L’Arte della Memoria alla ricerca della Verità

Se a quarantadue anni dall’abbattimento del Dc9 l’identità degli autori della strage di Ustica è ancora ingiustamente celata, il ricordo di quella tragedia è scolpito nella coscienza di questa città: una memoria democratica e condivisa, che nel tempo ha assunto molte forme per non cambiare mai sostanza. Perché ricordare è un processo collettivo, che può avvalersi anche di strumenti come l’arte, la didattica, la ricerca storica e archivistica

di Daria Bonfietti, presidente dell’associazione delle Vittime della strage di Ustica


L’impegno dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica è sempre stato, fin dall’inizio, cercare la verità su una strage  colpevolmente  dimenticata per diversi anni. L’areo scomparve il 27 giugno 1980, con 81 cittadini italiani a bordo,  ma con  quell’aereo scomparve, nel Mar Tirreno, anche la verità. Solo nel ’99, certo molto tardi, la verità è stata raggiunta, almeno sulle cause del disastro: il Dc9 è stato abbattuto, scrive il Giudice Priore.

Da lì in avanti abbiamo sempre più pensato  a fare Memoria, forti anche dell’impegno che il mondo della cultura ci aveva già offerto in quegli anni. Non potevamo sopportare che i resti di quell’aereo, testimone degli ultimi attimi di vita dei nostri cari, venissero rottamati, gettati in una qualche discarica. Così, alla metà degli anni ’90, con il sindaco Walter Vitali cercammo un luogo per sistemare quel relitto,  dando un incarico agli architetti Letizia e Giampaolo Mazzuccato. Iniziò in quel periodo anche la collaborazione con l’Istituto Parri, al quale affidammo tutto l’Archivio dell’Associazione che è stato via via accuratamente sistemato.

Al termine di tutti questi percorsi nel 2007 è stato inaugurato, nel Parco della Zucca,  il Museo per la Memoria di Ustica.

Avevamo incontrato in quegli anni  uno dei più grandi artisti contemporanei, Christian Boltanski, che con il suo intervento, con la sua suggestiva installazione,  ha dato prestigio alla città e futuro alla memoria dei nostri cari. Attorno al Museo abbiamo continuato a fare Memoria e anche a fare Storia. Il Museo è davvero diventato un centro per la memoria inserito  nella vita culturale della città: si sono  alternati altri artisti contemporanei che hanno negli anni donato le loro opere, tra i quali voglio ricordare per tutti l’istallazione di Flavio Favelli;  abbiamo altresì  sviluppato un grosso impegno in collaborazione con il Miur per la didattica, ospitando classi di studenti da tutte le parti d’Italia,  offrendo loro occasioni di incontrare  sia la storia dei linguaggi artistici sia la storia del nostro Paese negli anni ‘80. Da questi rapporti con le scuole sono nati spettacoli teatrali che hanno visto impegnati studenti bolognesi e perfino palermitani.

Ma voglio ricordare che attorno al Museo abbiamo in ogni modo usato l’Arte, sia con grandi concerti (Patty Smith, Battiato), sia con indimenticabili spettacoli teatrali (Marco Paolini), sia con eventi di danza e concerti jazz;  insomma ci siamo stretti attorno alla memoria dei nostri cari, con tutte le forme dell’Arte  e dello spettacolo.

Abbiamo poi sentito necessario il passaggio dalla Memoria alla Storia. E, ben consapevoli che la Storia non la possono scrivere i parenti delle Vittime, ma che debba essere un compito specifico degli storici,  abbiamo approfondito il legame con l’Istituto Parri e con l’Università di Bologna,  arrivando perfino a determinare la creazione di una cattedra apposita, specifica, per lo studio degli anni del terrorismo.  Un risultato particolarmente positivo perché ha messo a disposizione della nostra città  un “sapere” che per ammissione dell’Università stessa non era ancora presente.

Grazie all’impegno del sindaco Merola prima e all’intervento del sindaco Lepore poi,  tutti questi sentieri di storia e di memoria stanno finalmente per trovare una collocazione in una Fondazione per il Museo per la Memoria di Ustica. Un passaggio che darà senz’altro nuovo vigore a tutte le attività e al rapporto con le giovani generazioni,  trovando una adeguata collocazione nel nuovo percorso per la “Memoria democratica” che unirà i luoghi significativi per la storia della città.

Photo credits: Giacomo Alessandroni (CC BY-SA 4.0)


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