Bologna a 30 réclame ogni mezzo chilometro

Sono in corso lavori di scavo lungo i viali. Buche ogni 15-20 metri non per piantare alberi, ma per installare totem pubblicitari. È comprensibile che per garantire il nostro welfare si debbano trovare le risorse in qualche modo. Che siano copiosi gli introiti, dunque, se servono anche a investire per fare più verde questa città. Quegli schermi evocano “Blade runner”: da quella Los Angeles Rick e Rachael furono costretti a fuggire per vivere in pace, certo, ma anche per vedere un cielo limpido

di Giampiero Moscato, direttore cB


Premetto di sapere che governare è un po’ più difficile che fare opposizione. Lo hanno capito bene, dopo anni col vento in poppa della contestazione, anche Meloni&Ca (non è un refuso: essi non sono una Co, una Company, sono una Cameraty) che tra i sogni e la loro realizzazione, quando non si può più solo puntare il dito ma si deve provare a governare, ci sono le difficoltà di esaudimento, anche e soprattutto quando mancano le risorse economiche.

Se vuoi garantire la permanenza del livello di welfare conquistato, gli asili nidi, i servizi sociali, non aumentare le tasse addizionali, e se le ristrettezze di bilancio incombono, bisogna trovare modo di fare cassa. Sono dunque persuaso che il Comune faccia bene a incrementare le entrate pubblicitarie, se questo aiuta a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale (tornando a Meloni&Ca, si vede quanto fanno fatica a mantenere quelle fatte sulla flat tax, sull’abolizione delle accise, sul pieno utilizzo del Pnrr, per dirne alcune tra le tante sulle quali hanno vinto le elezioni: poi è facile dare la colpa ai governi precedenti), ma sulle modalità di raccolta dei fondi qualche obiezione possiamo azzardarla.

Qualche settimana fa, viaggiando lungo i viali di circonvallazione, avevo notato che nei marciapiedi ciclopedonali alberati in mezzo alle due carreggiate erano in atto lavori di scavo. Di primo acchito ero felicissimo: evvaiiii!, stanno scavando per mettere a dimora nuovi alberi, o anche magari delle piante a basso fusto, tipo oleandri, per ingentilire il passeggio e per combattere la CO2, come anche Cantiere aveva implorato di fare (qui e qui).

La delusione fu rapidissima. Quegli scavi erano circondati da reti di plastica forata arancione, tipica dei lavori elettrici, mi confermarono persone più esperte di me. In effetti, basta guardare le foto di questo articolo (ma ovviamente si nota meglio facendo un giro lungo i viali di circonvallazione), in queste settimane non sono stati piantati nuovi alberi, lungo i viali. Sono stati installati tantissimi totem pubblicitari, uno ogni quindici-venti metri, più o meno: dunque 30 réclame ogni mezzo km. Che per altro, almeno così mi sembra da quando li “ammiro” al posto dei platani che sognavo, ripetono tutti le stesse promozioni. In una sequenza per cui, nelle code ai semafori, puoi rivederle tante volte: magari così ti convincono.

Bologna a 30 réclame ogni mezzo chilometro, dunque. Immagini più adatte alla Los Angeles di “Blade runner” che a una città vocata all’ambientalismo e al progressismo. Sui grattacieli immaginati da Ridley Scott, con quei volti e quelle nenie suadenti con volti e voci dell’estremo oriente, fra l’altro risultano meno intruse che in mezzo agli alberi dei nostri viali, col loro contorno di prato. Confido che una parte degli introiti, che spero siano copiosi, aiutino non solo il welfare cittadino, ma anche il suo ambiente. Che quelle strutture metalliche e digitali servano a trovare le risorse per piantare alberi veri: fatti di legno, foglie, clorofilla e ossigeno. Per un progresso calibrato, che non aggiunga solo forme di inquinamento e di sfruttamento delle risorse, ma che pensi anche all’ambiente, a come si vive nelle città, a chi viene dopo di noi. Senza dover immaginare un finale alla “Blade runner”, quella fuga da un ambiente oramai devastato verso orizzonti limpidi e verdi, oramai confinati solo al di fuori dell’area metropolitana.


7 pensieri riguardo “Bologna a 30 réclame ogni mezzo chilometro

  1. Ecco il perché del limite dei 30kmh: per consentirci di leggere con più calma le pubblicità, senza il rischio di schiantarci se la lettura cu distrae dalla guida.

  2. A Grenoble via cartelloni pubblicitari dalle strade, solo alberi
    Iniziativa sindaco, ‘siamo i primi in Europa’

    Redazione ANSA 01 DICEMBRE 2014 21:59
    Accadeva nel 2014. Avranno cambiato idea nel frattempo?
    Sarebbe utile un confronto con quanto accade nelle altre città europee.

  3. Non mi sembra una cosa molto intelligente. E’ stata varata l’iniziativa Bologna 30 (su cui giustamente ci sono tante perplessità, ma lasciamo stare), perchè l’obiettivo (sacrosanto) è ridurre drasticamente incidenti, e morti e feriti sulle nostre strade, e che facciamo ? Mettiamo oggetti che per loro natura catturano l’attenzione e fanno distrarre, quando sappiamo che proprio la distrazione è una importante causa di incidenti.

  4. E per di più il pannello pubblicitario che si vede nella foto e che è stato autorizzato dal Comune sui viali, oltre che motivo di distrazione per chi è alla guida sembra, ironia del caso, uno sberleffo rivolto ai tanti residenti il cui riposo notturno è compromesso dal frastuono degli schiamazzi in strada che il Comune non sa (o non vuole?) controllare: “Dire che non dormo è riduttivo. Conosco il soffitto a memoria: a volte ci parlo.”

  5. Senza tante réclame, basterebbe replicare via degli Orti. Invece il modello di riferimento è via Terracini.

  6. Concordo pienamente. Tanti buchi per fare la soletta di cemento armato
    per questi pannelli, andando probabilmente ad inficiare la salute delle radici arboree già presenti, e nessun buco per rimettere gli alberi che, numerosi, mancano lungo i viali di circonvallazione. Sono tantissimi i punti dove sono stati tolti vecchi alberi evidentemente non in buona salute e dove non è mai più stato rimesso nulla. A porta San Vitale c’è addirittura un lungo tratto di una cinquantina di metri con il vuoto arboreo. E tutti abbiamo visto in questa estate l’importanza della copertura verde per mitigare la temperatura, oltre al generale contributo alla qualità dell’aria. Perchè non si provvede?

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