In molte zone della città il servizio non è svolto in modo efficiente e organizzato. La nuova amministrazione ha chiesto a Hera un cambio di passo che in tanti attendono
di Sergio Palombarini, avvocato
Il Resto del Carlino il 17 novembre 2021 ha pubblicato un articolo di cui cito alcuni stralci:
“Cassonetti strapieni con sacchi della monnezza sulle vie e raccolta porta a porta in centro da ripensare. […] Le interlocuzioni tra Comune e Hera sono partite, e l’assessore ai Lavori Pubblici Simone Borsari, sull’onda di quanto ripetuto da Matteo Lepore in campagna elettorale che non aveva risparmiato critiche alla multiutility, punta a un cambio di passo”.
“Stiamo chiedendo in maniera molto ferma un miglioramento sostanziale del servizio sotto tutti i punti di vista. Da Hera ci aspettiamo delle risposte: stiamo valutando tutte le criticità, con uno screening a 360 gradi”, dice Borsari. Che insiste: “Per noi pulizia e decoro sono una priorità. Il sindaco Lepore, del resto, è stato il primo a sollevare il tema. E nel suo programma elettorale c’è un capitolo proprio su questo argomento”.
È sotto gli occhi di tutti oramai da tempo: Hera a Bologna, o quantomeno in molte zone della città, non raccoglie i rifiuti in modo efficiente ed organizzato. Molti cittadini denunciano la situazione di aree cittadine dove cassonetti malandati e puzzolenti traboccano di immondizia che alla lunga finisce poi in strada, sui marciapiedi, dove rimane a cuocersi sotto il sole o si infradicia di pioggia, diventando quindi un fastidio se non un pericolo per pedoni (che spesso sono bambini) e ciclisti, fonte di nutrimento maleodorante per animali randagi e uccelli (i merli ed i corvi fanno autentici banchetti nei sacchetti dell’umido).
Il tema in sé è importante e urgente, anche perchè, non va dimenticato, i cittadini pagano le tasse per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, non parliamo di un servizio gratuito; e se si dovesse applicare il principio civilistico “inadimplenti non est adimplendum” oggi forse i bolognesi potrebbero anche sentirsi autorizzati quantomeno ad una ragionevole ricontrattazione della Tari.
Il Gruppo Hera è una cosiddetta multiutility di enormi dimensioni, un coacervo di partecipazioni pubbliche e private, che opera in un’area di mercato anche questa al confine tra mercato privatistico (è quotata in Borsa) e pluriennali affidamenti pubblici, in una condizione semi-monopolistica che si perpetua nel tempo. I settori in cui opera sono principalmente energia e ambiente (quindi anche raccolta e smaltimento dei rifiuti), in molte province del centro-nord Italia, tra cui quella di Bologna.
Di essa in passato si è occupato anche Ivan Cicconi, ingegnere esperto di alta velocità, di ambiente, e autore tra gli altri del testo “Teoria e prassi dell’appalto pubblico”, tema assai attinente all’argomento di cui parliamo.
Non è questa la sede per approfondire tutte queste importanti questioni (anche dal punto di vista economico), che vedono e vedranno comunque impegnata – e speriamo protagonista – la nuova amministrazione comunale bolognese.
Per il momento ed in prima battuta sarebbe già importante ed incoraggiante che l’immondizia, compresi i rifiuti ingombranti ed inquinanti, venisse raccolta e smaltita con maggiore efficienza e rispetto dell’igiene pubblica.
Pienamente d’accordo. Si dovrebbe imporre non solo lo svuotamento costante dei cassonetti, ma anche il loro lavaggio periodico e soprattutto il lavaggio dell’area sottostante i cassonetti
tutto giusto, ma per affrontar la questione in modo efficace bisogna anche prendere atto del comportamento di molti abitanti che non collaborano affatto lasciando i loro rifiuti per terra accanto ai cassonetti o, peggio, attaccati a ganci dei cassonetti (con conseguenze facilmente immaginabili c quando il mezzo addetto alla raccolta solleva il cassonetto). Avrei delle foto esemplificative, peccato che non si possano allegare. Nessuna Amministrazione può implemtnare politiche ambientali senza l’adesione dei cittadini/utenti
A volte anch’io ho attaccato il sacchetto dei rifiuti ai ganci dei cassonetti. Consapevole che non è cosa corretta da fare. Ma non sembra ci sia possibilità di superare questo sistema utilizzato in periferia, veramente poco user-friendly, che prevede una chiave enorme, non facile da portare sempre con sé. E non è sempre possibile camminare a lungo portandosi dietro la spazzatura. Oltre a lavare i cassonetti ed anche il terreno sottostante, bisognerebbe assolutamente trovare il modo di poterli utilizzare senza chiave. Non a caso molti cassonetti sono stati manomessi per raggiungere questo scopo.
La questione andrebbe vista sul piano generale della filosofia. Sono ormai decenni che le amministrazioni spingono costantemente per una più spinta differenziazione del rifiuto facendone una questione dì civiltà con ovvi vantaggi ambientali. La domanda da porsi invece è: “Siamo sicuri che una maggiore differenziazione corrisponda a costi e ad impatti ambientali inferiori“? La risposta a questa domanda è no. Non siamo affatto sicuri. Non solo: la risposta è anche che la differenziazione non è vantaggiosa. Rispetto a cosa? La termovalorizzazione. Considerando l’intero ciclo, comprendente anche impianti, contenitori, e mezzi per il trattamento della differenziazione dei rifiuti, (come correttamente si dovrebbe fare) il confronto fra la differenziazione e la termovalorizzazione ad alta temperatura di fiamma risulta svantaggioso in termini economici, energetici, ambientali ed anche per quanto riguarda il costo del servizio. Tecnici, interrogati su questo aspetto, replicano che si tratta di questione assolutamente nota e su cui vi è un consenso pressoché unanime (fra i tecnici, appunto), solo che “Questo è il ‘mood’ del momento”.
Forse sarebbe il caso di rifare i conti bene, con chiarezza, una volta per tutte, “from cradle to grave”, cioè dalla culla alla tomba, e presentarli. Con chiarezza. Così, col beneficio di tutti, porta a porta, carte smeraldo, ed altre amenità del genere, raggiungerebbero finalmente la soffitta, dove meritano di stare: e le Amministrazioni governerebbero con il consenso di valutazioni tecnico-scientifiche e non secondo il mood del momento…
““Stiamo chiedendo in maniera molto ferma un miglioramento sostanziale del servizio sotto tutti i punti di vista. Da Hera ci aspettiamo delle risposte…”
Ecco i maggiori azionisti di Hera:
• Comune di Bologna (12,599%)
• Comune di Modena (6,863%)
• Comune di Imola (7,375%)
• Comune di Ravenna (6,470%)
• Comune di Trieste (5,482%)
• Comune di Padova (4,803%)
• Comune di Udine (3,055%)
Cosa c’è da aspettare dato che interrogante e interrogato coincidono?