Il nostro anonimo collaboratore dal 23 settembre tace. Quarantena sospetta per una firma molto avveduta e che aveva “minacciato” puntuali interventi su fatti noti e meno noti della città. Una rubrica al vetriolo la sua, nata dopo che Virginio Merola ipotizzò, in una discussa espressione, «una coalizione di “semplici bastardi”» per la sua successione. Che sia il Covid, che scompagina ogni tavolo per il futuro sindaco, ad annacquare quel velenoso inchiostro e a fermare quella stilografica acuminata?
di Giampiero Moscato e Aldo Balzanelli, giornalisti
Dopo averci illuminato con alcune perle di urticante saggezza, lo sconosciuto corsivista che dal 15 luglio (“Qui gatta ci cova”) aveva cominciato a svelarci gustosi retroscena della politica al ragù e a provocarci con commenti salaci, dal 23 settembre (“Il partito è il dito, il civismo è la luna”) sembra essere sparito. Anche attraverso i sotterranei canali che riescono a far dialogare (quando si concede) Cantierebologna con l’anonimo interlocutore, da qualche tempo non c’è modo di stabilire un contatto.
Eppure dal 23 settembre a oggi sono accaduti in città fatti rilevanti che normalmente avrebbero stuzzicato la sua vena polemica: lo scontro a distanza tra i “giovani bastardi”, primi fra tutti gli assessori comunali Matteo Lepore e Alberto Aitini; l’altrettanto strana sparizione della prima candidata ufficiale alla successione, l’avvocata Cathy La Torre; la seconda ondata del Covid e i discussi provvedimenti del Governo; le proposte di Alessandro Alberani, Marco Lombardo e Davide Conte; la presentazione della Bologna Civica di Giancarlo Tonelli e Gian Luca Galletti; il «non mi opporrei» della parlamentare europea Elisabetta Gualmini all’eventuale richiesta di compattare il centrosinistra attorno al suo nome per il dopo Merola; la richiesta pressante di primarie di lista o di coalizione, magari online, e il quasi scontato no alla loro attuazione, con la scusa più o meno credibile dei rischi in piena pandemia; l’auspicio del segretario Pd, Luigi Tosiani, che si raggiunga (lavora per arrivare a quell’obiettivo) l’intesa sul nome di un candidato unitario.
Tanta carne al fuoco. Che normalmente il Vecchio Bastardo avrebbe marinato a modo suo, con le sue parole sarcastiche e soprattutto piccanti: più aglio e peperoncino che burro e salvia, chissà perché? Sappiamo una sola cosa certa: il “vetriolista” è in perfetta salute. Eppure abbiamo il sospetto che sia proprio il Covid a fermare il suo pennino nel calamaio e a non fargli intridere di vetriolo le pergamene che ci saremmo aspettati. Non per effetti sulla sua salute, dunque, ma per quelli che ha sulla normalità politica. Un evento talmente al di sopra di tutto quello che sta accadendo sotto la Torre dell’Orologio da suggerire di attendere che si capisca dove andrà il mondo. E che magari lo impegna in maniera spasmodica nel lavoro che fa. Non sappiamo quale, ma da come scrive si può pensare che sia un lavoro importante, che lo mette in contatto con le realtà cruciali di questa nostra Bologna.
Noi continuiamo a fornire anche a lui (o a lei? La firma al maschile non ne certifica il genere, a pensarci bene), giorno dopo giorno, spunti di riflessione attraverso i mattoni che portiamo al complesso cantiere che è Bologna. E lo aspettiamo. Con la curiosità forte di sapere cosa pensi di questo stranissimo e per certi versi terribile periodo che attraversa la nostra comunità. E magari uno spunto su chi dovrà affrontare, dopo il voto del 2021, le sue conseguenze.
Un pensiero riguardo “«Caro Vecchio Bastardo, perché la tua penna non punge più?»”