Budrio al voto per una nuova declinazione

Mancano ancora alcuni giorni alle elezioni ed è auspicabile che la brava Debora Badiali vada fabbrica a fabbrica, artigiano ad artigiano, commerciante a commerciante per coinvolgerli in un progetto di società coesa e solidale. Per fare di Budrio un altro avamposto progressista della pianura bolognese

di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore e Pier Francesco Di Biase, caporedattore cB


Il processo costitutivo e istituzionale della Città Metropolitana di Bologna potrà registrare una battuta di arresto o un’avanzata in base all’esito del rinnovo del consiglio comunale di Budrio, il prossimo 12 giugno. Nomen omen, verrebbe da dire, giacché nell’antichità butrium era un toponimo molto comune e utilizzato per definire tanto un’area fertile quanto un terreno impervio e paludoso. Quale accezione avrà in futuro, per il centro-sinistra metropolitano, lo scopriremo tra pochi giorni.

Il significato cambierà e di molto se sarà rinnovata la fiducia al sindaco uscente Maurizio Mazzanti o se sarà eletta per la prima volta la candidata del centro-sinistra Debora Badiali. La battuta di arresto si avrà con la vittoria della lista civica di Mazzanti che, dopo la rielezione del sindaco del centrodestra a San Giovanni in Persiceto, potrà rafforzare quella spinta della pianura bolognese a ragionare in termini di vantaggi localistici o municipalisti e non di una comune area metropolitana. 

Se saranno amministrati dalla destra, i due poli di sviluppo nel quadrante nord della provincia bolognese potranno consolidare una presenza se non di ostacolo alla metropoli più progressista d’Italia, sicuramente di freno, per rimarcare una visibilità e una presenza di una politica della conservazione degli interessi costituiti, di una società poco inclusiva, di una comunità dove le diseguaglianze tenderanno a crescere, anche se con un’apparenza di democrazia, di antifascismo e di dialogo.

Un’avanzata verso la costituzione della Città metropolitana sarà possibile solo con l’affermazione del centro-sinistra e l’elezione a sindaco di Debora Badiali al primo turno. Il 51% è decisivo per la vittoria, altrimenti anche un’ottima affermazione della sfidante, com’era già avvenuto a San Giovanni in Persiceto, si tradurrà al secondo turno in un ricompattamento della destra e in una sconfitta del centro-sinistra.

Se questa dinamica elettorale dovesse effettivamente realizzarsi, si avrà come l’impressione di aver ripetuto uno storico errore. Non basta infatti candidare con un largo schieramento una candidata credibile, giovane, determinata e competente, com’era avvenuto a San Giovanni in Persiceto. Non basta accusare l’avversario di andare a braccetto con la destra più destra di FdI. Non basta parlare di largo ai giovani quando si sa che, dietro all’impegno di una donna perbene, si nascondono i soliti figuri inamovibili dell’apparato del Pd e di Articolo Uno. Non basta neppure che Badiali vada soprattutto nelle zone più fragili del territorio a bussare porta a porta, cosa importantissima ma non sufficiente. 

Quello che manca – a guardare dall’esterno – è la capacità dei partiti, o meglio del Pd e di Articolo Uno di Budrio, di riuscire a stabilire e curare le relazioni con quella fetta di società imprenditoriale, artigianale e del commercio per farne un soggetto attivo di una comunità solidale e inclusiva a livello territoriale.

Relazioni che non s’improvvisano e che non vanno cercate all’ultimo momento con il comizio del solito leader che parla bene ma che non sposta voti. Mancano ancora alcuni giorni, è auspicabile che la brava Debora Badiali vada fabbrica a fabbrica, artigiano ad artigiano, commerciante a commerciante per coinvolgerli in un progetto di società coesa e solidale. E fare di Budrio un altro avamposto progressista della pianura bolognese.

Photo credits: Comune di Budrio


4 pensieri riguardo “Budrio al voto per una nuova declinazione

  1. Chi ha scritto questo pezzo di Budrio non sa nulla. Fra l’altro, la “brava Debora Badiali” l’unico confronto diretto possibile con gli altri candidati lo ha disertato.
    Ed è prsona da CV imbarazzante, a immaginarla sindaco. A 30 anni non ha mai lavorato un giorno in vita sua se non in contesti del tutto interni al frande Truman Show del Pd bolognese.
    Ma i budriesi queste cose kle sanno e si comporteranno di conseguenza.
    Peccato che facciate ascrivere di Budrio (che non è uno sputazzo) a persone che con ogni evidenza di Budrio non -e soprattutto di budrio negli ultimi 5-10 anni- non sanno nulla.

  2. I complimenti più sinceri a Debora Badiali che, sul filo di lana, ha conquistato un successo non scontato. Anzi emblematico perché Budrio è stata da sempre una terra ‘non rossa’. L’onda lunga di una storia socialista ha pesato con una sua specificità. Nell’area bolognese Budrio, con Vigorso ed altre aziende ‘di nicchia’, ha un valore nazionale e internazionale. Le frazioni ospitano vestigia secolari di ’grandi‘ famiglie. Il Teatro é splendido. Debora é una donna intelligente che conosce le regole della politica. Di questa sua dote sono al corrente. Per questo mi permetto di consigliarle di guardare con attenzione ‘al macigno delle astensioni’ come suggerisce Gianni Cuperlo che di politica e di cultura se ne intende. Va evitato il trionfalismo che rischia di far passare in secondo piano l’itinerario non facile che attende la neo Sindaca Badiali, che si è presentata con una sua identità e con un campo di alleanze solido. Vedrà Lei con la sua saggezza politica come muoversi e come contribuire a rinvigorire quella ‘città metropolitana’ che è tutt’ora sfida in atto. Debora non si trucca da ‘civica’.

    Il PD c’è, pur in un contesto nazionale molto difficile. E poi ‘la guerra’ e il post Covid rendono non semplice decifrare il futuro che ci attende e che incombe… Non ho titoli per dare consigli. I vertici del PD bolognese manco mi salutano. Ma non temo di fare auguri meditati a Debora Badiali che, con il suo successo sul filo di lana e con quello di Riccione (molto significativo se rileggiamo l’opuscolo che scrisse Beppe Boni) tira la volata a Parma e a Piacenza. Per Budrio dunque vittoria emblematica ma tutta da sviscerare nelle sue potenzialità ‘.A partire da quel ‘macigno’ dell’astensionismo. A Bologna se ne sono dimenticati.

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