Bloccare l’espansione del Marconi sarebbe un danno per la città

Per decenni l’Amministrazione Comunale ha messo i bastoni tra le ruote a ogni sviluppo dell’Aeroporto e della Fiera, favorendo così indirettamente i competitor regionali. Ora la mobilitazione voluta dai Municipi Sociali contro l’espansione del Marconi vuole rinverdire la tradizione. Continuiamo pure a farci del male…

di Niccolò Rocco di Torrepadula, già consigliere comunale


Ho letto il pezzo di Municipi Sociali (“Un’assemblea pubblica per fermare l’espansione del Marconi”) sulle motivazioni per fermare l’espansione dell’Aeroporto Marconi di Bologna. Non le condivido affatto, perché fantasiose e irrealistiche ma anche miopi.

Bologna ha alcune eccellenze che, se valorizzate dalla Amministrazione Comunale, possono farla decollare tra le principali città europee, queste sono: l’Aeroporto, la Fiera, l’Università. 

Nei miei quasi dieci anni come Consigliere Comunale ho vissuto in diretta i mille bastoni fra le ruote posti dall’Amministrazione Comunale allo sviluppo dell’Aeroporto e della Fiera: l’allungamento della pista dell’aeroporto, fondamentale per fare arrivare i grandi aerei, ha penato anni in Consiglio Comunale, così come la possibilità di costruire nuovi padiglioni in Fiera è sempre stata tenacemente osteggiata.

Adesso l’intervento di Municipi Sociali, dietro alla cui sigla ci saranno i soliti ambientalisti, vuole nuovamente fermare l’espansione del Marconi, pura follia. Grazie a questa politica gli aeroporti limitrofi si sfregano le mani e la Fiera di Rimini, con cui Bologna dovrebbe fondersi (ma per la miopia dei suoi amministratori ciò non avviene), si espande e ringrazia.

Infine un commento per gli abitanti delle zone interessate dal decollo o atterraggio degli aerei: quando fu costruito l’aeroporto nel lontano 1933, tutta la zona era agricola e completamente disabitata, a parte un casa colonica con due anziani contadini. Tutti coloro che negli anni hanno acquistato terreni per costruire capannoni o abitazioni lo hanno fatto a prezzi mediamente più bassi del 30%, proprio per la presenza dell’aeroporto.

Comodo adesso lamentarsi ogni momento per il rumore degli aerei in decollo o atterraggio.

Photo credits: Arno Senoner


4 pensieri riguardo “Bloccare l’espansione del Marconi sarebbe un danno per la città

  1. C’è da rimanere interdetti per il basso livello argomentativo di una persona, come Niccolò Rocco di Torrepadula che pur è stata seduta in consiglio comunale.
    1. Se opporsi oggi all’espansione dell’aeroporto Marconi è sbagliato secondo le opinioni del Nostro, ciò significa che sarebbe sbagliato anche domani o doman l’altro. NRdTP non ci dice quali sarebbero secondo lui le dimensioni massime, che a questo punto riterrei infinite, se ogni opposizione futura ricadrebbe come la presente sotto i suoi strali.
    2. I “due anziani contadini” che risiedevano nell’area sulla quale negli anni ’30 del secolo passato non sono in nessuno schema possibile di ragionamento confrontabili con le decine di migliaia di persone che oggi sono coinvolte nelle aree adiacenti il Marconi.
    3. Negli anni ’30 gli aeroplani erano piccoli e ad elica oltre che in numero minore; il che muta di parecchio la sostanza del problema.
    4. La sciagura dell’istituto Salvemini di Casalecchio potrebbe far riflettere sul disastro che potrebbe comportare un incidente aereo nei pressi di un aeroporto ad alto traffico in mezzo alle case utilizzato da giganti dell’aria; contro la qual cosa possiamo fare tutti gli scongiuri nella speranza che Iddio ce la mandi buona e Satanasso non ce la mandi cattiva.
    5. Anche volendo, non riusciremmo a costruire un aeroporto internazionale secondo i sogni del già consigliere NRdTP. Se non si trova lo spazio in pianura padana per un passante autostradale, figuriamoci per un aeroporto! Allora il modello non può essere quello di una megastruttura in competizione con altre. Il modello deve essere quello di una rete di strutture esistenti (magari specializzate) ben collegate via ferro.
    6. Infine un aneddoto. E qui credo che il dialogo con NRdTP non avrebbe corso. Una cinquantina di anni fa e anche più nelle sezioni comuniste di quello che allora era il quartiere Lame ebbe corso una discussione simile a questa. Anche allora al centro della contesa c’era l’aeroporto con i suoi rumori e i suoi scarichi. L’ala modernista accusava l’altra di essere contro il progresso. Allora prese la parola Cesare Malservisi (personaggio noto a cui è stata dedicata la biblioteca di via Marco Polo. Rivolto ai modernisti ad ogni costo disse: “Noi al socialismo ci vogliamo arrivare sani!”
    Più avanti lo stesso Malservisi avrebbe scritto una struggente canzone sulla fine delle sezioni comuniste. E così oggi, senza più presidii ideali (qualcuno dice sprezzantemente ideologici…) hanno corso persino opinioni arroganti come quella di NdTP il quale si rivolge agli abitanti dicendo: avete speso meno quando avete comprato e adesso di cosa vi lamentate?

  2. Ridurre la questione a puro mercantilismo sottrae al dibattito la possibilità di esplorare modalità di trasporto, sia a fini commerciali sia turistici, con mezzi meno “energivori” e più in linea con la protezione dell’ambiente e delle persone. Si stanno completando importanti lavori sulla linea ferroviaria del Brennero che renderanno la via Nord Sud Europa (con Bologna snodo fondamentale) interamente fruibile con mezzi ferroviari veloci, comodi e sicuri. Certo si impiega qualche ora in più di viaggio rispetto al veloce rumoroso e dispendioso aeromobile, ma siamo proprio certi che la velocità sia l’unica forma per sostenere l’economia bolognese? O forse come già qualche città europea sta studiando potrebbe Bologna rappresentare, sin da come si decide di arrivarci, un marchio DOC di “bonomia”?

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