«Caro Bonaccini, serve un New Deal, altro che burocrati»

«Chi si candida a segretario Pd deve far sognare. L’ho sentita dire in tv che per dare identità al partito vorrà rimettere al centro le imprese. Eppure non ha detto una parola contro il payback che farà fallire migliaia di aziende del Biomedicale. La politica è ridotta a far quadrare i conti. Capisco l’assessore alla Sanità, ma da un leader della Sinistra ci si aspetta che prospetti un Sogno, un futuro fatto di scuola d’eccellenza e lavoro qualificato. Che scacci l’incubo dei demagoghi»

di Antonio Sammali, presidente Medstep srl


Caro presidente, ho letto le sue ultime interviste e l’ho vista in tv, l’1 dicembre. Sarò sincero. Mi è sembrato chiuso in una roccaforte ideologica travolta dal populismo, diventato stragrande maggioranza: se sommiamo le forze di Governo a M5S ed estrema sinistra, il quadro istituzionale è compromesso. Non migliorano la situazione i sindacati (inerti di fronte a centinaia di migliaia di lavoratori a rischio nel comparto biomedicale di cui ho scritto qui) che, nei casi peggiori, operano strenuamente per difendere piccoli privilegi lontani dalla Storia.

In questa tristezza versano anche le associazioni industriali e commerciali. Spaesate, senza proposte, senza idee. L’unico scopo del management delle aziende è cederle al migliore offerente, spesso straniero. La Nazione sta svendendo l’argenteria di famiglia e nessuno si oppone.

L’esempio del payback sui dispositivi medici è lampante. È un settore produttivo strategico e innovativo ad alto valore aggiunto, produce lavoro qualificato, paga molte tasse e dovrebbe essere strumento di rilancio economico. La norma del Decreto Aiuti Bis invece lo porterà a morte. Comprendo il “burocrate” assessore alla Sanità Raffaele Donini: non è offensivo il termine burocrate, non mi fraintenda. Purtroppo i politici questo stanno diventando: contabili. Pensano solo a far tornare i conti, chiudendo gli occhi rispetto a quello che accadrà sul territorio. Come si è lontani ahimè dalla gente. Povera Sinistra.

Capisco meno lei che non interviene. Proprio lei che si propone non solo di diventare Segretario del Pd, ma ricreare la Sinistra e farne faro di quell’Italia che crede nelle Istituzioni e magari oggi è costretta per sopravvivere a prebende, elemosine come reddito di cittadinanza, flat tax o utilizzo del POS oltre 60 euro, strumento che può favorire l’evasione. Un’Italia che ha perso la propria dignità e chiede aiuto. Quando le hanno chiesto come farà a dare identità al Pd, ha detto che vorrà mettere al centro le imprese. Mi scusi, a quel punto ho sorriso amaramente: davvero vuol mettere al centro le imprese quando finora non ha detto nulla per difenderle (molte sono di casa sua) dal payback che ne farà fallire a migliaia? Secondo lei era una risposta di rottura? No, mi spiace. Non aveva contenuti.

Mi scusi ancora. Una tal domanda richiedeva una risposta passionale, coinvolgente, evocativa, non tecnica come l’ha data. Era lì, a portata di mano. La usano i populisti. In maniera aberrante, è vero, ma funziona. È quella che ha sempre utilizzato Berlusconi; è stata la forza del Dopoguerra. Quella che tutti si aspettano che accada quando parla un politico: farli SOGNARE!

«Farò vedere che un’Italia diversa può esserci, possiamo costruirla». Questa sarebbe stata la risposta più coinvolgente: «Voglio diventare non solo il Segretario Pd, voglio che il mio Pd illumini un nuovo modo di far politica». In maniera straordinaria lo ha fatto lo slogan “Make America Great Again”. Oggi non è il tempo di “yes, we can”, siamo molto più poveri. C’è bisogno di sognare e offrire strumenti perché possa avvenire. Serve un nuovo New deal.

Questo vogliono gli Italiani. Immaginare un futuro positivo, una Scuola di eccellenza, imprenditori che creino aziende innovative dove i propri figli siano orgogliosi di lavorare e non debbano emigrare. Faccia sognare rilanciando il modello economico. Non sia tranchant; l’altra sera ha detto mai più condoni, mai più evasione. Correttissimo. Ma stridente. Non ha raccolto un voto. Sarebbe stato più bello dire: «Costruiremo migliaia di opportunità lavorative di qualità, trasformeremo le strutture del paese, rilanceremo nella produzione e non nel taglio dei costi (spenderemo meglio), faremo in modo che il fruttivendolo che non rilascia la ricevuta non dovrà e non vorrà più farlo perché non ci sarà bisogno». Parli dell’ambiente in modo concreto. Facciamo diventare l’Italia il giardino del mondo, salvaguardiamo i mari con Parchi pubblici che offriranno lavoro qualificato. Seguiamo l’esempio del Trentino. Creiamo strutture ricettive a basso impatto per accogliere il turismo nuovo, più rispettoso di quello che passa oggi. L’Italia potrà proporre un nuovo Rinascimento.

Se avesse parlato così avrebbe dato fiducia al popolo di sinistra e non solo. Avrebbe reso meschino chi oggi usa il sogno per far diventare un incubo la realtà. Avrebbe inchiodato la destra e l’opposizione. La Politica Bella riparte da un bel Sogno. Senza scomodare Martin Luther King.

Prenda coraggio. Tiri fuori le motivazioni che l’hanno spinta a far politica, che nascono sempre dalla passione. Lo dica chiaramente: «Vi faccio intravvedere un sogno che ci renderà migliori e più ricchi in tutto, gli altri sfruttano l’innocenza del sogno per farsi solo i propri interessi». Quando si fonda un’azienda la prima cosa che si fa è descrivere la propria Vision (sogno) e la Mission (l’etica della propria attività). Quello avrebbe dovuto dire in tv. Questo dovrà essere il suo programma. In bocca al lupo.

Photo credits: Ansa.it


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