Non si risponde così alle sardine

La reazione del Pd al gruppo che, a detta di tutti, ha contribuito in modo determinante alla vittoria delle regionali, va contro tutte le promesse di apertura e di condivisione. Nel frattempo sulla diatriba interviene anche Matteo Lepore: “facciamo respirare la discussione sulla città, apriamoci e soprattutto alziamoci”

di Aldo Balzanelli, giornalista


È senza dubbio molto duro l’intervento delle 6000 sardine (“Non aprite quella porta”) contro l’ipotesi di candidatura di Andrea De Maria a sindaco di Bologna e contro la gestione del dibattito da parte del Pd, espressione evidente di un grave disagio da parte del gruppo che giusto un anno fa portò in piazza migliaia di persone. Ma è soprattutto sconcertante la reazione del partitone, sintetizzabile nella frase “fatevi i fatti vostri”. Come interpretare altrimenti la circostanza che l’unica risposta che sia De Maria che il segretario Tosiani (qui) offrono alle sardine è il richiamo al ”rispetto” per i militanti del partito impegnati nella ricerca del candidato sindaco? Nessuna interlocuzione, nessun argomento, nessuna apertura. Un richiamo generico alla trasparenza, salvo poi mandare un messaggio criptato: “Faccio paura perché metto in discussione equilibri di potere e accordi politici consolidati da tempo”. Quali? Tra chi e chi? Avanti con la trasparenza.

Nessun dialogo insomma con il gruppo che solo un anno fa ebbe la capacità di mobilitare, di riconciliare con la politica, “far alzare dal divano” tante persone deluse e scoraggiate, offrendo loro un punto di riferimento che non riuscivano a trovare nei partiti tradizionali del centrosinistra.

Oggi, alla vigilia dell’anniversario (14 novembre) di quella piazza Maggiore che infiammò l’entusiasmo di molti, l’unica risposta che il Pd sa dare è stiamo lavorando, non disturbate il manovratore. E quando avremo deciso vi comunicheremo la scelta. Come al solito insomma, alla faccia delle tante promesse di apertura, di cessione di sovranità, di confronto, di contaminazione.

Questo non significa certo che non meritino il massimo rispetto gli iscritti del Pd, ci mancherebbe. È anche grazie a loro che questa città è quello che è.  Ma non si comprende cosa c’entri il rispetto dovuto ai militanti con il contenuto delle critiche che le sardine hanno mosso con il loro intervento alle dinamiche che stanno caratterizzando la scelta del candidato alla guida di Palazzo d’Accursio. Non stiamo discutendo della scelta del segretario del partito, ma del sindaco della città. E se si ritiene soltanto di rispondere in coro “fatevi i fatti vostri” a chi, a detta di tutti, anche del gruppo dirigente del Pd, ha giocato un ruolo decisivo nel successo del centrosinistra alle scorse regionali, vuol dire che c’è qualcosa che non va.

Mi è venuto da sorridere leggendo dei “50 incontri con migliaia di persone”. Se la matematica non è un’opinione, centinaia di persone hanno partecipato ad ogni incontro? Ma davvero? A questo proposito stiamo ancora aspettando le risposte alle domande che Pier Francesco Di Biase ha posto (“Dieci domande al Pd bolognese”),  tra le quali c’è appunto la richiesta di sapere quante persone hanno partecipato alle consultazioni e se esistono dei verbali visto che nello statuto del Pd si dice che le riunioni dei circoli devono essere pubbliche, che “il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle più importanti cariche interne, la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali”.

Il riferimento del segretario Tosiani al “pieno e rigoroso rispetto delle regole” è importante, dato che l’articolo 24 dello statuto del Pd stabilisce che il candidato alla carica di sindaco deve essere scelto con le primarie. Con una eccezione, se viene indicata una sola candidatura condivisa. E non mi sembra esattamente questo il quadro. Forse il Pd dovrebbe trarne le conseguenze.

P.S. L’intervento delle 6000 sardine è stato pubblicato su Cantierebologna.com e non genericamente “sul web” come ha scritto il Resto del Carlino, cedendo alla cattiva abitudine dei giornalisti di non citare le altre testate. Siamo piccolini, non siamo la concorrenza, ma lo faccio notare perché l’informazione sarebbe stata utile al lettore del Carlino che fosse stato interessato a leggere il testo integrale del documento

Amministrative, Lepore: abbassare i toni e riprendere confronto costruttivo

“Invito tutti ad abbassare i toni, perché rischiamo di non essere capiti e di allontanare invece che avvicinare le persone al confronto”. Ad affermarlo l’assessore Matteo Lepore, in merito agli scambi polemici tra Sardine e il deputato Andrea De Maria apparsi sulla stampa nelle ultime ore.

“In queste settimane – continua Lepore – il Pd sta affrontando un percorso, e bene ha fatto il segretario Tosiani a rivendicare questo impegno comune. Lo stiamo facendo interloquendo con tutto il centro sinistra, il movimento cinque stelle, i moderati, l’associazionismo. Stiamo tutti lavorando per aprire un campo largo e inclusivo. Lo stiamo facendo in tempi di Covid perché riteniamo la democrazia e la partecipazione beni primari. Io stesso ho scelto una parola per definire al meglio quello di cui abbiamo bisogno ed è riconciliazione, che per me significa dialogo e ascolto. Dobbiamo abbattere i muri e i pregiudizi, non elevarne di nuovi. In questo senso ho speso e spenderò tutto me stesso, è il mio metodo da sempre. Pur capendo lo spirito dell’intervento delle Sardine, anch’io sono affezionato allo statuto del Pd e alle primarie, leggo vari interventi anche duri attorno alla possibile candidatura a sindaco di Andrea De Maria. Penso non sia questo il modo di affrontare l’argomento. In particolare, Andrea è un compagno che merita rispetto e che partecipa liberamente alla vita del nostro partito. Anche se a volte non la pensiamo allo stesso modo, gli riconosco senso di responsabilità e onestà intellettuale. Parlo a tutti e in particolare agli iscritti del Pd, dovremo affrontare insieme uniti i prossimi mesi e dare l’esempio. Siamo democratici e orgogliosi di esserlo. Il mio invito è quindi di abbassare i toni e dare il proprio contributo, con spirito positivo per dare risposte ai bisogni della nostra città, valorizzare il lavoro buono fatto in questi anni e in questi mesi, dove stiamo producendo uno sforzo straordinario ad ogni livello per tutelare la nostra comunità dalla pandemia e dalla crisi economica. Facciamo respirare la discussione sulla città, apriamoci e soprattutto alziamoci”.


Un pensiero riguardo “Non si risponde così alle sardine

Rispondi