C’è chi confonde il proprio punto di vista con la verità assoluta. C’è chi non ammette opinioni diverse dalle proprie ed è pronto a punire chi dà voce a chi dissente dalle loro. La questione del disturbo giovanile esiste da sempre, insieme al degrado di certe zone. Come Cantiere ci occupiamo di tutto, ospitando i pareri più diversi. Ma insulti come quelli subiti per gli articoli sulla cittadella universitaria non li abbiamo mai ricevuti. Possiamo parlarne senza ricevere cattive parole?
di Giampiero Moscato, direttore cB
La sofferenza e la fatica dei giornalisti non fanno notizia. Chissenefrega – dico convintamente – se sudano, lacrimano, sanguinano. Raccontassero quello che vedono e non rompessero le scatole per quello che subiscono. Ci mancherebbe altro. Chiunque lavori ha i suoi problemi.
Però a volte quello che capita a chi fa questo mestiere può suggerire qualche deriva della società. Tralascio quello che mi è successo in 37 anni in altre testate. Mi limito all’anno e mezzo in cui ho firmato, da direttore responsabile, Cantierebologna.com: testata che un manipolo di persone, convinte della necessità di uno spazio di discussione, ha fondato per mettere in dialogo le persone più diverse sui temi della città. È la nostra mission, lo abbiamo proclamato.
Siamo certamente, da posizioni diverse anche al nostro interno, di centrosinistra, ma vogliamo parlare con chiunque rispetti la nostra Costituzione, anche se di destra. E far dialogare persone che di solito si ignorano. È chiaro? Oppure qualcuno ancora non ci ha capiti? Chi ci legge sa che ci siamo occupati di tanti argomenti. Ma solo su Piazza Verdi, luogo simbolo del cosiddetto “degrado” cittadino, abbiamo subito pressioni e intolleranze.
Faccio due esempi. Stefano Cavallini, giovane bolognese, il 13 novembre 2020 – Lettera ai ventenni: «Dove ci siete voi è degrado. Che triste» – scrisse per noi un testo in cui accusava la sua generazione di non avere a cuore il decoro della città. Pier Francesco Di Biase, caporedattore di cB, il 30 giugno ha firmato, secondo il suo punto di vista (Le gonadi danzanti), un pezzo di segno opposto. Vive da sempre al Pratello (paragonabili i disagi: ci date atto?) ed è felice di farlo, nonostante il casino. Ai fastidi propone i propri rimedi, secondo alcuni irriverenti. Ma punta il dito non su chi vive in quelle zone, in cui lui stesso abita: lo fa (ma devo davvero spiegarlo?) contro quelli che sfruttano le necessità di vita del ceto giovanile, speculano pure sull’esuberanza di quella classe commerciale e poi ipocritamente chiedono misure di contenimento.
Pier Fra ha il suo parere e può divergere da quello di altri. Ma ha la stessa dignità che Cantiere attribuì al suo opposto (Cavallini) e che concederà a ogni altro punto di vista. Nessuno ha il possesso della verità, ma chiunque ha il diritto di esporre la propria idea. Sul Cantiere di sicuro. E chi pubblica – Cantiere – non sposa per questo le opinioni di chi ospita sulle proprie pagine. Le divulga. E offre spazio a chi le contesta. Perché questa è la democrazia.
Dopo il pezzo di Cavallini (controllate come esempio la nostra pagina Facebook, dove c’è qualche traccia di quello che abbiamo subito) ho ricevuto, soprattutto in privato, anche da amici cari messaggi durissimi, a difesa dei giovani di questa città (ma perché si offendono gli incolpevoli che nessuno accusa?). Dopo quello firmato da Di Biase idem: oltraggi di vario tipo a noi in una strana forma di difesa delle vittime del degrado di certe aree. Persone che non hanno interessi privati nel pascolo della gioventù ribelle di questa città («Defecano sui nostri portoni e non ci fanno dormire e voi ci prendete pure per i fondelli?») si sono sentite offese al punto di arrivare all’insulto.
Ai primi e ai secondi ho offerto quella che è la ragione di essere del nostro Cantiere. Avete opinioni diverse? Scrivetele. Le stamperemo. Pubblichiamo Cavallini che ce l’ha con i giovani che sporcano e deturpano anche la convivenza. Pubblichiamo Di Biase che ce l’ha con chi specula sui bisogni del ceto giovanile e magari poi ipocritamente chiede a Palazzo d’Accursio di neutralizzarli dopo le 23. Pubblicheremo chi si sente offeso dalle parole di Cavallini e di Di Biase. Perché non abbiamo una verità in tasca e non crediamo che esprimere un punto di vista sia delittuoso. Anzi. È il sale della democrazia.
Siamo convinti che le opinioni vadano rispettate anche quando sono diverse dalle nostre. In troppi, anche tra presunti democratici, sono convinti invece che il giornalismo vero debba pubblicare solo il punto di vista che piace a loro. È una sciocchezza ma bisogna spingere perché lo si comprenda. Piazza Verdi non sarà resa più vivibile mettendo a tacere qualcuno. E comunque non succederà su queste pagine.
Photo credits: Francesca Bombarda, Chiara Caravelli
Bobobarani
Bravo Giampiero!
Grazie . Argomenti inattaccabili. Condivido
Mi pare siano due facce della stessa medaglia.
Studenti venite a Bologna, qui potete fare proprio tutto quel che vi pare, di giorno e di notte, purché foraggiate:
1. l’Alma Mater (che chiuderà sempre gli occhi su quel che combinerete in città),
2. una moltitudine di avidi proprietari immobiliari (che vi affitteranno tuguri a peso d’oro, possibilmente in nero),
3. una massa di furbi esercenti di cicchetti e cibo a basso costo (che grazie ai vostri soldi sbaraglieranno il campo dalle botteghe di vicinato, creando un’unica scadente tipologia a vostra misura e chissenefrega degli altri)
Utili privatizzati, disagi e costi spalmati sulla collettività.
Non va bene… anzi, fa proprio schifo!
Pinuccia Camellini