«La natalità è un valore, il Comune se ne prende cura»

«Dove le famiglie stanno bene, la città sta bene». Così Palazzo d’Accursio sintetizza l’impegno e le sue politiche a favore di una corretta evoluzione demografica. Risponde così, a nostra richiesta, a Fabio Battistini che (“Culle vuote? L’individualismo semina sterilità”) ha paventato «il crollo del welfare per una politica che svuota le culle» e chiesto a Bonaccini, Lepore e agli altri amministratori un grande festival sociale per incoraggiare la natalità

di Cristina Ceretti, consigliera delegata a Famiglia, Sussidiarietà circolare e Disabilità


Dove le famiglie stanno bene, la città sta bene, perché investire sulle famiglie significa aggredire la crisi e costruire fiducia. Il primo obiettivo che ci dobbiamo dare a ogni investimento sulle politiche familiari è di creare un piccolo pezzetto di fiducia. La curva della denatalità si inverte se le famiglie sentono di poter guardare avanti con serenità. 

C’è un lavoro politico nazionale, a cui Bologna non intende sottrarsi, per chiedere che gli emendamenti ai decreti attuativi che seguiranno il Family Act, diano priorità a educazione e congedi parentali, con l’introduzione dell’aumento dei giorni di congedo di paternità, l’aumento delle indennità e strumenti adeguati anche per i lavoratori non dipendenti. Ma anche investimenti a favore dell’occupazione femminile e la conciliazione.  

 A livello locale dobbiamo co-programmare e co-progettare con operatori, pubblici privati e terzo settore, in modo sussidiario, non come esercizio amministrativo, ma per creare valore, incidere in modo concreto sulla qualità della vita di tutti e creare cambiamento.

La cosa più sbagliata da fare è leggere i dati demografici e buttarli in politica spiccia. I dati ci devono aiutare a tenere uno sguardo lungo, a lavorare sul piano previsionale. Per questo stiamo costruendo un Osservatorio sulle relazioni familiari, per avere una base scientifica delle evoluzioni demografiche della Città metropolitana in rapporto col contesto regionale e nazionale, con l’obiettivo di cercare strade sempre nuove e non per confermare le nostre convinzioni e posizioni.

Un altro errore sarebbe concepire l’inclusione sociale come un’azione riparativa, che interviene a danno fatto. Invece i bisogni delle famiglie cambiano in continuazione e il nostro lavoro è quello di non aver paura di parlare alle persone della complessità delle cose. Per troppi anni la comunicazione ci ha abituati a semplificare, a stare sulla superficie: è venuto il momento di andare in profondità, di non aver paura della complessità, di studiare tanto, di fregarsene dei sondaggi e guardare lontano. 

Il metodo di lavoro è questo: partiamo dalla costruzione di un luogo che ci possa far leggere in profondità e in modo scientifico le trasformazioni (Osservatorio sulle relazioni familiari); contestualmente chiamiamo al tavolo della co-progettazione pubblico, privato e terzo settore compresa la Consulta Famiglie. Abbiamo risorse dal Pnrr per otto progetti di sostegno alle capacità genitoriali e prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini per 211mila euro; due importanti progetti da 715mila euro l’uno per la ristrutturazione e l’adattamento domotico per l’abitare in autonomia delle persone con disabilità: che significa anche cura e sollievo alla famiglie coinvolte; promozione sportiva inclusiva, abbattimento delle liste d’attesa nei nidi entro fine mandato, piste ciclabili, parchi-gioco attrezzati all’inclusività e alla sicurezza, un sistema culturale per tutti (grazie al prezioso lavoro con Elena Di Gioia quest’anno apriamo l’Istituto Gualandi a favore dei sordi alla fruizione dell’estate in città e, fra le tante cose, sarà previsto anche il trasporto delle persone fragili e con disabilità al Cinema all’aperto di Piazza Maggiore), la realizzazione del piano abbattimento barriere architettoniche e sensoriali; incentivi al lavoro pagato e non pagato (lavoro di cura) per le donne; la promozione dell’assistenza domiciliare e di prossimità. E tanto altro.

Il valore della natalità è un elemento di cui tutti dobbiamo farci carico e prenderci cura, è un tema trasversale a più assessorati e fra i generi. Tutta la giunta sarà coinvolta nella costruzione delle politiche familiari che sono per eccellenza politiche della relazione e della cura.


Un pensiero riguardo “«La natalità è un valore, il Comune se ne prende cura»

  1. Concordo. A Bologna si fa molto ma si può fare di più e meglio. Anche in materia di natalità ci può essere una transizione, dall’inverno alla primavera demografica.

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