Quando il vento soffia contro…

Matteo Lepore sa che la buona amministrazione ha bisogno di una buona e nuova politica se vuole crescere come alternativa al governo nazionale della destra. Occorre però avere una visione vasta all’altezza delle sfide poste dalle crisi nella crisi

di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore


In molti, a sinistra, continuiamo a credere che il problema principale sia la crisi del Pd dopo il 25 settembre. E che il Congresso e la scelta del nuovo segretario nazionale, in programma per gli inizi del 2023, siano la vera soluzione e possano segnare un’inversione di tendenza. Le cose, purtroppo, non stanno così e per capirlo bisogna alzare la testa e vedere con occhi esperti l’origine di un presente politico maledettamente incapace di saper governare lo sconquasso degli equilibri internazionali.

Occorrono un pensiero lungo e una visione lungimirante. Due aspetti del tutto o in buona parte assenti nel dibattito congressuale del Pd. Non emerge un’idea né del nuovo partito né del partito nuovo. Questo doveva essere il tema della Costituente del Pd prima del Congresso. La cosa è stata archiviata senza alcuna motivazione, come sono stati buttati nel cestino i progetti di chi aveva creduto nelle Agorà e si proponeva d’iscriversi al partito. Si continua a recitare monotonamente che bisogna allargare il campo. Come, su quali priorità, con quali soggetti sociali prima che politici?

I tre candidati alla segreteria in sostituzione del dimissionario Enrico Letta si confrontano presentando il solito programma, limitato a un elenco di problemi, riportati quasi senza distinzione da ognuno dei tre. Se così si dovesse arrivare al Congresso sarebbe un disastro. Non si esagera a dire che gli attuali esponenti non solo del Pd ma dell’intera sinistra, di governo e radicale, se hanno un filo rosso (lavoro, diseguaglianze, povertà, ecologia) non sanno come tessere (priorità, risorse, tempi) per sconfiggere la destra. È caduto anche l’ultimo vessillo berlingueriano della moralità. Il re è nudo e non serve rivestirlo dei soliti stracci dei capicorrente.

Con queste veloci considerazioni non vorrei spargere pessimismo, c’è ne già troppo. Quel tanto di buono e di nobile finora costruito dal Pd e dalla sinistra può essere messo in valore e risalire la china se si parte dai movimenti dei territori. Se si costruisce insieme ai giovani sindaci, uomini e donne espressione della società, una partecipazione attiva di popolo e di gente onesta, trasparente e responsabile.

A Bologna abbiamo la fortuna di avere un primo cittadino che possiede tutte queste qualità. Matteo Lepore sa che la buona amministrazione ha bisogno di una buona e nuova politica se vuole crescere come alternativa al governo nazionale della destra. Occorre però avere una visione vasta all’altezza delle sfide poste dalle crisi nella crisi. Occorre avere il coraggio a livello locale di avviare un reale processo di cambiamento dei valori e delle pratiche di quella sinistra da costruire nel paese e nell’Ue verso un mondo di pace, di progresso e di sviluppo ecosostenibile.

Non si può ignorare che il bene individuale e comune vanno costruiti nella lucida analisi di quanto si muove nella spartizione del mondo. Usa e Cina accelerano il loro dominio allargando l’influenza nei mercati e nei continenti. Lo fanno guerreggiando nel controllo tecnologico e militare tramite intermediari. Gli Usa si servono dell’Unione Europea e la Cina appoggia l’invasione armata della Russia contro la nazione Ucraina, la Nato e gli aiuti militari dell’Ue.

Le crisi locali sono, dunque, gli esiti della crisi della globalizzazione, iniziata agli inizi del 2000. Le guerre e le lotte in corso tra i Paesi e i continenti per la supremazia mondiale sono il contesto imprescindibile da cui far partire un’analisi sui modelli di civiltà che si vanno prefigurando e sulle possibili alternative che nei territori locali si possono mettere in atto per evitare la deriva verso un super potere colonizzante e schiavizzante.

Il vento militaresco delle super potenze gioca nei singoli Paesi a favore delle forze politiche di destra, mentre populismo e sovranismo mirano a eliminare ogni stato di conflitto sociale e ogni pretesa di diritti sociali e personali. Il vento del socialismo, dei democratici e dei progressisti soffia contro una politica alternativa.

In Italia il governo di centrodestra in questa fase ha un vento molto favorevole ma le vele vanno sapute governare, cosa che non è alla portata della sua politica. La sinistra sappia meglio di loro intercettare il disagio e dirigere la navigazione delle esperte flotte locali verso quel pianeta promesso. Quel pianeta che la sinistra ha smesso di predicare ma che esiste ed è raggiungibile dalle persone che amano la pace, la solidarietà e il bene dell’umanità e del pianeta.

Photo credits: DiRE.it


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