Dal Vaffa Day alle realtà civiche che si mettono in gioco

Rispondiamo all’Arci che chiede di disegnare insieme il progetto della Bologna futura. L’antipolitica ha disgregato ma ha anche spinto organizzazioni che non avrebbero avuto alcuno spazio politico a ricostruire il dialogo e la proposta comune, Bologna non ha bisogno di “semplici bastardi” che muovono tutto per non cambiare nulla. Bologna ha bisogno, e merita, un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati che voglia davvero cambiare il mondo

di Gianluca Guerra, Silvia Spinelli, Volt Bologna


Rossella Vigneri, presidente di Arci Bologna, affida alle pagine di Cantiere Bologna un invito ad un progetto condiviso per disegnare, in vista delle elezioni comunali del 2021, la Bologna del futuro. Una Bologna che metta al centro i suoi cittadini, le realtà civiche, il terzo settore e tutti quegli attori che nel corso degli anni si sono trovati a dover sostituire le istituzioni nel dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini. 

I partiti hanno infatti tradito quella tradizione di radicamento e di coinvolgimento attivo dei territori e delle comunità che in essi vivono, creando distanze sempre più incolmabili tra cittadini e istituzioni. Questo ha avuto due conseguenze principali, una estremamente negativa e una altrettanto importante ma di segno opposto. 

È vero infatti che questo scollamento ha portato a una totale sfiducia delle persone nella politica, che si è manifestata nella crescita di movimenti politici antisistema, il cui unico credo è la distruzione delle istituzioni democratiche su cui si regge la vita del nostro paese. Siamo passati dal “vaffa day“ di grillina memoria alla politica urlata, populista, alla comunicazione politica sotto steroidi il cui unico scopo è dividere per poter comandare più facilmente. 

Dall’altro è però altrettanto vero che la mancanza di una risposta istituzionale ha portato tantissime realtà civiche, che in tempi normali non avrebbero mai avuto la necessità di fare politica, quella vera, a mettersi in gioco per riportare il dialogo politico al livello che merita, vale a dire a quello della costruzione propositiva di progetti comuni. Questa è esattamente la spinta che ha portato tre anni fa alla nascita di Volt, movimento politico paneuropeo composto perlopiù di giovani il cui scopo è cambiare realmente il modo di fare politica, lavorando come un corpo unico in tutta Europa.

La frase con cui si aprì, nel luglio 2018 e proprio a Bologna, il congresso fondativo di Volt Italia è una citazione di Margaret Mead, che recita: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta”. In una sola frase il senso più profondo del progetto che oggi coinvolge migliaia di persone in tutta Europa, accomunate dalla voglia di costruire ponti, abbattere muri, di proporre una visione di società da opporre alla paura per il futuro che ci attanaglia e che la politica da sempre sfrutta per alimentare la propria narrativa e riprodurre i propri schemi  

Negli ultimi due anni abbiamo continuato a portare avanti in modo coerente questa visione nelle città, compresa la nostra amata Bologna: lo abbiamo fatto attraverso dei tour di ascolto per carpire direttamente dalla bocca dei cittadini il disagio che essi vivono quotidianamente, i loro bisogni e per discutere insieme di possibili soluzioni. Abbiamo parlato in tutti i quartieri di mobilità sostenibile, sicurezza, lavoro, attività commerciali, scuola, diritti, progetti di innovazione sociale e di democrazia partecipativa. 

Lo abbiamo fatto coinvolgendo artisti da tutta Italia nel progetto “artisti per Patrick“, chiedendo la liberazione del giovane studente dell’Unibo. Lo abbiamo fatto organizzando insieme ad altre realtà civiche e popolari il Comitato per il NO al referendum, cercando sempre di portare una soluzione per ogni problema. Lo abbiamo fatto sempre e soprattutto attraverso un ascolto attento e attivo, senza mai negarci al dialogo, cercando di arricchire il nostro bagaglio delle esperienze della nostra città e di tutte le persone che quotidianamente la vivono. 

Perché se è vero che i partiti hanno tradito il loro ruolo, è altrettanto vero che non tutte le realtà sono così, e noi raccogliamo volentieri la richiesta di Arci Bologna, mettendoci a disposizione per costruire insieme, in modo democratico e plurale, il futuro della nostra città. Perché Bologna non ha bisogno di “semplici bastardi” che muovono tutto per non cambiare nulla. Bologna ha bisogno, e merita, un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati che voglia davvero cambiare il mondo.

In queste settimane saremo nelle strade di Bologna a chiedere ai cittadini cosa ne pensano della sicurezza in città… Se ci vedete, fermatevi a chiacchierare con noi! (info: Volt Bologna)


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