Rambaldi abbia ragione.

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